《Se la mia vita, o la tua, o di altri fosse tradotta in architetture, chissà che costruzioni incredibili, mancanza di logica, spreco di materiali, equilibri per miracolo, terreni sbagliati.》
[Saul Steinberg]♧
Jughead appoggiò la fronte al volante della macchina, sospirando. Chiuse gli occhi per qualche istante, nella speranza che una lampadina nella sua testa si accendesse, in modo da trovare una soluzione a quel guaio. Era da solo, nell'abitacolo. Liria era scesa dall'auto una ventina di minuti prima, proseguendo a piedi la strada in cui la vettura si era fermata, pregando con tutta sé stessa di incrociare qualcuno nel tragitto, o almeno di riuscire a capire quanto distava la città da lì.
Un tuono risuonò in lontananza. Nel cielo si proiettò una luce fulminea, come uno squarcio su una tela completamente bianca. A seguito di quel lampo ce ne fu un altro, e poco dopo sui vetri della macchina iniziarono a scorrere migliaia di goccioline d'acqua. Nemmeno il tempo di battere ciglia, e la situazione degenerò. Pioveva a dirotto.
E di Liria neanche l'ombra.
Jughead scese dalla vettura, cercando di ripararsi il più possibile con il giubbotto catarifrangente giallo che era obbligatorio tenere in macchina. Strinse gli occhi a causa delle gocce taglienti che gli sferzavano il viso, e si guardò intorno. La Anderson gli aveva esplicitamente detto di non uscire assolutamente dalla macchina, e per quanto sapesse che era meglio non infrangere gli ordini imposti da lei, pensò che la cosa migliore da fare in quel momento fosse andare a cercare la sua compagna di sfortuna.
Così fece, appunto. Si incamminò nella direzione che quasi mezz'ora prima aveva imboccato Liria, e con passo spedito proseguì per il sentiero. Inutile dire che il giubbotto riflettenti si rivelò un pessimo ombrello.
"Hey!" Gridò una figura in lontananza.
"Finalmente, diamine!" Urlò lui in risposta. "Non tornavi più, pensavo ti fosse successo qualcosa... È pieno di fulmini!"
Liria gli andò in contro, mentre con un braccio cercava di proteggersi il viso dalla pioggia.
"Ti avevo detto di restare in macchina!"
"Non mi servi a niente da morta!" Contestò il corvino.
La ragazza aprì la bocca per controbattere, ma la richiuse subito dopo, limitandosi ad annuire.
"Il tuo pattugliamento ha dato esito positivo?" Chiese ancora il ragazzo.
"Figurati..." sbuffò Liria. "Siamo in una stradina dimenticata da Dio in cui non passa anima viva... In sintesi, niente da fare."
"Presumo sia il caso di tornare alla macchina, allora."
"A meno che non voglia prenderti un fulmine in piena faccia..."
Si voltarono entrambi nella direzione in cui avevano lasciato l'auto.
"Ti offrirei il giubbotto, ma non so quanto potrebbe esserti utile..." Mormorò Jughead, rigirandosi tra le mani il gilet catarifrangente.
"Avrei rifiutato la tua offerta, comunque." Rispose la Anderson.
"Quindi che si fa?"
"Si corre."
Jughead non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa, che la mora se l'era già data a gambe.
"Si corre..." Sospirò lui alzando le spalle, un attimo prima di imitare la sua compagna di viaggio.
Per un attimo al corvino parve quasi che la mora, decisamente più veloce del previsto, avesse rallentato leggermente, in modo che lui potesse affiancarla. Ma non poteva essere successo davvero. Liria non lo avrebbe mai fatto.
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Rebel 2- Romantic in Revolt [Jughead Jones]
Ficção AdolescenteSono passati due anni da quando Liria Anderson, spirito libero dall'immancabile animo rivoluzionario, ha lasciato Riverdale senza voltarsi più indietro. Due anni da quando i demoni di un passato che non le apparteneva hanno trovato pace nei meandri...