11. Il nostro principe azzurro ci sta aspettando

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"Come è andata questa settimana?" Chiese la psicologa, guardando la ragazza seduta davanti a lei. Allison era stata zitta per almeno quindici minuti, tenendo lo sguardo basso sulle sue ginocchia. Non aveva voglia di parlare.

"So che i miei genitori l'hanno chiamata e le hanno detto tutto" borbottò solo Allison, alzando lo sguardo per un instante per guardare la psicologa. La donna annuì, prima di appoggiarsi allo schienale della sedia e appoggiare le braccia sui braccioli. "Sì è vero" ammise quella e la ragazza sbuffò una risata "ma io non do molto ascolto agli altri, ma solo ai miei pazienti"

Allison annuì. Sapeva che la Dottoressa Clarke non desse mai veramente ascolto ai genitori, lei si interessava solo a ciò che i suoi pazienti le dicevano. Non ascoltava giudizi esterni.

"È andata male" disse infine la ragazza, stringendo le mani in due pugni per trattenersi dal piangere. Non doveva più versare lacrime. "Ho fatto soffrire due miei amici e io odio far soffrire le persone".

La psicologa annuì comprensiva, conoscendo ormai bene la ragazza. Allison soffriva di bullismo da quando era piccola a causa del suo peso e odiava far provare alle persone quello che aveva provato lei. Cercava sempre di essere gentile e altruista per questo. Voleva fare del bene, perché di male ce n'era già abbastanza nel mondo.

"Vuoi dirmi cos'è successo?" Provò la donna e Allison annuì. Aveva bisogno di sfogarsi. "Louis ha scoperto del mio piano e ci è rimasto molto male, voleva davvero che E. fosse reale. Ora però ha deciso di partecipare al piano, quindi non penso sia ancora arrabbiato con me... lo spero. Mentre Niall - penso mi odi"

"Odio è una parola molto forte, cosa credi abbia provocato un tale sentimento verso di te?" chiese la dottoressa Clarke, prendendo degli appunti sulla sua agenda. Allison alzò le spalle, non sapeva bene perché, ma aveva quella sensazione. "Sono stata stronza. L'ho lasciato solo per stare con Taylor e non sono riuscita neanche a dirgli quello che provo. Sapevo provasse qualcosa per me e questo ha reso tutto più difficile. Lui mi parla ancora, ma non è più come prima. Lo sento"

La donna guardò la ragazza con tenerezza. Allison era solita vedere il mondo con negatività, sopratutto quando avvenivano dei cambiamenti. Il mutamento di comportamento del suo amico era stato interpretato così. "Cosa provi per lui?" chiese allora la psicologa e Allison alzò il capo, lo sguardo velato dalle lacrime.

"Sono così confusa. È possibile amare due persone nello stesso momento?" chiese la ragazza e la psicologa si sistemò meglio sulla sedia, guardando la ragazza dritta negli occhi. "È possibile, non a caso esistono le persone poliamorose. Magari rientri in questo gruppo di persone o magari no, questa è qualcosa che devi scoprire tu. Ma prima di lasciarti vorrei farti una domanda: quello che senti è lo stesso tipo di amore?"

Louis quella mattina arrivò presto a scuola. Aveva pensato tutta la notte cosa scrivere sul biglietto, finché non ha capito che bastava scrivere ciò che sentiva dentro il cuore. Raggiunse velocemente l'armadietto di Harry e ci infilò dentro il bigliettino azzurro. Sorrise vedendo il colore. Era lo stesso dei suoi occhi, i suoi amici avevano pensato a ogni dettaglio. Lo rattristò pensare a quello però, perché si ricordò che il suo ammiratore non esisteva davvero.

Scosse la testa come a voler levare la tristezza da dentro di sé e si allontanò dall'armadietto, sperando che ad Harry quel biglietto sarebbe piaciuto. Voleva davvero averlo accanto.

Quando Harry arrivò a scuola la prima cosa che fece fu andare al suo armadietto. Aveva storia e, come al solito, lasciava il libro dentro all'armadietto. Lo aprì e vide un bigliettino cadere a terra. Sorrise e si piegò a prenderlo. Harry notò che la scrittura era leggermente cambiata dall'ultimo bigliettino, ma non se ne preoccupò molto. Anche la sua scrittura era cambiata molto negli anni.

Missione Cupido - Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora