Maggie aprì la porta d'ingresso con il cuore in gola mentre qualcuno, all'esterno, continuava a bussare con una certa insistenza disperata.
Si ritrovò davanti Patricia, curva, lacrimante, spettinata, e per un istante l'immagine di quella donna matura fu sostituita dalla ragazzina che era stata, spaventata e distrutta la notte in cui sua madre l'aveva cacciata di casa e Meg se l'era ritrovata piangente e singhiozzante tra le braccia.
Sbatté le palpebre, sorpresa, e quel ricordo svanì. Rimise a fuoco l'amica e la vecchia auto che usava per spostarsi, chiedendosi come avesse fatto a guidare in quelle condizioni.
-Pat.- Ansimò.- Che ci fai qui?-
Ma l'amica era un fiume in piena, e non rispose. Continuò a sobbalzare sull'uscio, sollevando solo le mani per portarle al viso zuppo.
Maggie fremette di preoccupazione e le mise una mano sulla spalla, cercando di farla entrare in casa.
-Non...- Patricia scosse la testa.-non se ci sono i ragazzi...-
-Non c'è nessuno.- Rassicurò l'altra, trascinandola nel salotto.-Richie ha portato i fratelli al parco, ha detto che ne avevano bisogno dopo questa mattinata deprimente.- Maggie sorrise un po' ripensando alle parole del figlio, e anche Pat parve tranquillizzarsi.
Tirò fuori un vecchio fazzoletto di stoffa e iniziò a soffiarsi il naso, mentre Maggie la fissava turbata.
-Cos'è successo?- Chiese ancora.
Cos'altro poteva mai essere capitato, dopo un funerale?
-Oh, mi dispiace...- Patricia rimise il fazzoletto in tasca e prese ad asciugarsi il viso con le maniche del cappotto.-non volevo farti preoccupare. E' solo che...- Tirò su con il naso, le lacrime che ancora scendevano dagli occhi di un azzurro liquido.-non riesco a smettere di piangere. Da un'ora, almeno.-
Maggie le prese le mani e si accomodò sul divano, tirandola giù con sè. Patricia sprofondò pesantemente tra i cuscini, e l'amica continuò ad accarezzarle i dorsi e i palmi.
-Si tratta di Eddie.- Disse finalmente Pat, e l'altra donna abbassò un po' lo sguardo, quasi intimorita. Iniziava davvero a credere che gli fosse capitato qualcosa di peggiore che perdere la madre.
Che avesse commesso qualche sciocchezza?
-Mi ha dato delle lettere.- Aggiunse Patricia, e Maggie si accigliò.
-Delle lettere?-
-Sì, sì! Una specie di diario... le ha indirizzate a me, scrivendo giorno per giorno come si sentiva, quel che gli accadeva, ma non ha mai avuto il coraggio di spedirle.- S'incupì.-Per non aggiungere dolore a quello che già stavo vivendo per mia madre, così dice.-
Maggie le strinse più forte le mani.-Continuo a non capire...-
-Oh, lo so, lo so.- Patricia si liberò dolcemente della presa per asciugare le ultime lacrime.
-E' per quello che c'era scritto? E' per la sofferenza di Eddie che sei in questo stato?-
Patricia si voltò a guardarla, rossa di pianto e di vergogna.-Lo vorrei, amica mia.- Abbassò gli occhi.-Lo vorrei tanto, ma no, non è solo per quello.-
Si alzò di nuovo, inquieta, e mosse alcuni passi per la stanza prima di voltarsi completamente verso Maggie.
-Sono stata una pessima madre.- Emise, la voce strozzata.
Maggie strinse le labbra.-Oh, Pat, ma tu...-
-Lo so. So che non...- Pat si coprí il volto con una mano, tentando di ricomporsi.-ma é quello che avrei voluto essere per Eddie. É come un figlio - piú di un figlio - per me. É sempre stato cosí, dall'istante in cui l'ho visto venirmi incontro, con gli stessi occhi grandi di Frank.- Lasciò ricadere la mano. Ancora non riusciva a respirare senza che i singhiozzi le chiudessero la gola, ma voleva tirar fuori i pensieri che le opprimevano il petto.-Volevo prendermi cura di lui. Proteggerlo da Sonia. Proteggerlo da tutto ciò che avrebbe potuto arrecargli dolore. E non ci sono riuscita.- Un altro singulto le spezzò la voce. Distolse lo sguardo, puntandolo verso la lampada accesa accanto al divano, sperando che la luce l'aiutasse a smettere di lacrimare.-L'ho abbandonato, l'ho lasciato in balia di sua madre, e le sfortune l'hanno divorato.- No, proprio non riusciva a non piangere.-É stata colpa mia.-
Anche Maggie si alzò, tutt'ossa eppure risoluta come un gendarme. Le afferrò saldamente le spalle.-Non é stata colpa tua. Gli sei stata accanto per anni, Patricia. E non eri neppure tenuta a farlo.- La scosse un po'.- Avresti potuto infischiartene. C'erano i genitori di Sonia, e persino tua madre, che avrebbero potuto intervenire, fare qualcosa quando Frank se n'é andato. Nessuno ha alzato un dito. E tu sei partita dai benedetti Caraibi, hai rinunciato alla tua libertà, al percorso di accettazione che stavi seguendo, per tornare in questa città, nonostante il tuo nome fosse coperto di fango e Sonia ti detestasse.- Ridusse gli occhi a due fessure, piccole e blu come gioielli egizi, e Pat rimase a fissarla con sconcerto crescente.-Pensi che Eddie non lo sappia? Che non ti sia grato per quello che hai fatto?- Maggie stese un braccio alle proprie spalle, indicando il piano di sopra, dove c'erano le stanze dei figli.-Anche io sono stata una madre pessima. Ho lasciato tutto sulle spalle di Richie per due anni, e lui mi ama lo stesso. Mi ama come pochi figli sarebbero capaci di fare, dopo tutto ciò che gli é capitato a causa mia. Credi che questo non mi divori ogni giorno? Ma Richie lo sa.- Strinse la presa sulla spalla di Pat.-Sa che sono umana, che non sono immune dalle sofferenze e dal dolore, che anche una madre può fallire.-
Patricia rimase a guardarla ancora per qualche istante prima di prorompere in un pianto feroce, piú forte di quello precedente, che le squassava il petto di singhiozzi violenti.
Maggie l'attirò in un forte abbraccio, le mani tra i capelli d'oro e d'argento.
Non sapeva quando quel tormento si sarebbe placato, ma era disposta a rimanere cosí, con la sua migliore amica tra le braccia, per il resto della vita.
STAI LEGGENDO
White Lies - Reddie
FanfictionPuò un'innocente bugia sconvolgere per sempre le vite dei Perdenti? // Principalmente una Reddie (slowburn), ma non é esclusa la presenza di altre coppie. Contenuti 18+