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Aspettai una sua possibile reazione, positiva o negativa.
Ma non successe nulla, Zulema si scostò da me per poi sdraiarsi sul letto, la guardai, non sapevo cosa fare.
Feci per parlare ma mi bloccò subito.

-Se vuoi rimanere qui, non devo ripeterti regole o cosa fare, lo sai già, perciò...
-Voglio rimanere...
-Bene, benvenuta.

Rimango a guardarla ancora  mentre si mette sotto le coperte e mi augura la buona notte, nonostante ci sia ancora il sole alto e poco dopo si addormenta.
Esco dalla roulotte, non capisco se sia arrabbiata e voglia strangolarmi, oppure non le importa nulla di quanto successo. Perché deve essere così complicata!?

Poco dopo decido di voler una risposta, entro nella roulotte e mi avviò verso il letto, la scuoto leggermente, chiamandola per svegliare, ma mi dimentico la regola più importante. Mai svegliarla di colpo mentre dorme.
In una frazione di secondo mi ritrovo sdraiata sul materasso e Zulema é seduta sopra di me, con una mano mi tiene i polsi e l'altra ha un coltello attaccato al mio collo.

-Zulema ma che cazzo fai!????

Rendendosi conto che non fossi un maniaco mi osserva, e sta volta arrabbiata, per capire per qualche motivo avrei dovuto svegliarla.

-che cazzo vuoi, lo sai che non mi devi MAI svegliare così.
-Lo so, ma ho bisogno di parlarti...
-Parla, ti ascolto.
-Leva il coltello, non vorrei diventare un prosciutto grazie.
-Facciamo che lo tengo per sicurezza, in base a ciò che mi dici poi decido se levarlo o meno
-Tanto non mi uccideresti mai
-Ti avviso, ti ripeto, te lo dico per la milionesima volta, non mi sfidare. Dimmi che cazzo vuoi.
-Voglio...parlare di prima
-Prima quando
-Prima, prima...quando ci siamo baciate
-Oh signore...
-Zulema noi...
-Non ti aspettare nulla da me, ne adesso, ne domani ne mai. Non ti darò mai ciò che cerchi okay?

Non pensavo che mi potesse fare così tanto male, non pensavo che le parole facessero più male dei gesti.
Annuí e Zulema si levó da me, mi alzai e andai verso la porta della roulotte.

-Eh adesso dove te ne vai?
-Voglio prendere un po' d'aria, ti dispiace?

Detto ciò esco e cammino un po' lontano dalla roulotte, ma non troppo se no non riuscirei più a ritornare.
Quando sono un po' lontana mi lascio uscire le lacrime che prima avevo tenuto dentro.
Cosa diavolo mi stava succedendo?? Davvero me la prendevo per così poco??
Mi appoggiai ad una duna di sabbia e rimasi lì una decina di minuti, o forse di più.
Quando però ritornai fui "assalita" da Zulema.

-Dove diavolo sei stata???
-Qua fuori
-Non ti ho vista.
-Ero qui, fidati e basta, non rompermi soprattutto, non sei mia madre ne nessun membro della mia famiglia, non ti preoccupare per me, so vivere da sola, grazie.

Non ero mai stata così acida con una persona, eppure, dopo quanto successo, mi uscí naturale, ma anche questa non fu la scelta giusta.
Zulema prende il mio viso tra le sue mani e lo portò a qualche centimetro dal suo.

-Non. Ti. Permettere.
-oppure??? Cosa fai eh??? Vuoi ammazzarmi???? Tanto non é la prima volta, giusto??
-STAI ZITTA, NON PARLARE SE NON CONOSCI CERTE COSE.

Mi scaraventò contro il muro, e allora fu lì che capì di essere veramente in pericolo.

-Non urlare...
-Oppure???
-Niente, ti chiedo per favore di non urlare...
-Questa é casa mia e faccio quel cazzo che mi pare.
-Sono stanta di litigare con te! Me ne vado, io sono fuori dai tuoi piani del cazzo!

E mi avvio verso l'uscita, ma quando apro la porta Zulema le tira un calcio facendola chiude e  mi gira di prepotenza verso di lei.

-Forse hai sbagliato a capire.

Me la ritrovo nuovamente a pochi millimetri dal mio viso.

-Tu sei dentro quanto me, e non te ne vai via, tu adesso appartieni a questo luogo. Appartieni a me.

Buscando tu mano |Zulema Zahir|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora