[Weapon 5]

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"Non dire a nessuno dove siamo stati." Disse Suga, lo sguardo non ammetteva una risposta negativa. "Come sempre."

Kuhn improvvisamente si fermò.

"Cosa caz-"

"Signore, il gatto... aspetti che lo faccio spostare." Rispose risoluto Kuhn.

Suga guardò fuori dal finestrino. Questo è il gatto di cui si prende cura la ragazza. Senza dire nulla all'autista, scese dal veicolo. Si guardò attorno, in cerca di quella figura che stava tenendo ormai d'occhio. "Dov'è? Non è qui?"

Khun stava per cacciarlo quando Yoongj lo fermò.

Camminò fino all'animale e lo prese in braccio senza fare fatica, portandolo poi in macchina. Il gatto sembrava stare bene all'interno delle sue braccia.

Khun, tornato al posto di guida, osservò il padrone tramite lo specchietto. Le persone dicono che per capire se qualcuno è o non è buono, bisogni affidargli un gatto. Quello che è appena successo dimostra che tu, si Yoongi proprio tu, nel profondo sei gentile.

Suga, dopo che la bestiolina miagolò, puntò lo sguardo da un'altra parte.

Una volta arrivati a casa, Yoongi guardò l'assistente. "Khun, fa che qualcuno mi porti dello shampoo per gatti nella mia stanza. Se non dovessimo averlo, voglio che tu vada a prenderlo in dieci minuti. Ah, prendi anche un asciugamano bello grande ed una bacinella dove io possa lavarlo."

Scese dall'auto, la quale subito partì verso il supermarket in fondo alla strada.

Entrò in casa, fece scendere dalle sue braccia il gattino e lo fece giocare all'interno del suo spazioso soggiorno.

...

Khun entrò.

"Una bacinella ed un asciugamano." L'assistente porse al proprio capo gli acquisiti appena fatti.
"Lo shampoo?" Chiese Suga. "Lo avevano terminato, quindi mi è stato detto di utilizzare quello normale." Kuhn rispose e Yoongi annuì.

"Tienimi d'occhio il gatto." Disse prima di prendere la bacinella e camminare fino alla grande porta-finestra che lo separava dal giardino, aprendola.

Il gattino stava per correre fuori, nei suoi occhi gia brillava la libertà, quando Kuhn chiuse la porta. Perchè Yoongi ha deciso di prenderti così all'improvviso.

Dopo un ora, il gatto era stato sia lavato sia asciugato. Suga lo guardò. "Ma pensa un po'. Non sapevo che il tuo pelo fosse bianco." Si sedette sulla poltrona, il gatto lo imitò e si accucciò sopra le sue gambe.

Kuhn apparve all'improvviso. "Signore." Suga alzò lo sguardo. "Cosa?"

"È la ragazza."

In un secondo Yoongi era gia in piedi, camminava verso la sala di ccontrollo.si sedette sulla sua sedia ed osservo Dahee.

Stava camminando in tondo nella solita area.

----------°•○•°----------

Dahee si stava guardando intorno. "Mocha, dove sei?" Andava avanti ed in dietro, cercando il gattino. "Mocha..." guardò nel tubo in cui era solito rintanarsi quando pioveva, ma nulla, era vuoto. "Mocha, dove sei? So di essere in ritardo." Si scusò.

Abbassò lo sguardo sulla sua borsa che teneva in mano. All'interno vi era anche il latte per il micetto.

Sospirò, afflitta.

"Cosa staresti facendo davanti a casa mia?" Chiese la voce di un uomo.

Dahee, sopresa, alzò lo sguardo.

Un uomo vestito di nero, con entrambe le braccia conserte ed uno sguardo glaciale, era appoggiato al freddo muro di quell'abitazione. I suoi capelli grigi e la carnagione chiara lo facevano sembrare una divinità, brillando molto di ai caldi raggi del sole.

Suga si spinse via dal muro. "Ti ho fatto una domanda." Cominciò a camminare verso di lei.

Dahee indietreggiò. "C-casa t-tua?"

"Esatto, casa mia. E ti ho chiesto, per la terza volta, cosa ci fai di fronte ad essa." Yoongi si fermò a pochi metri da lei.

"Umm... bhe... io... il gatto..." stava balbettando.

Suga sospirò. "Parla bene, non ho bisogno di un apparecchio acustico."

"Sto cercando un gatto." Disse lei.

Lui si girò. "Vieni con me." Disse semplicemente, senza troppi scrupoli.

"C-cosa?!" Aveva sentito bene? Suga sospirò per la seconda volta. "Ho detto, vieni con me." La sua voce cominciava ad essere scocciata.

Dahee scosse nuovamente la testa.

"Se vuoi continuare a vivere, dovresti venire con me. Così non ti ucciderò." Le consigliò il gangster. "Ora vieni." Ed entrò.

Dahee ingoiò la saliva che le si era formata in bocca e, cautamente, seguì l'uomo da dietro.

Non appena entrò non potè fare a meno di girarsi attorno, ammirando quella grande casa spaziosa.

"Finito di cotrollare casa mia?" Chiese Suga.

"No, non ancora." Rispose Dahee senza prestare troppa attenzione alla domanda.

Suga serrò gli occhi, osservandola.

La strada che percorsero per superare la hall era piena di cornici ritraenti foto di famiglia. Dahee notò una foto con un uomo con affianco un bambino. Quest'ultimo sembrava infastidito per qualche motivo.

Dahee si fermò per poter osservare meglio quella foto. Osservò cautamente sia l'uomo sia il bambino, e, finalmente, vide cicatrice posta sulla guancia del più grande.

Un mugolio spaventato fuoriuscì dalle sue labbra.

Suga si fermò e si girò per guardarla. "Cosa?"

"N-non dirmi..."

Dahee si girò verso di lui, "Sei tu il figlio di quel capo mafioso? Ho sentito parlare molto su di lui!" Disse.

Suga ghignò.

"Dimmelo! Sei tu o non sei tu?"

"Prima ti ho detto che non ti avrei ucciso, giusto? Bhe, ho la possibilità di farlo proprio adesso." Il ghigno sul suo volto si allargò mentre tirava fuori la sua pistola, per poi puntarla chiaramente verso la ragazza.

Oh cazzo. Dahee cominciò ad indietreggiare.

.:*•Spazio autrice•*:.

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𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora