5. Liam Payne

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Harry si era davvero divertito.

Niall aveva continuato a fare battute per tutto il resto della giornata, avevano mangiato dell'ottima pizza e riso, riso davvero tanto.

Gli faceva così male il diaframma che quasi non riuscì a finire la sua pizza margherita, ma si sforzó perché una prelibatezza tale non poteva essere sprecata.

Finito il pasto aveva deciso che avrebbe disfatto la sua valigia.. Ma non era andata esattamente in quel modo.

Tutta la stanchezza della giornata, del viaggio, le ore di sonno saltate gli piombarono addosso come un macigno.

Non appena toccó le morbide lenzuola di raso cadde in un sonno profondo.

Il rumore assordante del suo cellulare gli rimbombó nelle orecchie, riportando Harry alla realtà.

Si steopicció gli occhi con i pugni chiusi, alzandosi a sedere con le gambe fuori dal materasso.

Non sapeva che ore fossero, non se lo stava neanche chiedendo era troppo assonnato e stordito per farlo.

Cercó a tastoni con la mano il suo telefono che non smetteva di squillare, trovandolo pochi secondi dopo.

"Pronto?" biascicó, la voce arrochita dalla dormita.

"Harry Edward Styles, dovevi chiamarmi una volta atterrato!" la voce squillante di sua madre partì all'improvviso.

"Ohu- ehm scusa mamma. Ero molto stanco mi dispiace" si scusó premendosi una mano sulla fronte con forza.

Come aveva potuto dimenticarsene?

"Va bene tesoro, lo immaginavo. Immagino tu sarai già in fermata ad attendere l'autobus" si addolcì sua madre.

Harry spalacó le palpebre scostandosi il cellulare dall'orecchio.

L'orologio segnava le otto e trentaquattro minuti.

Lui aveva il colloquio alle nove in punto.

Andó completamente nel panico.

"Ti chiamo dopo mamma, saluta Gemma e papà" chiuse la chiamata in fretta spegnendo il cellulare è fiondandosi in doccia.

Non stava succedendo proprio a lui, a lui che aveva desiderato quel lavoro per anni.

Non stava facendo tardi al primo colloquio no.

Fece tutto così velocemente che non prestó neanche attenzione ad asciugare i capelli come faceva di solito, per dargli una forma giusta.

Prese la camicia blu quella elegante dalla valigia e il papillon nero, i skinny jeans neri e le all stars rosse.

Si vestì velocemente, prendendo al volo il suo zaino dove fortunatamente erano già presenti curriculum e documenti.

Si spruzzó un goccio di fragranza rubata a suo papà( lo avrebbe ucciso non appena scoperto, se lo sentiva) e corse alla camera di Niall.

Non poteva neanche sperare di prendere l'autobus.

Inizió a bussare ripetutamente e insistentemente finché il ragazzo aprì la porta assonnato.

"Dimmi che sai guidare" pregó Harry giungendo le mani.

Niall dovette notare il panico e le mani tremanti dell'amico che annuì e prese una maglia bianca al volo che era a terra.

In meno di cinque minuti erano entrambi in una macchina tutta nera e lucida, con tanti tanti sticker di calcio attaccati al cruscotto.

Mancavano meno di dieci minuti al colloquio e Harry stava letteralmente tremando, era diventato freddo e respirava velocemente.

Behind The Wall (Larry Stylinson) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora