Connessione astrale

246 20 30
                                    

Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo.》
[William Alexander]

Rose le rivolse un occhiata torva nella penombra del palco, che però la Anderson non colse.

La scena che stava per essere interpretata era una delle più semplici, ma allo stesso tempo significative di tutto il copione. Era carica di tutta la rabbia, di tutta la libertà negata e dell'umanità ridotta al minimo che la schiavitù dei Pellerossa aveva comportato nel 1800.

Il ragazzo scelto per interpretare Henry salì sul palco passando da dietro le quinte, per simboleggiare il suo sbarco in America. Sembrava quasi turbato. Quello di certo non era il luogo in cui avrebbe incontrato la sua futura moglie, non era la Francia.

"Mi scusi!" Chiese, ad una comparsa, che interpretava il capitano della nave su cui Henry aveva raggiunto gli Stati Uniti. "Saprebbe dirmi dove ci troviamo?"

"Questa è l'Alabama, ragazzo!" Esclamò quello in risposta.

"A-alabama?"

La scena proseguiva con Henry che veniva fatto salire per errore su una carovana, mentre cercava di recuperare i suoi bagagli da quest'ultima, diretta nel centro abitato. Si ritrova così nel villaggio di Grille.

"Il mio cavallo!" Gridò un attore da dietro le quinte. "Il mio cavallo, al ladro! Al ladro!"

In scena corse una figura incappucciata, che simbolicamente avrebbe dovuto essere in groppa all'equino rubato. I dettagli tecnici sarebbero stati migliorati in tempo per lo spettacolo, ovviamente.

"Al ladro!" Continuava a gridare il tale.

Quella scena era l'inizio di tutto. Il vero spettacolo iniziava da lì. Da un lui onesto e sempre pronto a dare una mano, schiacciato dal volere degli altri e dalle sue responsabilità. Da una lei con il sogno della libertà, e determinata a realizzarlo a qualsiasi costo. Anche con le cattive, sì. Soprattutto con le cattive. Quel frammento di trama lasciava trasparire dettagli della vita di Liria che solo lei poteva cogliere.

Sul palco l'interpretazione di Henry si lanciò all'inseguimento della figura incappucciata. La scena, vista da un punto di vista poco interessato poteva sembrare quasi comica, ma gli attori, anche solo con il loro linguaggio del corpo, furono in grado di trasmettere tutta la forza di quel momento.

Il ragazzo riuscì ad acciuffare il ladro, facendo sì che questo venisse disarcionato da cavallo. Nel frattempo, giunsero in scena lo sceriffo e il resto delle guardie della contea.

"Bel lavoro, giovanotto!" Esclamò l'uomo.

"Dovere, signore." Rispose Henry, con una certa fierezza.

Fierezza che però, andò in frantumi nei secondi a venire. Lo sceriffo fece legare i polsi del malvivente con delle corde, che vennero annodate alla sella dell'equino rubato. Il prigioniero tentò di fuggire, ma con un brusco spintone da parte di una delle guardie si accasciò a terra. Il cappello che il criminale aveva tenuto in testa fino a quel momento volò via, trasportato dal vento (cioè un ventilatore fuori scena), rivelando una lunga chioma scura, e con essa, anche il vero volto del fuggitivo. Una donna. Una pellerossa. Arya.

"Bene, bene, bene..." Ghignò lo sceriffo. "Abbiamo a che fare un fuggiasco recidivo..."

Tutto la rabbia che la ragazza provava dentro di sé, venne reso alla perfezione da Rose, che per coprire i suoi capelli rossi, indossava una parrucca scura. Sul suo volto si potevano cogliere perfettamente le emozioni di Arya: rancore, disprezzo, odio.

Rebel 2- Romantic in Revolt [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora