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Kevin rincasò e parlò con James per farsi aiutare con le ricerche dei genitori di Mena.
Andarono da Kate, la nonna di Mena sapeva che i genitori della donna erano andati via, ma non sapeva dove.
Non aveva contatti, informò i detective che i genitori avevano cercato in ogni modo di perdere ogni tipo di contatto con lei, con il vicinato, con tutti da quando erano partiti.
Non si sapeva più nulla di loro.
Paul e Klare.
Lui avvocato e lei medico.
<<Spesso portavano Mena quando era piccola da me dicendo che erano impegnati con il lavoro e non potevano accudirla, ma era solo una scusa, volevano nascondere la "malattia" della figlia.
Mena era diversa, io avevo capito che c'era qualcosa che non andava, si leggeva dai loro occhi, la vergogna e la paura>>
Kevin e James pensarono: paura.
Va bene era una ragazza instabile ed era abbastanza ragionevole che ciò spaventasse.
Ma vergogna, per cosa?
Pensò che molto tempo prima avere un figlio con instabilità era considerato come una vergogna e si nascondeva agli occhi indiscreti delle persone.

"uno scarto, rifiuto della società"

Gli tornarono in mente le parole di Amanda.
Eppure trovò strano il fatto che Paul, il papà di Mena che era avvocato, aveva a che fare anche  con criminali o persone squilibrate, sani o instabili,
aveva a che fare con queste persone, ma non con la figlia.
Anche la mamma, identica cosa si prendeva cura dei pazienti, ma non della figlia?
Vergona.
Paura.
Difficoltà
Problema.
Era considerata dunque un problema.
E dal problema solo in due modi si decide di agire: si scappa o si cerca di risolverlo e loro avevano scelto la prima opzione.
Scappare dal problema, la figlia.

Dunque Mena, aveva scatti di ira violenti, i genitori avevano paura e si erano allontanati dalla figlia, scappando confinati chissà dove e avevano pensato bene di far perdere i loro contatti.
Cosi erano lontani dal problema.
Ma il problema era stato ucciso, si chiese chissà come avrebbero reagito a questa notizia.
Il loro atteggiamento era dettato solo dalla paura o non avevano il minimo interesse per la figlia? Però era stata portata al centro era un modo per pulirsi la coscienza per aver lasciato Mena sola a sé stessa?
Lasciano la figlia al centro e scappano, ma che motivo avevano? forse avevano sentito della sua fuga dal centro.
Kevin era stanco voleva capirci qualcosa.
<<Mia figlia Klare si sedette sul divano accanto a me e confessò che era spaventata e io le dissi che lo avevo già capito lo si leggeva nei suoi occhi, la stessa cosa anche Paul.
Non sapevano che fare, smisero di portarla qui, evidentemente le cose peggiorarono, temevano che Mena potesse ferirmi, non mi ha mai fatto niente, ruppe solo un vaso che aveva scaraventato contro il muro...
i genitori non avevano idea di
come gestire questa sua rabbia incontrollabile>>
<<Poi è stata inserita centro psichiatrico>>
<<Questo non lo sapevo, non me ne hanno parlato, ho sentito nominare il centro in telegiornale quando annuciava l'assassinio di Mena>>

Kate era dispiaciuta di non poter dare qualche informazione in più.
Kevin e James la ringraziarono e la salutarono.
I due si guardarono e si compresero tra di loro.
<<I vicini>>
Dai vicini forse potevano ricavare qualcosa in più, non sapeva mai nulla, ma alla fine sapevano tutto.
Si recarono dai vicini delle famiglia di Mena.
Tutti a dire"non so niente"
"mi faccio i fatti miei"
<<Paul e Klare sfrecciarono via con la macchina, la figlia  che
correva verso loro urlando i nomi dei genitori, dopodiché vidi Mena rientrare a casa e una signora bussare alla porta, mi pare di aver capito che fosse la nonna.Poi silenzio.
Erano spariti.
Dovevo portare a Klare una cosa che mi aveva prestato, cosi bussai a casa sua. Nessuna risposta.
Sbirciai dalle finestre era tutto spento, quindi la chiamai, ma partiva sempre la segreteria telefonica, provai a contattate Paul, ma nulla.. erano spariti, poi ho sentito la notizia in tv della morte di Mena>>
spiegò uno dei vicini.

Kevin e James ringraziarono ed entrarono in quella che era la casa di Mena sotto lo sguardo indiscreto dei vicini.
La casa era immersa nel buio, accesero le luci, abbassarono le tapparelle, guardarono le varie stanze.
James vide un computer portatile, si avvicinò, si sedette e lo accese, comparve il codice di sblocco.
Il poliziotto dopo intensi minuti riuscì a sbloccarlo, vide tra le ricerche, volo solo andata per Tokyo, albergo in cui alloggiavano trovò su internet il numero e lo segnò.
Poi qualcosa catturò la sua attenzione.
Avrebbe visto con calma appena sarebbe rientrato a casa, come varcarono l'uscita, si trovarono i vicini che lo avevano circondato e lo tempestarono di domande.
James li liquidò gentilmente e insieme a Kevin rincasò.
Poggiò il computer sul tavolo, prese il cellulare e chiamò l'albergo, una voce rispose salutando e dicendo il nome sell"albergo.
<< Salve, mi chiamo James...è possibile parlare con i sig.Mcarter?>>
<<Con chi parlo?>>
<<Sono un poliziotto, avrei bisogno di parlare con i Mcarter>>
<< Sono andati via alcune settimane fa>>  poi farfugliò frase come
"Non voglio avere problemi con la polizia"
Il poliziotto chiese di avere il numero di cellulare dei Mcarter, lo ottenne, ringraziò e chiuse la telefonata.
Digitò il numero che gli era stato fornito  assicurandosi che i genitori di Mena si trovassero realmente li.
Il cellulare squillò a vuoto, poi partì la segreteria telefonica.
Il poliziotto cominciò a pensare che stavano cercando di non avere contatti con nessuno.
Riprovò di nuovo. Nulla.
Stava per agganciare quando sentí una voce di una donna dall'altra parte del telefono.
<<Pronto?>>
<<Salve, la signora Mcarter?>>
<<Si, sono io>>
<<Mi chiamo James, sono un poliziotto>>
<<È successo qualcosa?>>
la donna cercò di nascondere la sua preoccupazione.
Il poliziotto sentì dei passi dall'altra parte della cornetta, un uomo parlare, aveva detto qualcosa alla donna ancora a telefono che rispose subito.
<<È la polizia>>
James sentí l'uomo chiedere alla donna cosa fosse successo e lei sussurrare "non lo so"
La donna mise il vivavoce.
<<Si tratta di vostra figlia, Mena>>
Calò il silenzio.
James sentiva qualcuno che camminava avanti e indietro, poi il cigolio del letto come se qualcuno si fosse appena seduto, i respiri dei due coniugi, catturò ogni singolo rumore per capire cosa stesse succedendo.
<<Mi dispiace, credo abbia sbagliato, noi non abbiamo nessuna figlia>>

Kassy [In corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora