[Weapon 19]

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Dahee vagò per tutta la cucinaala ricerca di ciò che aveva bisogno: una caraffa e un grappolo d'uva.

Una volta trovati, ci mise meno di cinque minuti per trovare e mettere all'interno della caraffa il ghiaccio, così che tutto rimasesse fresco. Ora tutto quello che devo fare è tornare alla serra. Magari i ragazzi sanno dove si trovano le tazze, così almeno non dobbiamo usare i bicchieri di plastica, pensò mentre rigirava fra le mani quei contenitori dalla dubbia durata. Poi sentì alle sue spalle una voce familiare.

"Hey piccola, ci si vede di nuovo."

Dahee si votò per la sopresa. Il padre di Yoongi! Merda! Ora sono nei casini. Subito, alla mente, gli tornarono i ricordi del loro primo incontro.

Cominciò a indietreggiare. "Cosa vuoi?" Gli chiese. "Non sei un tantino maleducata? Mi parli così e passeggi allegra per la mia cucina, non credi che dovrei chiedertelo io? Quindi, cosa ci fai qui, piccola?" Chiese l'uomo squadrandola dalla testa ai piedi.

Merda. È orribile quel ghigno che ha stampato sul volto, pensò mentre ingoiava la saliva. "Stavo preparando qualcosa da bere per me e i ragazzi."

"I ragazzi? Non per me?" L'uomo di avvicinò. "Non farlo, non avvicinarti." L'avvertì la ragazza.

Min Chul le afferrò un polso, sul volto il ghigno non accennava a scomparire. "Oppure cosa?"

"Lasciami andare!" La ragazza provò a liberarsi, ovviamente con scarsi risultati.

"Lo sai, ho scoperto che durante gli scorsi giorni mio figlio è stato con te. Per tua informazione, ha perso molti incontri che ci sono costati parecchio, credo almeno un milione di dollari." Esclamò l'uomo, stringendo maggiormente la presa sul polso.

Dove sono i ragazzi quando ho bisogno di loro? Jinhoo? Non sono gia passati cinque minuti? Pensò, per poi urlare nuovamente di lasciarla andare.

Si udirono dei passi.

"Signorina." Jinhoo corse in cucina. Quasi si strozzò con la sua stessa daliva non appena notò come Min Chul stesse tenendo stretta a se la ragazza.

"Signorina." Esclamò nuovamente, questa volta colpendo la mano del mafioso per far si che la lasciasse libera. "Mi scusi boss, ma non le è permesso di toccarla." Spiegò guardandolo con il suo tipico sguardo omicida, sistemandosi di fronte alla ragazza per proteggerla.

Min Chul rise. "Non solo hai conquistato mio figlio, ma adesso anche i miei uomini migliori? Cosa sono? Tutti sotto i tuoi ordini?"

"Non è perchè ci ha chiesto di proteggerla, ma è un ordine del nostro signore." Disse Jinhoo.
"Mio figlio? Davvero? Allora devi essere importante per lui." Si avvicinò.

"Boss, la sto avvisando, non si avvicini."  Disse Jinhoo avvicinandosi a Dahee, gisuto per proteggerla meglio.

Min Chul guardò in faccia il ragazzo. Non sembrava scherzare, allora indietreggiò.

"D'accordo, okay, ma questa prendila pure come una promessa: ci vedremo ancora. Dopotutto, questa rimane sempre casa mia." Le parole arrivarono a Dahee come degli schiaffi in pieno volto. Quando l'uomo uscì fuori dalla cucina, la ragazza rimase sola con Jinhoo.

"Dahee, stai bene?" Chuese preoccupato il ragazzo. Allora lei lo guardò in faccia, stupendolo quando delle lacrime caddero dai suoi occhi.

"Sono contenta che tu sia venuto, Jinhoo." Disse.

Jinhoo parve esitare all'inizio, ma non appena dei singhiozzi scossero il corpo della ragazza, decise di abbracciarla. In quel momento aveva solo bisogno di qualcuno con cui sfogarsi per l'accaduto.

----------°•○•°----------

Finalmente fu l'ora per Dahee di tornare a casa.

"Starai bene?" Chiese Hwanhee.

Dopo l'incidente, Jinhoo aveva raccontato a tutti cosa fosse successo in cucina.

"Hai bisogno che qualcuno ti accompagni a casa?" Chiese Wooshin, ma lei scosse la testa. "Vi ho gia dato abbastanza problemi per oggi. Promettetemi solo una cosa: non dite niente a Yoongi." La ragazza li guardò.

Gyojin provò a parlare: "ma Dahee-" "vi prego." Lo interruppe prima che potesse finire.

"Hyung?" I tre ragazzi più piccoli guardarono il maggiore, il quale stava gia fissando Dahee da un po'. "Lo faremo."

Lei sospirò per il sollievo.

"Ma se dovesse accadere nuovamente una situazione simile, lo andremo a dire subito al nostro capo, hai capito?" Chiese Jinhoo, e Dahee annuì energicamente.

Quella notte Dahee ricevette una chiamata da Suga. Quando lesse il nome sullo schermo, le sue mani tremarono. Non glieli avranno mica detto i ragazzi, pensò.

"C-Ciao."

"Ciao piccolina. Come ti senti oggi?" Chiese premurosamente Yoongi.

"Sto bene." Mentì.

"È bello sapere che vada tutto bene. Come sta tua madre? E con lo studio invece come va?"

"Va tutto bene." Rispose Dahee.

"Non mi convinci, però non ho molta voglia di indagare oltre... lo sai, spero ti poterti vedere presto. Sono veramente molto impegnato." Sospirò Yoongi, sentire quelle parole fece battere più velocemente il cuore alla ragazza.

"Yoongi oppa..."

"Si?"

"Stavo pensando di smettere." Esclamò Dahee.

"Di studiare?"

"No, di lavorare a casa tua."

"Cosa?! Perchè? Qualcuno ti ha dato fastidio? Chi è stato? Khun? No impossibile, lui sta sempre con me. Wooshin? Nah, è troppo gentile. Dimmelo!"

"No, è solo che... no, non posso dirtelo."

"Tu non andrai proprio da nessuna parte, Kim Dahee. Non fino a quando non lo dirò io." Fu allora che la ragazza gli attaccò in faccia.

Stava per spegnere il telefono quando un pensiero le attraverso la testa: merda! Dovrei chiamare Jinhoo, ma non ho il suo numero.

"Giusto!" Si ricordò.
Velocemente, chiamò qualcuno.

"Pronto"

"Kim Dahee-ssi?"

𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora