capitolo 30

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«Vi ringrazio ancora. Ma non dovevate. »

«E invece sì, non aveva alcun diritto di mancarvi di rispetto in quel modo. Comunque se doveste stancarvi di fare la duchessa potrete sempre dedicarvi alla lotta, avete un vero talento.»

Audrey non poté fare a meno di ridere, ora che la situazione si era calmata doveva ammettere che il suo soccorritore oltre ad avere un gran senso dell'umorismo non era affatto brutto: gli occhi di marrone talmente intenso che ricordavano il cioccolato erano dolci e scherzosi come il sorriso. Certo, non rappresentava la "bellezza classica", tuttavia doveva ammettere che nell'insieme era piuttosto attraente.
I pantaloni attillati e la camicia che indossava, troppo leggera per il freddo pungente, lasciavano intravedere un corpo simile a quello delle statue degl'antichi Greci.
La loro vista le ricordò la bellissima serata passata con James, il ricordo delle sue carezze e dei suoi baci le fecero sentire un improvviso calore al ventre e nella tenera intimità fra le gambe.

«Siete sicura di sentirvi bene? »le chiese Edward interrompendo il corso dei suoi pensieri.

«Sì, non preoccupatevi. Credo di essere solo un po' sconvolta per via dell'accaduto.» disse cercando di nascondere il rossore che le imporporava le guance.

«Volete che vi riaccompagni a casa con la carrozza? La mia non è molto lontana.»

«Grazie ma devo rifiutare la vostra offerta, credo di aver abusato del vostro tempo fin troppo. E poi non saprei come fare con Phedro.» continuò lanciando un'occhiata al cavallo.

«Permettetemi almeno di aiutarvi a montare a cavallo.»

«Questo posso permettervelo» rispose
sorridendo.

Dopo che Edward l'ebbe aiutata a montare in groppa a Phedro e, averlo ringraziato ancora una volta Audrey galoppò a tutta velocità verso casa non accorgendosi che ai piedi del giovane era caduto un biglietto, lo stesso biglietto che si era ripromessa di distruggere.
Così, quando il giovane se ne accorse Audrey ormai era già sparita , non potè fare altro se non metterselo in tasca promettendosi che glielo avrebbe fatto riavere il prima possibile.

Quando Audrey rientrò non potè fare a meno di non notare lo sguardo di rimprovero dello stalliere, sicuramente credeva che il cavallo l'avesse disarcionata confermando così la sua teoria secondo la quale una donna non era in grado di cavalcare un cavallo del calibro di Phedro.

«Non preoccupatevi il cavallo non mi ha affatto disarcionata.» gli disse mentre toglieva sella e briglie al cavallo.

L'uomo non fece commenti nemmeno quando Audrey rientrò in casa, nonostante ciò bastava guardarlo in viso per capire non solo che non credeva ad una parola ma anche, che secondo lui Sua Grazia aveva scelto una moglie che non ci stava con la testa.

****
Non volendo sporcare l'ingresso principale Audrey scelse di utilizzare una delle entrate usata dalla servitù. Fortunatamente a quell'ora la maggior parte degl'impiegati era del tutto occupata, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era che il personale le sparlasse alle spalle. Era quasi arrivata in cima alle scale quando sentì una voce femminile chiamarla dal piano terra:
«Mia cara, scusate l'intrusione ma erano settimane che non ricevevo notizie da mio nipote così ho pensato che se non era Maometto ad andare alla montagna la montagna sarebbe andata da Maometto.»

Audrey si voltò rimanendo di sasso, di fronte lei c'era una delle donne più potenti del ton,una delle donne che aveva sperato di evitare conciata com'era:Lady Merton.

La Passione Di Lady Audrey (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora