Ai piedi di una quercia

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《È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.》
[Antoine de Saint-Exupéry]

Quando Jim andò ad aprire la porta del suo appartamento, si sarebbe aspettato di trovarsi davanti chiunque, ma di certo non lei. Non Liria. La mora era lì, in piedi, con i pugni chiusi e una determinazione preoccupante negli occhi, tanto che l'istinto del ragazzo gli suggerì di indietreggiare di qualche passo. Non era mai un buon segno trovarsi davanti la Anderson in quelle condizioni.

"Sì?" Chiese Jim, tentennando lievemente.

"Cass è in casa?"

"Ah." Mormorò il ragazzo, senza nascondere un filo di delusione. "Cerchi lei."

"Non ho detto questo. È in casa sì o no?"

"È in salotto. Penso stia facendo una seduta spiritica o cose simili... La chiamo?"

"Chiudi la porta." Disse in tutta risposta la mora, per poi schiacciare il tasto di chiamata dell'ascensore del palazzo. "Andiamo al cimitero."

"Al cimitero?"

"È silenzioso e non ci va mai nessuno."

Fu sbrigativa, Liria. Si precipitò fuori dal palazzo senza troppe spiegazioni, senza perdere minuti preziosi. Era nervosa, se ne sarebbe reso conto chiunque. Le poche frasi che pronunciò durante tutto il tragitto furono brevi, e uscirono dalla sua bocca ad una velocità tale che perfino Jim, suo amico da anni, fece fatica a comprenderle. Lui, d'altro canto, la seguiva a ruota in rigoroso silenzio. Era passato troppo poco tempo dal loro bacio perché esso potesse essere considerato un caso chiuso. Il ragazzo, per il momento, poteva solo limitare a camminare in un campo minato nella logorante attesa di saltare in aria, di ricevere il compo di grazia, sperando che quest'ultimo non si rivelasse troppo doloroso.

Arrivati al cimitero, il giovane ebbe la conferma delle parole della Anderson. Quel luogo era davvero deserto.

"Con Raiden a piede libero è meglio evitare i luoghi affollati." Sentenziò Liria.

Andarono a sedersi ai piedi di una quercia, poco distante da alcune lapidi su cui la natura aveva preso il sopravvento. La pietra chiara era stata coperta dal verde dell'edera selvatica, e tutt'intorno i fiori spontanei mettevano in ridicolo le rose di stoffa posizionate sulle tombe.

"Dovrei andare a Detroit, un giorno..." Mormorò la mora.

"Ci sono stato un paio di volte." Rispose Jim. "Non male come città."

"Com'è?"

"Carina. Piena di motociclisti, tra le altre cose. Non per nulla è soprannominata《Motor city》. Inutile dire che i miei sono riusciti a farsi arrestare anche lì."

Liria si portò una mano davanti alla bocca, cercando di fermare sul nascere il ghigno divertito che stava andando a formarsi sul suo volto, prima che esso potesse trasformarsi in una vera e propria risata.

"Altro che Lupin III e Margot..." commentò Jim ridendo a sua volta. "Oltre che come genitori, fanno schifo anche come ladri."

L'atmosfera si congelò all'istante. Qualsiasi accenno di vaga spensieratezza sul viso di Liria, parte sparire in un battito di ciglia, come se portato via dal leggero alito di vento che le scompigliava i capelli.

"Non... Non volevo metterti in soggezione..." balbettò il moro. "Mi dispiace..."

"Beh, è il minimo..." rispose la Anderson. "Voglio dire, come diavolo si fa a chiamare Fujiko《Margot》?"

Rebel 2- Romantic in Revolt [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora