15. Inside The Light

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E dopo quel sentimento, a quale sarebbe toccato? Non si possono rivivere cose che sono state nascoste appositamente capisci? Eppure. Eppure.




Harry si stropicció gli occhi con le dita sbadigliando piano.

Dopo aver aperto questi ultimi si guardò intorno per capire dove fosse.

Libri, altri libri, scrivania, computer.

Spalancó gli occhi guardando la finestra.

Il sole ormai tramontato aveva lasciato la sua scia aranciata nel cielo, seguita dal blu scuro della notte.

Non si era addormentato a lavoro, non lo aveva fatto davvero.

Si alzó di scatto, recuperando i sette manoscritti e precipitandosi al piano inferiore senza pensarci un attimo.

Pregò infinitamente che l'orario di consegna non fosse scaduto, che non avesse oltrepassato quel limite che lo avrebbe fatto licenziare.

Il lavoro era tutto, non doveva perderlo no, Liam tralartro credeva in lui e aveva promesso che avrebbe portato a termine il suo compito.

"Liam" chiamó a fatica raggiungendo la sua scrivania, i sette enormi libri che pesavano nelle braccia, ormai tutti corretti con le dovute annotazioni.

"Ho .. Finito" annunció Harry infine, posandoli sul bancone e sedendosi a terra.

Troppe scale, troppo velocemente, troppi libri pesanti.

Liam si mise a ridere, uscendo dalla porticina e raggiungendolo per dargli una mano.

"Sono tutti corretti?" chiese sorridendo dolcemente a Harry.

"Si" sorrise lui di rimando rialzandosi.

"Bravissimo Harry, non avevo dubbi" Liam si complimentó felice, abbracciando subito dopo Harry.

Harry rimase leggermente spiazzato, stringendo poi timidamente le mani attorno alla schiena del collega.

"Grazie" sorrise lievemente, mordendosi il labbro.

"Ora li spedisco subito al capo" disse, ritornando al suo pc e premendo le lettere velocemente.

"Non vedo l'ora di vedere la sua faccia" sussurró più a sé stesso che a Harry, ma lui lo sentì uguale.

"Bene Harry, per questa settimana è tutto, riposati miraccomando te lo meriti" Liam prese i libri tra le braccia e si diresse all'ascensore.

Harry lo salutò con la mano, riavviandosi per le scale.

Era davvero sfinito, quella settimana aveva dormito poco e niente e si era chiuso in quell'ufficio quasi 24h su 24.

Doveva farcela, lui ce l'aveva fatta e non ci poteva ancora credere.

Si sentiva le palpebre pesanti e le mani indolensite per la eccessiva scrittura.

Aveva assolutamente bisogno di un letto e di una grande dose di spensieratezza inseme a Niall.

Arrivó al suo piccolo ufficio aprendo la porta e recuperando il suo zainetto.

Si avvicinò alla scrivania per raccogliere tutti i suoi averi e riordinare un minimo.

Era stanco si, ma il lavoro sempre prima di tutto.

Prese le sue penne colorate- che usava per i vari accorgimenti- e i suoi post it gialli.

La stanza ormai era illuminata solo da quella lampada calda( che dava al tutto un tepore ancor più sonnolento), la luce del sole ormai scomparsa del tutto.

Behind The Wall (Larry Stylinson) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora