Il resto del volo era passato piuttosto tranquillamente.
Harry alla fine aveva dormito per tre ore e mezza, che in confronto al sonno perso non erano nulla, ma si sentiva decisamente meglio.
Il resto del tempo lo aveva passato a scrivere, a sentire musica e a controllare che la sua prenotazione fosse giusta.
Il giorno prima aveva trovato una casa in affitto non lontano dal centro(molto piccola ma sarebbe bastata sicuramente), avrebbe dovuto prendere un solo autobus per arrivare alla sede della TLE.
Tralaltro non era tanto costosa quindi era stata una vera e propria fortuna.
Sbadiglió per la millesima volta coprendosi le labbra con la mano morbida e si affrettó a raggiungere le scalette di uscita.
Si ricordó solo dopo essere sceso dall'aereo del fuso orario.
Si destabilizzó leggermente guardandosi intorno.
Era mattina, forse le otto.. O le nove?
Si passó una mano nei ricci annodati, cercando di districare i nodi e camminando per raggiungere il resto dei passeggeri, che intanto si era avviato verso l'uscita e il rullo.
Una volta recuperata la sua valigia a fiori rosa, che era assolutamente bellissima(gliela aveva regalata Gemma al suo compleanno) e preso un grande respiro, mise finalmente piede fuori l'aeroporto.
"Benvenuta New York" sussurró a se stesso.
"Arrivederci Londra" disse girandosi un'ultima volta dietro di sé e camminando verso il parcheggio dei taxi.
Gli tremavano le mani.
Si respirava già un'aria diversa, si sentiva lui stesso diverso ma forse era tutta colpa dell'emozione.
Sorrideva.
Diamine da quando era sceso da quel veicolo aveva uno stupido sorriso dipinto sul viso, che non era riuscito a nascondere.. Che non voleva nascondere.
Londra e i suoi pregiudizi ormai erano lontani kilometri, finalmente si sentiva in grado di mostrare sé stesso al mondo.
Bussó al finestrino di uno di quei taxi gialli con i quadratini bianchi e neri, come quelli che ogni tanto si vedevano nelle serie tv.
Chiese all'autista se era in servizio e dopo un cenno di conferma salì in macchina, con la piccola valigia tra i piedi e lo zaino poggiato in grembo.
"Fifth avenue, perfavore" disse gentilmente all'autista che stava aspettando una frase da parte sua.
"Certo" rispose il signore, con un'accento americano molto marcato.
Harry sorrise di nuovo, non riusciva a farne a meno.
Prese gli auricolari e li attaccó al cellulare, aprendo spotify per mettere la sua playlist preferita.
Piano piano si allontanarono dall'aeroporto, e le strade iniziarono a farsi sempre più affollate e i palazzi diventarono grattacieli.
Harry sporse leggermente fuori la testa dal finestrino, una ventata d'aria fredda lo colpì in faccia arrossandogli la punta del naso.
New York, era stupenda.
Bellissima, non esistevano altri aggettivi capaci di descriverla.
Le luci accecanti, le persone che correvano di qua e di là sicuramente in ritardo per il lavoro e negozi variopinti in ogni via.
Era così piena di vita, di individui diversi e particolari.
Stava osservando attentamente ogni vicolo e ogni strada che il taxi percorreva che neanche si accorse di essere arrivato.
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Behind The Wall (Larry Stylinson)
Fanfiction"Una leggenda narra che il colore delle anime sia bianco e che ognuna di esse abbia un cratere nero che le attraversa: quel cratere è il dolore. Ogni anima ne possiede uno, la sua grandezza e oscurità dipende solo dalla quantità di dolore che si pro...