- Sono qui con te -

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Esistono tre tipi di reazioni diverse davanti ad una brutta notizia.
C'è chi è forte di carattere e quindi reagisce con superficialità. Un'alzata di spalle, un sorriso triste, un "mi dispiace" pronunciato senza intenderlo davvero. Appartengono a questa categoria le persone che non sono direttamente interessate al caso ma fingono per gentilezza.
Poi ci sono i moderati, la categoria giusta, chi non è completamente disinteressato ma nemmeno troppo coinvolto. Di solito sono realmente dispiaciuti e se sono coinvolti in prima persona cercano di non darlo a vedere.
Infine ci sono gli empatici, la categoria più sfortunata di tutte. Sono in grado di immedesimarsi in chi sta loro davanti, cercando di aiutare ma capiscono quando il loro aiuto diventa troppo oppressivo, ma soprattutto sono troppo coinvolti emotivamente. Non sono più in grado di distinguere le loro emozioni da quelle degli altri e se la notizia li tocca nel profondo possono avere reazioni esagerate.
Di solito i semidei sono una specie sensibile sotto diversi punti di vista.
Vivono insieme, diventano una famiglia, i sentimenti di uno diventano i sentimenti dell'altro.
E quando avvengono catastrofi è difficile riuscire a riprendersi.
Il caso che sto per raccontarvi è un po' diverso dal normale a cui siamo abituati.
Sto parlando di un gruppo di empatici, in particolare di una ragazza, che non hanno dei bei trascorsi con le brutte notizie. E anche se non è una questione che tocca loro da vicino, può risultare complicato riuscire a fare una distinzione tra le varie emozioni.

Piper aveva sempre avuto paura di non essere brava come figlia di Afrodite. Non era di certo lo stereotipo della bella ragazza e se non sotto l'effetto della lingua ammaliatrice era un disastro con le parole.
Ma con i sentimenti ci sapeva fare. Con quelli degli altri, non con i suoi.

Piper si sentiva vuota, come se l'aria intorno a lei si fosse prosciugata, inalando sabbia bollente invece che ossigeno e "credo di non aver capito" fu l'unica cosa che riuscì a formulare dopo interminabili minuti di silenzio.
Doveva ancora metabolizzare la questione.
- O dei - Hazel si sventoló una mano davanti alla faccia, come per farsi aria.
Frank, seduto a fianco a lei, poggiò delicatamente una mano sulla sua. Frank era uno dei pochi che non si lasciava condizionare più di tanto.
Leo aveva preso fuoco all'improvviso ma grazie all'estintore di riserva della Casa Grande, Jason l'aveva spento lasciando il figlio di Efesto interamente ricoperto di schiuma bianca. Leo si tolse uno baffetto di schiuma dalla guancia, poi la mise in bocca
- Non è male - disse dopo averla assaporata.
- Leo! - lo rimproveró Piper, che era ormai giunta al limite della sopportazione - Siamo in una situazione delicata e tu ti mangi la schiuma dell'estintore? - "che, per altro, non è neppure commestibile?!" avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece.
Hazel le mise la mano libera su una spalla, mentre con l'altra stava ancora stringendo la mano di Frank
- Non è il caso di mettersi a litigare adesso, Pipes - cercò di calmarla.
- Ehy! - esclamó Leo - È stato Jason a spegnermi con l'estintore. È colpa sua. Comunque, dovrebbero inserire la "mousse di schiuma" nel menù del campo. Non è per niente male -
Piper rivolse un'occhiata omicida a Jason, della serie "ti-ammazzo-dopo".
Il figlio di Giove rabbrivì e distolse lo sguardo dal suo, per paura di venire fulminato.
Frank, da nobile romano che era, cercò di riprendere il controllo della situazione - Chirone, come... come è successo? -
E ancora una volta Frank si era dimostrato all'altezza della situazione, non lasciandosi suggestionare dagli altri.
Piper rilasciò un sospiro di sollievo.
Chirone raccontò con tono neutrale, di chi non è stato emotivamente colpito in prima persona. Chirone apparteneva alla seconda categoria, ma in realtà provava altro che non voleva far vedere.
Conosceva Frederick Chase da molti anni.
Il padre di Annabeth stava tornando a San Francisco con Helen e i gemelli dopo un weekend passato fuori città, quando un'altra auto che stava arrivando nel senso opposto, sbandando, aveva invaso la loro corsia. Dicevano che era ubriaco.
Non era riuscito a virare in tempo.
Lui non ce l'ha fatta. È morto durante il tragitto in ospedale, mentre il resto della sua famiglia ne era uscita qualche ferita relativamente superficiale tranne Bobby che si era slogato un braccio.
- Annabeth lo sa? - domandò Hazel in uno squittio.
Chirone annuì. L'atmosfera si fece ancora più pesante da sopportare.
Piper aveva incontrato il signor Chase solo una volta.
Quel giorno, Piper era passata a prendere Annabeth a casa sua per andare insieme al campo per l'inizio dell'estate, ed è stato proprio quella mattina che aveva conosciuto Frederick Chase.
Quando Piper aveva suonato il campanello della loro abitazione, il padre della sua amica l'aveva squadrata per una manciata di secondi, poi le aveva rivolto il più caloroso dei sorrisi e le aveva detto - Tu devi essere Piper, l'amica di Beth. È un piacere conoscerti, mia figlia mi ha parlato molto di te -
E la sua amica era venuta a conoscenza della tragedia, pochi minuti prima.
Piper non era riuscita a piangere, l'unica cosa di se che poteva controllare.
Era da più di mezz'ora che non si vedeva Annabeth da nessuna parte. Più avanti nella vicenda, Frank scoprirà da alcuni dei fratelli della ragazza, che lei era rimasta nella sua cabina per tutto il tempo.
Ma non siamo ancora arrivati a quel punto.
- povera - mormoró Hazel
All'improvviso Piper si alzó in piedi, non sapeva perché, lo fece e basta, e lo fece così velocemente che fece cadere Leo all'indietro - Dov'è Percy?-
Dal canto suo, Jason aveva paura a rivelarglielo. Fece finta di pensarci su qualche secondo cercando di trovare una scusa per coprire le spalle all'amico. Non ne trovò nessuna. Jason era un pessimo bugiardo - in piscina - rispose distogliendo lo sguardo.
- Non starai dicendo sul serio? La mia migliore amica sta soffrendo e l'unica persona in grado di aiutarla è sta in ammollo nell'acqua come un pesce?-
Il figlio di Giove annuì, aiutando Leo ad alzarsi.
- Io lo affogo uno di questi giorni -
Nessuno le ricordò che Percy era figlio del dio del mare e per questo non poteva annegare.
- Lui lo sa? - chiese Frank a Chirone, mantenendo la calma e i nervi saldi.
Il centauro scosse la testa. Non aggiunse nient'altro.
- Perché non è qui? - ricominció Piper.
Nessuno le rispose.
Piper chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
Uno... due... tre...
Contare i secondi le era sempre servito, soprattutto nei momenti in cui sapeva che era importante mantenere la calma. Piper non voleva essere cattiva.
Voleva aiutare Annabeth ma non sapeva come fare.
E in quei casi, Percy era l'unico che riuscisse ad avvicinarsi a lei senza rimetterci un braccio o una gamba.
- Sentite, facciamo così - decretó Hazel - voi tre andate a chiamare Percy e io e Frank cerchiamo Annabeth, d'accordo? - poi si rivolse a Leo - E già che ci sei datti una ripulita. Sembri appena uscito da una bufera di neve -

𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora