[Weapon 26]

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Erano gia le dieci di sera e Suga non era ancora tornato a casa. Dahee era in cucina a preparare qualcosa da mangiare per lei e i ragazzi.

"Ecco a voi." Esclamò una volta finito di preparare una veloce pasta al pomodoro, funghi e acciughe.

Tutti si inchinarono prima di sedersi a tavola. "Ci devi scusare, Dahee-ssi, ti stiamo facendo affaticare." Disse Hwanhee. "Voi oggi mi avete aiutato, mi sembra il minimo." Rispose sorridendogli.

Dahee si sedette al fianco di Gyojin, "vi ha chiamato? Vi ha informato sul perchè stia facendo così tardi?" Chiese la ragazza, ma tutti gli uomini del mafioso scossero la testa.

Finirono di mangiare in allegria, aiutarono a sparecchiare e poi si sedettero tutti nel salone. Kogyeol, il quale era vicino ala finestra che dava sulla strada, vide un auto fermarsi.
"Ragazzi, il boss è arrivato, dovremmo andare."

Dahee si alzò di scatto. "Lui è a casa?" Kogyeol annuì.
"Dovremmo andarcene Dahee-ssi, prima che lui entri sarebbe meglio essere fuori."

"Grazie a tutti per il vostro duro lavoro." Li ringraziò Dahee aprendogli la porta e inchinandosi.

"È per noi un onore." Uno per uno, i ragazzi abbandonarono velocemente l'abitazione, raggiungendo le proprie vetture.

Dahee stava aspettando Yoongi seduta sul divano.

Dopo qualche minuto, finalmente sentì la sua voce, "sono a casa."
Si alzò nuovamente in piedi, i suoi occhi fissavano la porta in attesa dell'apparizione di suo marito.

Allora comparve la sua figura.

Prima che potesse emettere un singhiozzo, la ragazza si coprì la bocca con una mano. La visuale di Suga martoriato la destabilizzò. In volto e sulla maglietta bianca, enormi chiazze di sangue rosso si stavano allargando. Per non parlare poi dell'occhio nero e del labbro spaccato.

Gli corse in contro. "Oppa, gwenchana*?" Chiese preoccupata.

Lui annuì. "Si..." rispose debole. Allora si tolse la sua giacca nera.

La ragazza singhiozzò nuovamente. "Oppa! Ma stai sanguinando." Disse sfiorandogli il bicipite. Suga lo guardò, "ecco perchè faceva male, dev'essere quel dannato proiettile."

"Ti hanno sparato?! Oppa dobbiamo andare all'ospedale! Lasciami chiamare Khun, magari Jinhoo." Nonostante non fosse lei quella con un proiettile nella spalla, era come se riuscisse a percepire il dolore di Suga. "Dahee, non posso farmi vedere in un ospedale, non per delle cure almeno. Mi arresterebbero." Esclamò Suga.

"Cosa dovrei fare allora?" Chiese la ragazza.

Suga le afferrò il viso con entrambe le mani. "Innanzitutto ho bisogno che tu ti dia una bella calmata. Respira ed espira, respira ed espira."

"Yoongi oppa!"

Suga sorrise intenerito, "okay, okay. Ho bisogno che tu vada nella mia camera. Guarda nei cassetti della mia scrivania, dovrebbe esserci il kit di primo soccorso." Dopo questo, Dahee corse come un lampo verso la camera di Suga.

Nel mentre Suga si stese meglio sul divano, emettendo a ogni mossa compiuta un lamento strozzato.

"Ecco oppa" esclamò la ragazza appoggiando il kit sul piccolo tavolino in vetro di fronte al comodo sofà nero. Quando la ragazza aprì la scatoletta, e numerose bende, garze, cerotti e batuffoli di cotone uscirono dalla scatoletta, Suga parlò: "Non serve che rimani, puoi lasciare tutto qui e andartene."

Dahee lo guardò, "Ani, lasciami fare quello che devo fare. Non toccare nulla" Esclamò la ragazza dirigendosi verso la cucina.

Wow, non pensavo riuscisse a sopportare la vista del sangue, pensò Suga.

Presto la ragazza tornò con una bacinella d'acqua fra le mani.

Bagnò leggermente un batuffolo di cotone all'interno del recipiente, "vieni qui" senza aspettare risposta, prese la faccia di Suga fra le mani. Quest'ultimo era pietrificato dalle azioni tanto inaspettate della ragazza.

Con calma, ripulì tutto il suo viso dal sangue incrostato.

Suga continuava a guardarla negli occhi. Non poteva farne altrimenti, vederla così concentrata nel pulire le sue ferite lo riempiva di felicità. Si era preoccupata per lui.

"Sono dispiaciuto che tu mi debba vedere così" Decise finalmente di rompere quel contatto visivo.

Senza guardarlo direttamente, la ragazza rispose: "Me lo avevi detto che non sarei stata una moglie normale, ma sono pur sempre tua moglie. E' mio compito aiutarti in una situazione del genere."

Ancora, Suga rimase imbambolato a queste sue parole. Dahee, mi piace un casino quando dici di essere mia moglie, pensò.

"Fatto"

"hey, e cosa ne dici di questa?" Suga guardò il proprio bicipite.

"Err... Questa.... falla da solo, io non credo di esserne in grado."

"Yah! Non puoi lasciarmi da solo con la ferita peggiore!" Yoongi la guardò.

La ragazza sospirò, afflitta: "D'accordo"

Usando l'altra mano, Suga cominciò a sbottonarsi la camicia per far si che Dahee potesse medicarlo.

"Yah, oppa! Cosa stai facendo?"

"Pensavo fossi d'accordo. Non devi mica curarmi questa ferita?" Esclamò Suga. "Perché ti stai levando la camicia?"

"Come pensi di medicarmi? Con la forza del pensiero? E no, non vale nemmeno l'opzione di tagliarla con le forbici, questa camicia è troppo costosa per essere distrutta." E quando il ragazzo vide ancora uno sguardo di smarrimento sul volto di Dahee, aggiunse: "Lo hai detto tu stessa. In quanto mia moglie è tuo compito aiutarmi. Adesso, aiutami con questa ferita."

"Ugh!" La ragazza si voltò per non far vedere a suo marito quanto fosse arrossita in volto. La sua pelle! E'- E' così bianca. E' bianca quasi quanto lo zucchero!

"Hai finito di ripassare mentalmente quanto il mio corpo sia magnifico?"
"Non l'ho fatto!" Con un gesto di stizza, dahee afferrò il cotone umidificato e cominciò a pulire le ferite.

Era concentrata. Come fa un uomo così mingherlino ad avere una simile forza?! Pensavo fosse un palestrato, e invece non lo è! Aspetta, sono delle cicatrici queste?

Mentre era persa nel mondo dei sogni, la ragazza fece troppa pressione su una ferita, facendo quindi fuoriuscire di rimando un lamento strozzato dalla bocca di Yoongi. "Scusami, oppa!"

Il ragazzo scosse la testa, non aveva fatto poi così tanto male. "Non importa, com'è la ferita? Sono abbastanza sicuro che il proiettile sia uscito quando ho levato la giacca, non era andato troppo in profondità." Dahee gettò il cotone idrofilo sul tavolino, prendendo in mano una benda con delle garze per continuare a medicare il ragazzo. "Hai ragione, Non ho trovato nulla, quindi credo sia tutto a posto ora."

Quando la ragazza finì di mettere tutto a posto sotto lo sguardo attento di Suga, quest'ultimo parlò: "Ho fame"

"Yoongi oppa, domani hai un incontro, dovresti andare a dormire."

"Puoi cucinarmi qualcosa?" Chiese il mafioso facendo una smorfietta carina. No, no e no, Yoongi non puoi aver fatto l'aegyo per tua moglie.

In meno di un'ora, però, Dahee preparò nuovamente una seconda cena. La servì in tavola, augurando una buona notte a suo marito, quando proprio lui la richiamò prima che uscisse dal soggiorno. "Grazie, Dahee."

.:*•Spazio autrice•*:.

gwenchana = Stai bene?
È una parola coreana scritta in romanji, quindi esattamente come oppa e omma, la troverete scritta così e non tradotta

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𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora