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~•Skip Time•~

~•Alyssa pov•~
Da circa due settimane sono iniziati gli allenamenti per la prima partita contro l'Inghilterra. Il mister ci aveva massacrate, una ad una, per eccellere nella prima partita del Mondiale.
« Forza ragazze! Correte! Alzate quelle fottutissime ginocchia! »
Ci urlò il mister.
« Qualcuno oggi è di cattivo umore. »
Disse Susan, suscitando alcune risate da parte delle mie compagne.
« Gray dieci giri di campo in più! »
Urlò il mister, indicandola. Susan sbuffò ricominciando a correre.
« Voi altre! »
Urlò indicando noi. Sussultammo per lo spavento.
« Iniziate con i tiri dal dischetto se non volete raggiungere la Signorina Gray! »
Urlò ancora. Noi ci mettemmo subito all'opera. Per quanto riguardava la questione "Mister" avevo scoperto alcune cose. Il mister Smith lo conosceva. L'avevo visto parlare molto spesso con il mister del Brasile. Sembra quasi che si conoscano dai tempi delle scuole superiori. Forse erano amici. Bah. Santana e Natureza si erano occupati dello scoprire qualcosa sul comportamento del mister in mia presenza. Mi hanno detto che tendeva ad osservarmi, come se volesse parlarmi ma non ne avesse il coraggio, inoltre si alzava per evitare il mio sguardo.
« Gray! Quello non è correre! Stai trotterellando! Non fare la stupida! Mi hai sentito!? »
Urlò il mister.
« Mi scusi mister! Ora riprendo a correre da persona seria! »
Disse Susan. Il mister si girò. Potevo vedere un sorriso sul suo volto.
« Forza mister lo so che le sto simpatica! So anche che sta ridendo! »
Disse Susan continuando a trotterellare. Il mister si girò divertito.
« Gray! Va a fare il portiere! »
Disse.
« COSA!? MA SONO UN ATTACCANTE! »
Disse fermandosi di colpo. In questa squadra le sorprese non finivano mai.
« Forza! Magari impari a tirare senza essere prevedibile! »
Disse il mister lanciandole dei guantoni.
« Ai suoi ordini! Io non so tirare in modo imprevedibile e devo imparare! Mi farò colpire in faccia se necessario! »
Disse Susan facendo il saluto militare. Sbattei la mano sulla fronte. Trotterellando si spostò verso la porta.
Una ad una tirammo. Ne prese qualcuna ma almeno aveva capito dove tirare.

~•Skip Time•~

Finito l'allenamento ci dirigemmo verso le nostre stanze.
« Alyssa Walker? »
Mi chiamò qualcuno di cui non conoscevo la voce.
« Salve, come pos- a-ah Signor Hongo è lei. »
Dissi io.
« Vorrei parlarti. È possibile farlo in privato? »
Chiese, togliendo gli occhiali. I suoi occhi erano simili ai miei, ma non per il colore. Ardevano di passione per il calcio, pieni di speranza.
« Certamente Signor Hongo. »
Dissi.
« Chiamami Roberto. Non mi piace essere chiamato Signor Hongo. »
Disse lui.
« Mi dispiace. È abitudine. »
Dissi, con una mano dietro la testa. Ci dirigemmo verso il bar-ristorante. Ordinammo lui un bicchiere di Scotch, io un una tazza di caffè macchiato.
« Alyssa... Come sta Kate? »
Mi chiese sorseggiando il suo drink. Spalancai gli occhi. Come faceva a conoscere mia madre?
« S-sta bene. »
Dissi pagando il barista.
« Mi fa molto piacere. Sono anni che non la vedo. »
Disse lui. Io rimasi in silenzio, sorseggiando un po' del mio caffè macchiato.
« Alyssa... Non ti ha detto nulla su tuo padre? »
Chiese.
« Mi ha accennato qualcosa. Mi ha scritto che è un giocatore di calcio che vive in Brasile e che ama suonare la chitarra. »
Dissi, con la tazza calda tra le mani. Rimanemmo in silenzio.
« Come fa a conoscere mia madre? »
Chiesi, spezzando quel silenzio imbarazzante.
« Durante l'ultimo anno di superiori mi sono trasferito a Miami e ho conosciuto tua madre. Eravamo ottimi amici. »
Disse chiedendo un altro bicchiere di Scotch.
« Mia madre non mi ha detto nulla riguardo la vostra amicizia. »
Dissi. Lui mi guardò, sorpreso.
« Ho saputo che sei diventata il capitano della Nazionale Americana. Complimenti! »
Disse lui bevendo ad un solo colpo tutto il bicchiere.
« Gliel'ha detto Mister Smith, è corretto? »
Chiesi.
« Sei una ragazza davvero perspicace. »
Disse lui, con un sorriso amaro stampato in faccia.
« Arrivi al punto. Sta girando intorno a qualcosa. Ne sono certa. »
Dissi passando la tazza vuota al barista.
« Hai centrato in pieno. »
Disse ridendo leggermente.
« Alyssa... Ecco... Io- »
« Mister! »
Disse uno dei giocatori del Brasile.
« Dimmi Pepe. Che succede? »
Chiese Roberto.
« Io vado allora. Devo prepararmi per la cena. »
Dissi alzandomi. Cosa aveva intenzione di dirmi prima che ci interrompesse quel giocatore di nome Pepe? Salii le scale ed entrai in camera, dove Susan stava riposando. Silenziosamente indossai un paio di jeans e una T-shirt nera dei Queen.
« Sei tornata finalmente. »
Disse Susan, stropicciando gli occhi.
« Scusami ma il mister della squadra brasiliana voleva parlare in privato con me. »
Dissi sistemando la divisa.
« Domani è il grande giorno. »
Disse Susan, mettendosi a sedere.
« Domani comincia la sfida del Mondiale. E vinceremo! »
Dissi.
« Torneremo in patria con la coppa del mondo tra le mani. »
Disse Susan alzando la mano.
« E mostreremo al mondo chi siamo! »
Dissi, battendole il cinque. Ridemmo. « Forza andiamo a cenare. »
Disse Susan. Poggiai il telefono sul comodino. Mi stiracchiai, alzandomi sulle punte. Mi diressi verso la porta. Scesi le scale ed entrai nel ristorante. Mangiammo, ridemmo e scherzammo. Dopo aver terminato di mangiare, rientrai in stanza, distrutta. Presi il telefono, ritrovandomi una telefonata persa. Richiamai subito la nonna.

« Ciao nonna. Scusa se non ho risposto ma ero a cena. »

« Tranquilla bambina mia. »

« Perché mi hai chiamato a quest'ora? »


« Da noi solo le due del pomeriggio. »

« Giusto, il fusorario. Mi fa piacere sentirti. Come state? »

« Stiamo tutti bene. Tuo nonno e i tuoi fratelli non vedono l'ora di vederti giocare. »

« Davvero? Salutameli. »

« Certo Alyssa. Anche tua madre verrà a guardare le partite. »

« Saluta anche lei, quando la vedi. »

« Lo farò. Ora vado. I tuoi fratelli stanno tornando da scuola prima, quindi devo preparargli qualcosa da mangiare. »

« Ciao nonna. »

Staccai la chiamata, stendendomi sul letto. Sorrisi. Qualcuno bussò alla porta. Mi alzai per aprire.
« Ciao principessa. »
Disse Benji, baciandomi a stampo.
« Ciao anche a te! »
Dissi, toccandogli la punta del naso.
« Andiamo a fare una passeggiata? »
Chiese.
« Sono parecchio stanca e poi domani inizia il Mondiale. »
Dissi.
« Capisco. »
Disse lui. Si spostò, chiudendo la porta.
« V-vuoi dormire c-con me? »
Chiesi imbarazzata.
« Vado a mettere il pigiama. »
Disse lui sorridendo sotto il berretto. Lo feci anch'io. Chiusi la porta. Mi diressi verso il letto. Presi tra le mani la foto che avevamo scattato davanti la Tour Eiffel. La poggiai sul petto. Morsi il labbro inferiore. Bussarono alla mia porta. Mi diressi verso essa, aprendola.
« Ciao Be- »
Spalancai gli occhi. E lui cosa chi faceva qui?

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¡HOLA!
Passano due settimane e Alyssa e decisa a vincere insieme alle sue compagne, per dimostrare che ogni Paese può vincere. Tra i due piccioncini le cose vanno bene, si amano e trascorrono molto tempo insieme. Ma chi sarà ad aver bussato alla porta di Alyssa? E cosa succederà nel prossimo capitolo?

Seguite 8WakaBaCrost8 e andate a leggere la sua Fanfiction! (Ancora non riesco ad accettare il fatto che sia finita.🥺)
Ci si vede al prossimo capitolo gente!

ALL'ULTIMO RIGORE  (Seconda Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora