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Il camerino era vuoto.
C'erano solo i vestiti che la ragazza stava provando e uno specchio.
Kassy alle sue spalle era ancora sconcertata, prese i vestiti che voleva e mise al loro posto quelli che non servivano.
Tornarono a casa, lei andò in camera a sistemare i suoi abiti.
Scott cucinò e informò il collega Howard dell'accaduto in negozio.
Lo psicologo scrisse ogni dettaglio sul taccuino.
Howard e Scott pensarono che la ragazza avesse la fobia degli specchi.
Scott chiamò la ragazza e pranzarono tutti insieme.
Dopo pranzo decisero di rintracciare i genitori di Kassy.
Scott andò nella stanza per cambiarsi e vide il letto fatto con precisione senza nemmeno una piega.
Aprì il cassetto e notò le maglie e i pantaloni ben in ordine sistemati in base ai colori. Curioso aprì anche i cassetti degli amici ed erano sistemati anche essi allo stesso modo. Si cambiò, diede un ultimo sguardo alla camera che era in ordine, troppo in ordine e troppo pulita.
Usci dalla stanza, raggiunse gli amici e notò che Kassy aveva sistemato i piatti e i bicchieri e li posizionati in fila sul lavello.
<<Nick, noi andiamo dai genitori di Kassy. Tu rimani qui?>>
chiese il profiler all'infermiere che mandò giù un muffin.
<<Sì, così faccio da guardia ai muffin>>
<<A Kassy, volevi dire>>
<<Sì, sì, certo a Kassy>>
Dopodiché i quattro uscirono.
La neve arrivava all'altezza delle ginocchia, c'erano delle persone con lo spazzaneve che liberarono la strada per facilitare il passaggio.
I quattro amici domandarono dei genitori di Kassy mostrando una foto della ragazza.
Nessuno la conosceva, James chiamò Nick per farsi dare un cognome e un indirizzo dalla ragazza, riuscì ad avere solo il cognome: Russell.
Camminarono chiedendo a tutti, ma nulla da fare, quando chiesero all' ennesima persona, finalmente riuscirono ad avere anche un indirizzo. Ringraziarono e si diressero a casa dei Russell.
Arrivarono in un cortile, una cuccia di un cane grosso attaccato al guinzaglio che iniziò a ringhiare e abbaiare.
Dalla porta fece capolino un uomo con un pancione, canotta bianca, jeans e bottiglia di birra in mano.
<<Snuk a cuccia!>>
ordinó al cane che smise immediatamente di abbaiare.
<<Che volete?>>
domandò ai quattro uomini che non avevano ancora preso parola.
<<Conosce i Russell?>>
<<Sì, abitano in quella casa di fronte>>
<<Grazie>>

I colleghi bussarono.
<<I signori Russell?>>
<<Sì, chi è?>>
<<Polizia>>
La porta non si aprì, ma sentirono l'uomo all'interno dire.
<<Andate via!>>
<<Si tratta di sua figlia Kassy. Per favore apra la porta>>
James non demorse.
Howard fece segno al poliziotto di lasciar stare, poi si guardarono e si capirono tra di loro.
<<Signor Russell mi ascolti, apra la porta c'è una cosa importante che deve sapere. Si tratta di sua figlia>> poi si allontanò e invitò i colleghi a seguirlo che lo guardarono confusi.
Howard sapeva quello che faceva ed era sicuro pochi istanti dopo il signor Russell avrebbe aperto la porta.
<<Tre...due....>>
non finì di contare e non si allontanò di molto quando sentì una serratura scattare e la porta aprirsi, sorrise soddisfatto.
<<Che cosa volete?>>
chiese il signor Russell, fece accomodare gli uomini e chiuse la porta alle sue spalle.
<<Kassy, la mia Kassy sta bene?>>
domandò il papà preoccupato.
<<Sì, stia tranquillo>>
lo rassicurò lo psicologo.
<<Kassy dice che una donna la segue>>
Kevin iniziò a parlare, i due coniugi si scambiarono uno sguardo perplesso. mentre Scott con il permesso dei genitori di Kassy entrò nella camera della ragazza.

Kassy [In corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora