capitolo 48

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«Avresti dovuto rimanere a letto. Quel bernoccolo deve averti completamente rimbambito.» lo rimproverò John.
Ripreso i sensi James era montato subito in sella nonostante il parere contrario dell'amico e della moglie di lui che, avevano provato in tutti i modi a convincerlo a rimandare le ricerche nell'indomani così da riuscire ad ideare un piano non suicida.
«È grazie a questo bernoccolo se adesso Audrey è fra le grinfie di quella psicopatica.» gli rammentare James soffocando un grugnito.
John stava per ribattere rammentandogli che nelle istituzioni più difficili la cosa più importante da fare era mantenere l'autocontrollo e una mente fredda quando un uomo a cavallo sbucato dal nulla bloccò loro la strada.

«Scusate il ritardo ma ho saputo da poco cos'è accaduto.»

«Alex che cosa ci fate qui?» chiesero all'unisono Lord Smith e Lord Fortescue.

«Ovviamente vengo con voi. È ora di porre la parola fine a tutto questo.» rispose secco.
Non ci fu bisogno di dire altro, Alec si affiancò ai due amici e insieme ripartirono.

Quando il cielo iniziò a tingersi dei primi colori della luce del giorno James, John e Alec avevano già abbandonato da tempo la città. Come aveva supposto le ore di vantaggio dei due rapitori stavano inficiando negativamente sulle ricerche.
Lo stato di ansia di James aumentava sistematicamente col trascorrere del tempo, si sentiva imponente e la paura di perdere la moglie gli procurava un dolore lancinante.
«La troveremo non preoccuparti. Oramai sono disperati, sanno che gli stiamo alle costole. Con un po' di fortuna potrebbero tradirsi da soli.» cercò di consolarlo Alec.
«E se così non fosse? La verità è che questo caso mi ha talmente ossessionato da oscurare ogni mio buon senso. Se avessi capito fin dall'inizio di fidarmi dell'uomo sbagliato quasi sicuramente adesso non ci troveremmo qui nel bel mezzo della campagna.» esplose non riuscendo a controllare lo stress.
Non riuscendo ad articolare una risposta sia John che Alec preferirono tacere e proseguire.

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«Svegliatevi mia cara Lady Smith, siamo arrivati alla nostra prima tappa.»
«Dove siamo?» chiese Audrey intontita.
«Vi basti sapere che per oggi ci fermiamo. Il viaggio sarà ancora lungo ma non preoccupatevi ben presto la smetterete di lamentarvi. A proposito siete riuscita a trovare una risposta che soddisfacesse la vostra curiosità?»
«In realtà la risposta non mi interessa nemmeno dal momento che non resterò in vostra compagnia ancora per molto.»
«Finalmente concordiamo su qualcosa.» rispose raggiante.
«Ora alzatevi abbiamo perso anche troppo tempo.» riprese liberandole le caviglie dalla corda.
Senza opporre molta resistenza Audrey seguì la donna e scese dalla carrozza.
Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare o di capire dove si trovasse che venne trascinata e chiusa dentro a quella che a giudicare dall'odore di cibo vario doveva essere un magazzino. Non avendo a disposizione nessuna candela con cui far luce preferì sedersi accanto alla porta. Fortunatamente almeno le caviglie non erano più legate come salami e, molto presto sarebbe riuscita a liberare anche i polsi. Infatti dopo la prima discussione anche la sua rapitrice aveva finito per addormentarsi permettendole così di afferrare un secondo pugnale che l'aguzzina aveva nascosto tra i sedili della carrozza.
Nonostante l'oscurità, non senza qualche difficoltà, Audrey riuscì a tagliare le corde. Ora doveva solo aspettare il momento più propizio e sarebbe tornata dal James.
Il pensiero del marito le fece venire le lacrime agli occhi, la spossatezza e la paura cominciavano a farsi sentire. Le riusciva sempre più difficile pensare che tutto sarebbe andato per il meglio; anche ammettendo che fosse riuscita a scappare non aveva la minima idea di dove si trovasse.
L'unica speranza seppur vana era che James stesse percorrendo la loro stessa strada.

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«Ho parlato con un contadino; qualche ora fa una carrozza signorile ha attraversato questa strada. Stando a quello che dice l'unica meta possibile in quella direzione è un vecchio casale da poco adibito ad una specie di locanda.»-«Sempre stando alle sue parole era quasi sicuro di avere intravisto due donne: una avvolta in un mantello rosso e una priva di sensi, purtroppo non è stato in grado di dirmi altro anche se credo che queste informazioni confermano che abbiamo seguito la pista giusta fin dall'inizio.»

«Speriamo di poterci fidare. Non credo che James reagirebbe bene nello scoprire che per tutto il giorno abbiamo seguito una falsa pista.»

«John di che falsa pista stiamo parlando?» li interruppe James raggiungendoli.
Dopo molte ore a cavallo, James aveva sentito il bisogno di passare alcuni momenti da solo nel bosco. Così si era allontanato.
«John, ha ottenuto delle informazioni che ci fanno credere di essere sulla pista giusta. Se così fosse Audrey potrebbe trovarsi più vicina di quanto crediamo.» lo aggiornò Alec.
Dopo che gli amici lo ebbero aggiornato decisero che avrebbero raggiunto la locanda quella stessa notte. Se ci fosse stata la minima possibilità di riuscire a coglierli alla sprovvista non avevano intenzione di lasciarsela sfuggire.

****
Per Audrey la notte non poteva trascorrere più lentamente. L'ansia di venire catturata se solo avesse provato a fuggire le paralizzava le gambe. Fortunatamente dopo essere stata rinchiusa non aveva avuto più alcuna visita. Stando però alle chiacchiere che aveva udito fra la nobildonna e Rattherford avrebbero ripreso il viaggio nel giro di qualche ora. Questa significava che se voleva sperare di riuscire a ritornare a casa doveva farsi coraggio e tentare il tutto per tutto. Per quanto il fisico le dolesse riuscì a reggersi sulle sue gambe e a raggiungere le stalle.
Le stalle erano immerse nel silenzio della notte, quando Audrey vi entrò nonostante il buio riuscì ad intravedere la sagoma di un cavallo che a differenza degli altri era stato lasciato fuori dal suo box con addosso sia le briglie che la sella.
Senza pensarci due volte, Audrey si avvicinò all'animale che con sua somma sorpresa non sembrava infastidito dalla sua presenza, e dopo che quest'ultimo l'ebbe annusata salì in groppa.
Percorrere la strada nel buio più totale si stava rivelando piuttosto complicato; ogni minimo rumore la metteva all'erta. Il cavallo invece sembrava proseguire senza difficoltà, dopo quello che le era sembrato un'eternità le luci interne emanate dal casale non erano che un minuscolo puntino che colorava l'oscurità della notte.
Vagamente rincuorata Audrey iniziò a rilassarsi, forse stavolta sarebbe andato tutto per il meglio. Immersa nei suoi pensieri non si accorse che allo sue spalle, a circa un centinaio di metri, le stava puntando una pistola. Il colpo esploso fece imbizzarrire il cavallo che la disarcionò per poi scappare via.  Sentendo i passi farsi sempre più vicini Audrey si costrinse ad alzarsi così da cercare rifugio nel mezzo della vegetazione. Il proiettile doveva averle colpito la spalla sinistra, ma nonostante il dolore le facesse desiderare di fermarsi a prendere fiato non poteva fermarsi, non ora che i passi dell'aggressore si facevano sempre più vicini.

«Suvvia Lady Smith venite fuori sappiamo entrambi che non riuscirete a correre ancora a lungo. Siete ferita e questi boschi possono essere molto insidiosi.»
I passi di Rattherford divennero sempre più vicini, quando Audrey lo sentì a poca distanza rispetto all'albero in cui si era nascosta con un abile scatto riprese a correre.
Con il cuore in gola continuò a scappare senza mai voltarsi indietro.
Sicura che a breve sarebbe stata di nuovo catturata.
«Credete davvero ti poter reggere questo passo ancora a lungo?» urlò Rattherford.

Anziché rispondergli Audrey cercò di aumentare il passo quando uno sparo la raggelò sul posto.
L'imprecazione che seguì le fece capire che Rattherford doveva essere stato colpito.
Spaesata e sotto shock Audrey tentò di riprendere la sua corsa ma un uomo a cavallo le sbarrò la strada facendola cadere all'indietro.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò in una situazione che già conosceva: due occhi blu come topazi la stavano fissando.

«Ce ne hai messo di tempo per trovarmi.» disse dopo qualche istante, contenta di essere al sicuro tra le braccia del marito.
Ignorando il commento della moglie, James prese a ispezionarle tutto il corpo come per assicurarsi che non le fosse accaduto nulla.

« Sono stata colpita da un proiettile alla spalla sinistra.»  lo informò, non riuscendo più a sopportare l'ispezione.
Il volto si fece cupo, un luccichio di follia gli attraversò gli occhi.
Soffocando un'imprecazione James estratto un fazzoletto dalla giacca e trovato il foro del proiettile tamponò la ferita. Il sangue gli ribolliva nelle vene; quando pochi istanti  prima aveva udito il rumore di uno sparo provenire dalla zona in cui di stava dirigendo, un brivido di terrore gli era corso lungo tutta la spina dorsale. Temendo quello che in effetti era successo sia lui che Alec e John avevano lanciato i propri destrieri lungo la coltre di alberi e arbusti da cui avevano sentito provenire il sordo rumore. James non riusciva a ricordare il momento in cui si era trovato solo a sbarrare la strada ad una figura minuta che correva a perdifiato.
Rammentava solo il desiderio travolgente di stringerla a sè che, aveva provato quando si era reso conto di avere la sua Audrey di nuovo al suo fianco.

«James ti prego riportami a casa.» gli sussuró avvolgendogli le braccia intorno al collo.

La Passione Di Lady Audrey (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora