Benvenuti, cari mortali, alla prima recensione del dio Eros per una storia breve o, come solete chiamarle di questi tempi, one shot.
Storia: Memento
Scritta da: AnthophoraMannara
Recensione a cura di: MatArcherSINOSSI
Riguardo la presentazione della storia non c’è poi molto da dire, se non che appare assolutamente pulita ed essenziale, forse sin troppo scarna per certi versi.
Il titolo è formato da una sola parola che, va detto, non comunica pressoché nulla sul contenuto del testo se non che il contenuto riguarderà qualcosa di inerente al ricordo. Per lo meno non si tratta del classico titolo diviso in diverse parti o in lingua inglese senza motivo alcuno.
nella sinossi vera e propria si sottolinea che mancano, fortunatamente, riferimenti a eventuali premi conseguiti o piazzamenti in classifiche per tag, circostanza che non si può far altro che apprezzare grandemente. Quello però che cè nella presentazione della storia sicuramente intriga il potenziale lettore pur non fornendo praticamente alcuna informazione su quella che sarà la narrazione successiva.
Forse dato che si tratta di una storia di un solo capitolo le informazioni sopra riportate come mancanti non sono così importanti, dopotutto non ci vuole molto tempo a leggere un solo capitolo, però d’altra parte chi legge la presentazione di un racconto vorrebbe probabilmente farsene un’idea di massima ancor prima di dover accedere al testo vero e proprio.
Valutazione: 7,0TRAMA
La trama, pur in un racconto così breve, è parecchio interessante dal momento che si muove su due vie che continuamente si intrecciano e sovrappongono.
La prima via seguita è quella del girovagare del protagonista all’interno di un labirinto nel quale è stato posto come condanna per un qualche crimine dal quale verrà assolto nel momento in cui sarà in grado di ritrovare la via verso l’esterno.
La seconda trama riguarda invece il crimine commesso che viene gradualmente svelato man mano che il narratore passa dall’iniziale negazione dell’atto all’autoassoluzione fino a concludere con l’ammissione.
Non è dato sapere quale sia però la realtà: un’immediata interpretazione parrebbe suggerire che il momento reale sia quello del labirinto, mentre il crimine rappresenti un ricordo; ma non è da escludere totalmente neppure l’idea che sia la commissione dell’atto a rappresentare la realtà e il labirinto rappresenti invece una manifestazione attraverso immagini dello smarrimento nel quale evidentemente deve trovarsi la psiche del protagonista per interpretare le azioni altrui come arriva a fare in questa storia ed elaborarne una punizione come l’atto criminale che viene commesso.
Valutazione: 9,0LESSICO E STILE
Il lessico e lo stile utilizzati per la stesura di questa storia si possono sicuramente definire adeguati alla situazione, pur non apparendo a prima vista perfetti.
le scelte lessicali presentano talvolta alcune ripetizioni di termini o concetti che avrebbero potuto essere espressi di volta in volta con termini differenti, in tal modo perdendo pero l’effetto ossessivo dello stato mentale in cui il protagonista si trova così come la ripetitività dei corridoi del labirinto.
dal punto di vista stilistico il testo appare solo a una prima vista incoerente con i continui salti narrativi dal labirinto all’ambiente dov’è accaduto il misfatto e di ritorno al labirinto. Tale scelta si può sicuramente interpretare come un ulteriore rafforzativo dello stato di confusione mentale del narratore.
Valutazione: 9,0GRAMMATICA
A livello grammaticale non ci sono rilievi di alcun tipo da muovere.
Valutazione: 10,0PERSONAGGI
In questa storia compare un solo vero personaggio, mentre gli altri individui fanno solamente da puro contorno.
i personaggi secondari, la donna attaccata come le guardie e il mostro finale, sono utili a fornire al protagonista rispettivamente il pretesto per le sue azioni, il nemico da sconfiggere e la via d’uscita o nemico finale a seconda di come il mostro voglia essere interpretato. Di nessuno però viene fornita mai alcuna descrizione né fisica né psicologica dal momento che solo alcuni dettagli sono utili alla storia come la presenza della sciarpa al collo della donna o le corna e il pelo a identificare il mostro conclusivo proprio come tale.
Il protagonista tanto meno viene descritto, non risultando una descrizione fisica né utile alla narrazione né coerente dato che il protagonista ben sa come egli stesso sia fatto. Quello che viene esplorato è la psiche distorta e disturbata dell’uomo o ragazzo… neppure questo è dato o utile sapere.
Valutazione: 9,0TECNICA ESPOSITIVA
L’esposizione, come emerge già nella sezione di questa recensione dedicata alla trama, può risultare confusa a causa dei continui salti di situazione; tuttavia, di nuovo come si è già osservato, non si tratta certamente in questo caso di scarse capacità da parte dell’autrice di costruire un testo coerente. Nel presente racconto, invece, la confusione rappresenta un elemento di ulteriore coerenza e coesione tra le parole e il messaggio che esse devono veicolare.
Valutazione: 10,0ORIGINALITÀ
si tratta di un racconto sicuramente originale sia per come viene strutturato sia per quel che concerne il soggetto stesso e le informazioni che sulla situazione vengono fornite.
Non sono molti, infatti, i racconti che si addentrino e con tale efficacia all’interno di una mente malata ed evidentemente distrutta nella sua coerenza di ragionamento da un rapporto ossessivo con l’altro. Anche la mancanza di informazioni spazio-temporali, se non la presenza di un telefono cellulare, rappresenta un elemento di novità nel suo rendere le vicende narrate universali e adattabili.
Valutazione: 9,0AMBIENTAZIONE E DESCRIZIONI
Questa sezione sostituisce la recensione della copertina, impossibile data la condizione di non vedente del recensore.
L’ambientazione delle vicende di questa storia è decisamente insolita sotto vari punti di vista.
se apparentemente si può parlare di due ambientazioni distinte, il palazzo dove è avvenuto l’assassinio della donna che ossessionava il protagonista e il labirinto, in realtà è possibile arrivare a ipotizzare la presenza di un terzo ambiente. L’intera vicenda si può infatti ipotizzare avvenga all’interno della mente stessa del narratore, che rappresenta il primo luogo anche se mai citato, nella quale sono presenti in contemporanea e in contrasto tra loro la palazzina e il labirinto. Non si riesce quindi a identificare con certezza una vera località fisica o una posizione temporale e questa circostanza giustifica anche la scarsità delle descrizioni, presenti solo per sommi capi per quel che concerne il labirinto.
Valutazione: 9,0Memento è in conclusione, una one shot dai diversi aspetti positivi; un esempio davvero efficace di quello che una profonda analisi psicologica può regalare a un personaggio oltre a un ottimo spunto di riflessione su diverse importanti tematiche tanto legate alla scrittura quanto alla vita quotidiana.
In sintesi davvero un eccellente lavoro.Complimenti vivissimi, mia cara AnthophoraMannara, a te spettano la gloria e l’eterna memoria della Lista di Zeus avendo ottenuto un punteggio di 72/80
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Il Tempio delle Storie [RECENSIONI] 2° servizio 2020 [CHIUSO]
De TodoAnche gli Dèi amano le arti. Non hanno mai smesso di amarle anche se ora sono distanti. Non hanno mai smesso di tenere d'occhio gli umani che un tempo li veneravano, ed è così che hanno scoperto Wattpad. Stufi dei soliti poemi epici che girano sull'...