«Sir, sono giorni che non mangi niente, butta giù qualcosa» disse Lily preoccupata. Finalmente Sirius era tornato ad Hogwarts, però non mangiava, non dormiva e parlava solo se necessario. Era dimagrito e impallidiva a vista d'occhio dopo ogni pasto saltato. Il suo bel viso era chiaro e smunto e i suoi capelli, sempre neri e splendenti, gli ricadevano secchi e non curati sulle spalle. Non faceva altro che pensare a Marlene, sdraiata da sola in quello scomodo lettino al San Mungo, in bilico tra la vita e la morte. Anche i pensieri di Lily, Alice, James e gli altri erano rivolti alla bionda, ma se pure loro si fossero lasciati andare, Sirius non si sarebbe ripreso. Oltretutto, i ragazzi erano sempre più preoccupati per il corvino, che ormai sembrava uno scheletro, e per le notizie che arrivavano ad Hogwarts, di attacchi e distruzioni. Mancavano solo tre giorni alla fine della scuola e quello era un altro motivo di tristezza, ma per il momento, tutti provavano a ritardare il più possibile i saluti al castello. Dopo colazione, i Grifondoro più grandi decisero di uscire nel parco di Hogwarts. Appena varcato il portone, il caldo sole di giugno li inondò e una fresca brezza estiva agitò le loro uniformi. Lily faceva fatica a credere che fuori di lì il mondo stesse cadendo a pezzi. Si sedettero all'ombra di un albero e la rossa si avvicinò a James, accoccolandosi tra le sue grandi braccia. Anche gli altri fidanzati si avvicinarono gli uni agli altri e tutti iniziarono a fare qualcosa. Remus e Lily cominciarono a leggere, abbracciati rispettivamente a Mary e James. Alice e Mary spettegolavano su un corvonero e una tassorosso visti insieme, mentre Emmeline scattava foto al paesaggio. James e Frank erano immersi in una conversazione sul quidditch e Peter continuava a scartare cioccorane. L'unico non intento a fare qualcosa era Sirius. Si era seduto un po' in disparte e aveva appoggiato la schiena al tronco dell'albero sotto al quale stavano. Guardava l'orizzonte in silenzio, immerso nei suoi pensieri. Lily alzò il suo sguardo dal libro. James le accarezzava i capelli mentre parlava con Frank e anche tutti gli altri sembravano impegnati. Tutti tranne Sirius. La ragazza era sempre stata brava a leggere le emozioni dagli occhi della gente e quando i suoi caddero su quelli di Sirius ebbe un sussulto. Al posto del grigio chiaro che caratterizzava gli occhi del ragazzo, c'era un grigio scuro, come di una tempesta nel suo momento peggiore. Erano fissi sull'orizzonte, ma Lily non ebbe problemi a capire cosa provava. Riusciva a vedere tristezza e disperazione, agitazione e dolore. Una delle poche persone con cui era riuscito ad essere se stesso, una delle persone che amava di più al mondo era in una situazione terribile. Nella sua vita precedente ad Hogwarts, Sirius era stato rifiutato tante, troppe volte. Per undici anni aveva subito maltrattamenti da quelli che dovevano essere i suoi genitori e solo a quindici anni aveva trovato una nuova famiglia che finalmente lo aveva accettato e amato. Erano ormai due anni che ignorava completamente Walburga, Orion, Regulus e gli altri Black, tenendo solo il loro cognome e ci stava riuscendo perfettamente. Finalmente aveva una nuova famiglia, dei nuovi amici e una fidanzata che amava da morire, ma per colpa di Voldemort tutto era stato rovinato. Marlene era in coma per colpa di Bellatrix quindi per colpa della sua vera famiglia e Sirius non riusciva a perdonarsi per questo. Forse avrebbe fatto meglio a stare lontano da Marlene. Per sempre.
Lily si alzò, sussurrò qualcosa all'orecchio di James e si andò a sedere accanto a Sirius. Il ragazzo non la sentì arrivare ed ebbe un sussulto quando la vide accanto a lui. La squadrò per qualche istante, poi ritornò a fissare l'orizzonte. Lily fece lo stesso. Non voleva costringerlo a parlare, non voleva fargli pressioni.Ormai il sole stava tramontando e i ragazzi dovevano rientrare per la cena. Lily e Sirius non si erano mossi e continuavano a guardare fisso l'orizzonte. Gli altri si alzarono e James chiamò la ragazza
«Amore, torniamo?» Per risposta, lei spostò lo sguardo da James a Sirius e il ragazzo capì. Insieme con gli altri, si avviò verso il castello. Quando i ragazzi sparirono dalla sua vista, Sirius si lasciò sfuggire una lacrima. Una sola, niente di più, ma Lily la notò. Sempre in silenzio, appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo e continuò imperterrita a guardare i colori del crepuscolo.
«Non ce la faccio» la cupa e triste voce di Sirius fece sussultare la ragazza, che girò la testa e incontrò di nuovo quegli spenti occhi grigi
«Non posso pensare che sia tutta colpa di Bellatrix, di una Black! E se la perdessi? Non posso perderla, non riuscirei a sopportarlo. Io...» a quel punto gli si incrinò la voce
«È tutta colpa mia».
Lily aveva ascoltato lo sfogo dell'amico con le lacrime agli occhi, ma a quell'ultima frase non potè fare altro che reagire
«Sirius! Non è colpa tua, così come non è colpa di James. Gli unici che possono essere accusati sono Bellatrix, Voldemort e tutti gli altri Mangiamorte. Non puoi dire che è colpa tua solo perché è coinvolta la tua famiglia. E non la perderemo». Cercò di sembrare il più sicura possibile e a quanto pare ci riuscì. A quel punto fu Sirius a poggiare la sua testa sulla spalla della ragazza ed iniziò a piangere, come non aveva mai fatto prima. Lily fermò a stento le lacrime. Aveva detto quelle cose per rassicurare l'amico e certo, ci sperava, ma non ci credeva pienamente. Scacciò quei pensieri. Loro ce l'avrebbero fatta. Avrebbero salvato Marlene, avrebbero sconfitto Voldemort, Bellatrix e tutte le altre persone che stavano seminando tristezza e disperazione, e sarebbero riusciti a vivere una vita normale con le persone che amavano.
«Strano» constatò Lily e Sirius alzò il volto bagnato di lacrime e la guardò con uno sguardo interrogativo
«Chi l'avrebbe mai detto che il grande e famoso Sirius Black si sarebbe ritrovato in queste condizioni, consolato dalla sua peggior nemica».
Il ragazzo si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e Lily fu orgogliosa di se stessa. Un sorriso di Sirius, anche se minuscolo, era un enorme risultato. Significava che poteva ancora riprendersi e che forse avrebbe ricominciato a credere che loro ce l'avrebbero fatta.«Ehi eccoti, ma dov'è Sirius?» Lily aveva finalmente raggiunto la Sala Grande, gli amici e il fidanzato
«È tornato in Sala Comune» rispose semplicemente lei. James non fece altre domande. Non sapeva cosa fosse successo tra la sua ragazza e il suo migliore amico, ma sapeva che Lily era la migliore a consolare e a rassicurare e sperò che Sirius stesse meglio. La cena passò velocemente e i ragazzi cercarono di essere il più spensierati possibile, anche se il pensiero della loro amica in ospedale non li abbandonava. Finito di mangiare si alzarono, quando arrivò la McGonagall tempestivamente
«Ragazzi il preside vuole vedervi». Nella sua voce c'era un nota di ansia, che mise subito in allarme Lily, James e i loro amici. Si avviarono verso l'ufficio di Silente, prima camminando velocemente, poi correndo. Quando arrivarono davanti al gargoyle trovarono già lì Sirius, con l'angoscia negli occhi. La professoressa sussurrò la parola d'ordine e i nove ragazzi la superarono bruscamente per salire le scale. Sirius, in testa al gruppo, aprì la porta dello studio sbattendola, seguito immediatamente da tutti gli altri. Silente era in piedi e dava le spalle alla porta, ma quando i ragazzi entrarono nel suo studio, il preside si girò.
«Mi scusi preside, voleva vederci?» chiese Sirius con il fiatone, ricomponendosi.
Silente li guardò
«Abbiamo notizie dal San Mungo».
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"𝐓𝐫𝐚 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐚" || 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬
Fanfiction1977, 𝐇𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬 Lei capelli 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢, lui 𝐜𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐢. Lui occhi 𝐧𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨𝐥𝐚, lei 𝐬𝐦𝐞𝐫𝐚𝐥𝐝𝐨. Lei alunna 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨, lui sempre in 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Lui 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞, lei 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨𝐬𝐚. Ah, e 𝐬𝐢 𝐨𝐝𝐢𝐚𝐧𝐨 𝔖�...