Why?
Ci aveva davvero provato.
Riempirsi di impegni, riempirsi i spazi della mente per non pensarci, tenersi talmente occupato da non dare modo alla mente di andare oltre, ma tutti quei sforzi erano stati vani.
Allontanarlo, allontanarsi non era servito a niente anzi aveva peggiorato la sua situazione.
Si era arrabbiato, era molto arrabbiato e questo sentimento non aveva fatto che aumentare e aumentare a dismisura.
Lo vedeva negli occhi di Zayn, Zayn che lo guardava con vittoria con compassione e felicità ma merda lui non li voleva quei sentimenti.
Voleva solo rimanere come sempre era stato, come era riuscito a diventare ma di sentiva scoppiare il petto.
Dopo tutto quel tempo di no e di completo nulla era tutto rispuntato fuori con estrema prepotenza e voracità e cazzo lui non era riuscito a fermarlo.
Tutto per colpa di quel dannatissimo sorriso.
E davvero lui non se lo spiegava, più ci pensava più gli tremavano le mani.
Una semplice cosa, una semplice persona in grado di scaturire sentimenti che lui era riuscito a sotterrare solo grazie a anni e anni di sforzi.
Solo con un sorriso, docile e gracile, dolce e puro..e lui davvero non poteva.
Non ne era capace non ci riusciva.
Così aveva provato ad allontarsi come aveva fatto un tempo, quel tempo ma non aveva funzionato e lo faceva sentire così incapace e impotente che il dolore lancinante al petto della rabbia lo stava davvero lacerando.
Forse quella lontananza la aveva anche alimentata quella rabbia, quella lontananza che lo aveva distaccato da quelle guance rosa forse si e come sempre era colpa sua.
"Devo andare da una parte, torno subito" annunció a Zayn, che stava scrivendo distrattamente dei calcoli sul foglio delle rendite, con quel sorriso consapevole che aveva da una settimana.
"Dove?" chiese alzando lo sguardo, calmo e provvidente come sempre.
"Cazzi miei" si maledì subito per quella risposta, perché ancora una volta aveva lasciato fuoriuscire sé.
Zayn sorrise e basta annuendo e Louis non si diede tempo per ragionare che uscì dall'ufficio.
Stava per fare una cosa che non avrebbe assolutamente dovuto fare, una cosa che il sé che c'era non avrebbe mai fatto in modo che accadesse, ma in fondo prima capiva prima poteva togliersi di mezzo il problema.
Scese velocemente le scale, non doveva essere visto, la gente là dentro si faceva già fin troppe domande a causa del suo comportamento.
Perché si, aveva capito che tutti avessero visto.
Arrivó al terzo piano, a quel piccolo ufficio, il più piccolo del palazzo che lui avrebbe giurato non potesse piacere a nessuno, ma a lui no, non a lui.
Lo odiava, cavolo lo odiava.
Come aveva fatto, se lo chiedeva sempre, ogni minuto della notte e del giorno, come? Si ripeteva.
Aprì piano quella porta in legno scuro, l'ansia che iniziava a scorrere attraverso le dita senza aver tempo di fermarla.
Cosa avrebbe detto, che scusa avrebbe rifilato, perché lo stava facendo e non lo sapeva neanche lui?
La porta cigoló piano.
La stanza era poco illuminata, gli ultimi raggi del sole calante aranciavano l'abitacolo e.. lui.
Aveva la testa poggiata delicatamente su uno di quei grandi libri che Louis stesso gli aveva assegnato, le palpebre chiuse e i ricci disordinati cadenti sulla fronte.
Stava dormendo.
Si era addormentato probabilmente troppo provato dal faticoso lavoro, e forse per la prima volta pensó davvero di essere stato uno stronzo.
Le labbra a cuore erano schiuse e lasciavano qualche respiro profondo e regolare, mentre la mano destra era stretta ad una semplice penna blu.
Si incantó, non lo fece apposta.
Che cosa sei Harry? Perché sei qui? Cosa ci fai nella mia vita, escine prima che sia troppo tardi, prima che io stesso non riesca più a trattenermi perché con te a torno sembra davvero impossibile.
Rimase lì a guardarlo per minuti lunghissimi.
Ogni tanto il più piccolo mugugnava qualcosa di incomprensibile e sollevava di poco le sopracciglia e davvero, gli faceva una tenerezza tale che veniva voglia di accarezzargli quei ricci scomposti.
Da quando era diventato così? Da quando il grande e insensibile Louis Tomlinson si scomponeva solo per uno stupido ragazzino affascinato dal mondo?
Così tante domande, davvero troppe, la sua mente da vuota era diventata confusionaria e disordinata e non gli piaceva, non gli piaceva per niente.
Non sapeva davvero che fare, cosa avrebbe dovuto?
Prese un foglietto e scrisse, per la prima volta l'inchiostro toccó un foglio di carta dopo anni, cazzo anni e lui non si capacitava.
Scrisse una semplice frase che si sapeva era incomprensibile, ma si fece una promessa: se Harry l'avesse capita, se lui fosse riuscito in quello che fino a quel momento nessuno era riuscito allora avrebbe fatto qualcosa.
Qualsiasi cosa non lo sapeva neanche lui, solo qualcosa.
Poggió il foglietto vicino al suo viso, proprio vicino alla sua mano non permettendosi di perdersi ancora e si voltò uscendo dalla stanza.
Harry Styles gli aveva dato quell'assaggio di vita con un semplice sorriso.
E ne aveva paura, cazzo si ma ne era allo stesso tempo attirato inevitabilmente.
💚💚💚
Okay di questo Lou's Pov non ne sono sicurissima quindi spero vi sia piaciuto aaa
Baci
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Behind The Wall (Larry Stylinson)
Fanfiction"Una leggenda narra che il colore delle anime sia bianco e che ognuna di esse abbia un cratere nero che le attraversa: quel cratere è il dolore. Ogni anima ne possiede uno, la sua grandezza e oscurità dipende solo dalla quantità di dolore che si pro...