[Weapon 32]

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Quella mattina, Dahee si svegliò presto e preparò la colazione per lei e Suga.

Proprio dopo aver mangiato, Yoongi chiamò Khun e Jinhoo, chiedendogli di dargli una mano con le faccende da fare con la ragazza.

Mentre aspettavano in salone il loro arrivo, Dahee decise di non voler attendere altro tempo, cominciando a svuotare gli armadi della madre da tutti i vestiti. Sistemò tutto in degli scatoloni nel salotto.

Suga era confuso, "cosa ci vuoi fare con questi?" Chiese ritrovandosi dopo pochi minuti il salone pieno di giacche, vestiti, scarpe, e scatoloni contenenti magliette e pantaloni. "Non lo so. Dovrei bruciarli? Dovrei donarli? Non lo so. Dimmi cosa fare perché io davvero non lo so." Lo guardò per un istante, poi tornò a sistemare la roba.

"Dahee-ah..." lui continuava a fissarla, eppure la ragazza era troppo concentrata nella sua attività. "Cosa?" Nemmeno lo degnava d'uno sguardo. "Perchè vuoi liberarti così in fretta delle sue cose?"

Le sue mani smisero di muoversi.

"Pensavo che l'amassi."

Dahee lo guardò con gli occhi intrisi di lacrime, "si che la amo, oppa. Davvero, la amo molto."

"Quindi? Perchè fai tutto questo?" Chiese ancora Yoongi.

"Perchè è l'unica maniera con cui io possa superare la sua morte. Non voglio che questa cosa mi tormenti per tutta la vita." Rispose Dahee.

"Lo hai già fatto in passato? Funziona? Non conosci altri modi per superarla?"

Lei ridacchiò. "L'ho fatto quando quello schifoso di mio padre se n'è andato dalle nostre vite. Sai come l'ho superata? Lavorando." Sorrise mentre continuava a piegare gli ultimi vestiti, "quindi ho pensato di lavorare anche questa volta."

"Quindi significa che vuoi dimenticarti della sua esistenza per sempre?" Chiese ancora Yoongi.

Ma lei ridacchiò nuovamente.

Suga s'innervosì, "Yah, perchè stai ridendo Kim Dahee!"

"Perchè stai facendo delle domande buffe, Yoongi oppa." Sorrise. "Non sono una figlia cattiva, voglio solo tenere le cose più importanti. Ad esempio, questo." Disse prendendo la copertina di lana color verde.

Suga sorrise, "ce l'aveva sempre vicina."

"L'hai notato?" Dahee era sorpresa.
Suga annuì, "l'aveva in mano la prima volta che sono venuto a casa tua, e anche quella dopo e quella dopo ancora. Non poteva essere una semplice coincidenza, tutto qua."

Dahee lo guardò con un sorriso stampato in volto, "oppa, vuoi sapere una cosa? In realtà quella copertina è stata mia un tempo."

Suga spalancò la bocca.

"Una volta, quando avevo credo cinque anni, sono dovuta restare a casa per una febbre. Omma è stata tutto il tempo accanto a me, aveva paura io stessi male durante la notte. Aveva freddo, e quindi gliela misi sulle gambe pensando fosse sufficientemente calda. Lei aveva detto che me l'avrebbe lavata e poi restituita, ma io devo averle fatto capire che quella adesso era sua." Quel ricordo del passato le fece allargare ancora di più il sorriso.

La mano di Suga raggiunse la sua e cominciò ad accarezzarla, "sei una persona forte."

Per la fine della giornata, finirono di sistemare tutto. Dahee aveva deciso alla fine di donare parte degli averi della madre alle persone bisognose, mentre le medicine erano state restitiite alla farmacia e il letto smontato e messo in soffitta.

Si sedettero tutti in salotto. "Grazie ragazzi per averci aiutato." Dahee ci teneva sempre a ringraziare i suoi orma amici. "È stato un piacere." Rispose Hwanhee.
Si voltò poi verso Suga "cosa vuoi mangiare questa sera a cena?"

𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora