«Dottoressa Diurell» esclamò Peter, ma la Medimago era già scomparsa dietro le porte dell'ascensore riservato al personale dell'ospedale. Peter battè un piede per terra, frustato.
«Mi scusi, sa dirmi dove si trova l'ufficio della dottoressa Diurell?» chiese ad un infermiere che stava passando lì in quel momento
«Secondo piano» rispose l'uomo, leggermente infastidito. Peter lo ringraziò e si fiondò verso la porta che faceva accedere alle scale. Prima della rampa c'era un piccolo cartello
«Settimo piano» lesse il ragazzo. Sbuffò. Doveva scendere cinque piani correndo. Beh era un classico.
Lui faceva sempre quello che ai suoi amici non andava di fare. Scacciò quei pensieri ricordando che lo faceva per Marlene e in realtà neanche gli dispiaceva così tanto. Da quando aveva visto la donna nella stanza bianca e vuota nella quale erano arrivati con la passaporta, gli era subito sembrata stupenda. Ovviamente era più grande e non avrebbe mai calcolato un ragazzo più piccolo, sicuramente non uno come lui. Magari qualcuno come James o Sirius, entrambi alti, muscolosi e affascinanti, oppure Remus, con la sua aria misteriosa e tranquilla allo stesso tempo. Ma sicuramente non lui. Non il basso, grassotello Peter Minus. In quel momento però non doveva preoccuparsi di quanto meno bello dei suoi amici fosse, o di quanto stupenda apparisse ai suoi occhi la dottoressa Diurell, doveva concentrarsi su Marlene e sulle pasticche che l'avrebbero aiutata a stare meglio. Con tutti questi pensieri per la testa, Peter aveva finalmente raggiunto il secondo piano. Si guardò un po' in giro, cercando la porta con la scritta "Dot.sa Diurell" e finalmente la vide. Vi si avvicinò un po' timoroso e lentamente bussò tre volte, per poi aspettare una risposta. Visto che non arrivò, il ragazzo si appoggiò al muro, incrociò le braccia e si guardò in giro, provando ad individuare la donna tra le numerose persone con il camice bianco che giravano per i corridoi. Passò più o meno un quarto d'ora quando finalmente dei capelli biondo rame annunciarono l'arrivo della dottoressa Diurell.
«Dottoressa!» esclamò Peter e la donna alzò lo sguardo dai fogli che aveva in mano
«Ciao! Sei uno degli amici di Marlene McKinnon, vero?» chiese gentilmente e il ragazzo non poté fare a meno di pensare che per una volta qualcuno si era ricordato di lui.
«Si sono io. Mi chiamo Peter» rispose
«Mi scusi dottoressa ma non ci ha detto il nome delle pasticche per la mia amica» spiegò il ragazzo. Gli sembrò che arrossisse leggermente, ma forse era solo la sua immaginazione
«Oh, scusa, quanto sono distratta! Vieni seguimi» gli disse la donna, aprendo la porta del suo ufficio.
«Oh, e chiamami Hannah».
Il ragazzo sorrise per risposta ed entrò dopo la dottoressa nello studio.
La stanza era rettangolare e aveva le pareti bianche. Non era molto grande, infatti c'era giusto lo spazio per una scrivania ricoperta da moltissime carte, con una sedia più alta da una parte e due più piccole dall'altra. L'unica particolarità della camera era il quadro di un paesaggio collinare illuminato dalla luce di un tramonto.
«Che bel quadro» constatò Peter appena entrato. Hannah chiuse la porta con un movimento di bacchetta e gli sorrise
«Grazie. L'ha fatto mio fratello. Adora dipingere». Detto questo, iniziò a passare in rassegna velocemente tutte le carte sulla scrivania fino ad una cartella rosa
«Oh mio dio! Non ho portato la cartella al capodipartimento!»
«Non preoccuparti, ti aspetto» disse subito Peter e lei gli sorrise riconoscente. Prese in mano la cartella e si fiondò fuori dall'ufficio.
Il ragazzo iniziò a guardarsi intorno, aspettando il ritorno della Medimago. Tra i vari mucchietti di carte sul tavolo, scorse una piccola foto incorniciata da una cornice rosa chiaro. Rappresentava la dottoressa insieme ad altre due ragazze della sua età che ridevano. Peter sorrise a quell'immagine. In quel momento rientrò Hannah con il fiatone.«Eccomi! Allora le pasticche per la tua amica...» cominciò lei, ma la porta venne aperta. Comparve un uomo molto alto, con i capelli brizzolati e degli occhiali rotondi
«Hannah scusa il disturbo, ti è rimasta qualche scatola di Iurofen?» chiese con voce profonda
«Controllo» rispose subito lei abbassandosi dietro la scrivania. In quel momento Peter si accorse di un piccolo mobiletto che prima non aveva notato, pieno di scatolette di medicine. Dopo un po' che cercava, la donna riemerse trionfante con in mano due piccoli contenitori verdi e si avvicinò al dottore, che era rimasto alla porta
«Ecco, Albert»
«Grazie mille, Hannah» la ringraziò lui, sparendo nel corridoio.
La Medimago chiuse per la terza volta la porta
«Scusa tanto, Peter» disse mortificata «Figurati» la rassicurò lui «Adesso cerchiamo le pasticche per la tua amica».
Si abbassò di nuovo dietro la scrivania quando si udì bussare. Hannah ritornò in piedi e alzò gli occhi al cielo
«Avanti» disse leggermente infastidita.
Entrò nella stanza una donna un po' grassottella «Hannah! Hai un po' di...» «No! Mi dispiace Valerie, ho finito tutto. Ci vediamo dopo» esclamò, avviandosi verso la porta a grandi passi e chiudendola in faccia alla collega, dopodiché si appoggiò al muro, esasperata.
«Scusami, scusami tanto, Peter» disse con voce strozzata. Il ragazzo notò che aveva le lacrime agli occhi e le si avvicinò «Ehi ehi, non preoccuparti per me. Posso aspettare» le disse, appoggiandole una mano sulla spalla «Grazie» rispose lei, tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime con la manica del camice.
«È che è tutto così difficile qui. Provo ad essere gentile con tutti e ad essere il più efficiente possibile nel lavoro ma è dura. Non riesco a stare al passo con tutto, sono giorni che non dormo e a mala pena ho qualche momento libero per mangiare. Qui nessuno mi considera, se non per chiedermi favori» sospirò «Forse non sono pronta» concluse alla fine. Durante il discorso, i capelli della dottoressa Diurell erano diventati fucsia e quando se ne accorse tirò un altro grande sospiro e si fece scivolare lungo il muro fino a sedersi per terra «Perfetto, ci mancavano solo i miei capelli».
Peter aveva assistito allo sfogo in silenzio e ora non sapeva bene che fare. Era imbarazzato, perché la donna aveva espresso davanti a lui pensieri privati, ed era in difficoltà perché non aveva mai dovuto consolare nessuno. Ancora una volta, non poté fare a meno di paragonarsi ai suoi amici, così bravi in tutto. Tirò un grande sospiro anche lui. In fondo sapeva come ci si sentiva ad essere considerati poco. Si sedette per terra accanto a lei.«Sai, ti capisco. Ma sono sicuro che questa è una fase. Sei già stata bravissima a curare Marlene, riportando la speranza nelle nostre vite e ora devi solo riuscire a farti rispettare di più. Mi sembri molto determinata e credo che potresti farcela» disse Peter, mentre Hannah lo guardava.
«Grazie, Peter» sussurrò. Il modo in cui lei pronunciava il suo nome gli faceva venire i brividi.
La medimago lo guardò negli occhi e poi il suo sguardo si spostò sulle labbra di lui. Lentamente, avvicinò il suo viso a quello di Peter sempre di più, sempre di più, fino a che non annullò le distanze tra loro.
Mentre Hannah chiuse gli occhi, facendosi completamente assorbire dal bacio, Peter li spalancò incredulo. Cosa stava succedendo? Non gli sembrava più la sua vita. Aveva fatto un discorso che era riuscito ad infondere fiducia in una persona quando nemmeno lui ne aveva in se stesso e ora Hannah lo stava baciando. La bellissima dottoressa Diurell era lì, con lui, e lo stava baciando. Decise di cancellare ogni pensiero e godersi il momento. Portò le sue mani nei capelli di lei, che erano passati da fucsia a un rosso intenso, e continuarono a baciarsi per qualche istante. Poi si staccarono con il fiatone.
«Scusami!» esclamò Hannah portandosi una mano alla bocca «Scusa non so che mi è preso. Questo....non è da me»
«No! Io non....» Peter non aveva parole
«Non è un problema» riuscì a dire «Solo io....»
Hannah sorrise «Credo che dovresti tornare dai tuoi amici». In quel momento il ragazzo si rese conto che aveva lasciato la stanza 777 da un sacco di tempo.I due si rialzarono e Peter posò la mano sulla maniglia della porta «Mortena» disse Hannah e il ragazzo la guardò con sguardo interrogativo
«La medicina per Marlene» lui annuì con la testa.
«Grazie di tutto Peter» mormorò la donna avvicinandosi a lui. Gli diede un piccolo bacio a stampo e Peter si accorse che, anche essendo più piccolo, era più alto della dottoressa. Il ragazzo aprì la porta, sorrise alla donna e cominciò a correre verso le scale e poi su, fino alla stanza 777.*SPAZIO AUTRICE*
Ciao a tutti! Come va?nessuno:
io mentre scrivevo questo capitolo: EHMMMMMMHo deciso di scrivere questa situazione perché mi sono accorta che ho dato zero spazio a Peter nei capitoli precedenti e visto che è un personaggio importantino (ma giusto poco poco) mi sembrava giusto dargli un po' di spazio
(Peter ti odio ti odio ti odio però ti lascio spazio perché sono buona)Comunque fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo lato di Peter.
Lasciate una stellina è un commento se vi sta piacendo la storia!Ciaoooo
-Ele🧸
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"𝐓𝐫𝐚 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐢𝐳𝐢𝐚" || 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬
Fanfiction1977, 𝐇𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬 Lei capelli 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢, lui 𝐜𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐢. Lui occhi 𝐧𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨𝐥𝐚, lei 𝐬𝐦𝐞𝐫𝐚𝐥𝐝𝐨. Lei alunna 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨, lui sempre in 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Lui 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞, lei 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨𝐬𝐚. Ah, e 𝐬𝐢 𝐨𝐝𝐢𝐚𝐧𝐨 𝔖�...