[Weapon 4]

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Suga indossò la sua giacca nera, la quale copriva la sua camicia nera, inserita all'interno dei suoi pantaloni neri. Ah giusto, anche le scarpe eleganti erano nere. Guardò verso il suo specchio. Lo sguardo cadde involontariamente, come sempre prima di ogni evento, sulla sua preziosa Bloody Night.

Sospirò, "Vieni qui." Prese la pistola e la nascose nella fodera apposita sul lato sinistro della giacca.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta.

"Cosa?" Suga si voltò verso la porta e Kuhn entrò in quella stanza. "Tutto è pronto, signore."

"Chi altro verrà?" Chiese.

"Wooshin, Hwanhee, Xiao, Wei e Sunyoul saranno sull'entrata davanti, i restanti dal retro." Riportò Kuhn con una precisione ammaliante. "Bene, andiamo."

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Le loro auto nere si fermarono davanti al Club ormai oggetto del loro interesse. Era pieno giorno, ma nonostante esso fosse chiuso, l'incontro si sarebbe tenuto in quel luogo.

Suga parlò ai suoi uomini, "siate ben preparati." Ricordò a tutti e loro annuirono.

Portò poi il suo sguardo verso colui che riteneva più importante. "Stai a posto?" Chiese. Kuhn prese la sua pistola e la mostrò al capo, "è caricata al massimo, ed ho un'altra ricarica pronta nella tasca" rispose non distogliendo lo sguardo. Suga annuì prima di scendere solo con lui e raggiungere l'entrata.

"Guardate chi è arrivato."

Una voce profonda, e decisamente roca, rimbombò all'interno di quelle quattro mura non appena vennero varcate da Yoongi ed il suo assistente.

Entrambi si fermarono. Si girarono verso sinistra e, non stupendosi troppo, vi trovarono un ragazzo dall'abito nero. Era un uomo di mezza età con una cicatrice molto evidente sul angolo destro delle sue labbra.

"Ahn Sangin." Suga serrò gli occhi.

L'uomo si portò di fronte ai due gangster e squadrò Suga da cima a fondo.

"Hai sia il naso sia gli occhi di Min Chul. Ma la tua pelle.... mhhh... è troppo simile a quella di tua madre. O forse dovrei dire era."

"Sei proprio un bel ragazzo. Come hai gia detto, piacere, sono Ahn Sangin" ed il vecchio allungò la mano verso di lui.

"Suga." Pronunciò il suo nome per presentarsi, evitando però di stringere la mano dell'individuo posto di fronte a loro. Com'è viscido.

Sangin ritrasse la sua mano, "mhh, diffidente, proprio come tuo padre"

"Possiamo iniziare con il nostro incontro? Ho altro lavoro da svolgere dopo." Suga strinse nuovamente gli occhi, rendendoli simili a due linee rette.

Sangin rise. "Seguitemi."

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"Mi dispiace, ma non possiamo farlo" spiegò Sangin.

"E perchè non potete? Vi pagheremo per le perdite." Rispose Suga.

L'uomo poggiò sul tavolo di cristallo il proprio boccale di birra. "Il problema non sono i soldi, giovane uomo, ma la droga. Abbiamo bisogno di qualcuno, in questo caso la tua famiglia, che la distribuisca"

Yoongi lo guardò male. "Non siamo più interessati. Fareste meglio a trovarvi qualcun'altro che lo faccia al posto nostro."

"Voi fareste meglio a lavorare con noi!" Urlò Sangin ormai all'estremo della sua pazienza.

Questo adesso lo ammazzo. Pensò Yoongi.

Si portò una mano fra i capelli, scompligliandoseli per la frustrazione. "Oppure? Non ho nessuno con cui tu possa minacciarmi."

Il vecchio si ammutolì.

"Fai quel che credi, ma noi non distribuiremo mai più una dose della tua patetica droga." E con questo, Suga e Kuhn lasciarono la stanza ed uscirono dal quel club.

Sangin strinse i pugni. "Vieni qui." Chiamò uno dei suoi uomini. "Tenetelo d'occhio." Ordinò poco dopo, ormai su tutte le furie.

"Lo farò" l'uomo annuì.

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Suga portò il suo sguardo fuori dalla finestrino. Slacciò i primi due bottoni della sua camicia, ormai l'aria si era fatta troppo pesante e faticava a respirare.

Kuhn guardò nello specchietto retrovisore, notandolo. "Signore, ha bisogno di qualcosa?"

"Di agli altri di andare a casa prima. Ho bisogno di vederla." Suga ordinò e Kuhn annuì.

In meno di mezz'ora, arrivarono al cimitero della città.

Suga, totalmente in solitaria, si avviò a mani vuote verso il luogo in cui era sepolta la persona a lui più cara.

Una volta arrivato, quel senso di oppressione sembrò triplicarsi. "Omma..." portò lo sguardo verso la tomba.

"Scusami, sono venuto senza nemmeno un fiore. Aish, sono stato ad uno stupidissimo incontro" disse non distogliendo lo sguardo dalla piccola foto di sua madre incorniciata sulla lapide.

La sua mano la raggiunse. Ne accarezzò tutta la linea, come se il suo indice potesse accarezzarne la pelle lattea che tanto la caratterizzava.

I suoi occhi diventarono lucidi, com'erano capaci di diventare solo ed unicamente in quella occasione.

"Omma, vorrei che tu fossi qui con me in questo momento. Perchè non mi hai portato con te quel giorno?" Sussurrò ormai in preda ai ricordi.

Fuori da quella stanza, Kuhn osservava il proprio capo. Min Yoongi, ti ho conosciuto quando eravamo ancora solo dei bambini innocenti. Eppure, quando mio padre ha iniziato a lavorare per la tua famiglia, hai deciso di troncare tutti i rapporti sentimentali che avevamo. Adesso sono solo la tua guardia del corpo, giusto? Nulla di più, nulla di meno. Posso solo sperare che la tua forza rimanga invariata. Lei non doveva andarsene, era l'unica in grado di comprenderti.
Adesso, chi mai potrà farlo ancora prima che tu possa piegarti a questo mondo?

.:*•Spazio autrice•*:.

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𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora