CAPITOLO 5: IN CERCA DI RISPOSTE

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Era ombra... Ombra e nient'altro attorno ad occhi vigili e attenti, in cerca di uno spiraglio di luce, di qualcosa che non fosse acqua o tenebra. Erano occhi ben allenati, di un colore verde acceso; erano gli occhi di David. Il ragazzo era sulla riva di una spiaggia, dove la sabbia aveva un colore violaceo e scuro. La stringeva in mano e la osservava scivolare tra le dita, mentre scrutava lo sconfinato mare nero, tanto da impedire di scorgere il fondo anche da pochi metri di profondità. Si mise a camminare lungo il litorale, spaesato. All'orizzonte riusciva a intravedere un'alta linea che si spingeva ad un'altezza spropositata, tanto che era impossibile vederne la fine. Da quella linea bianca verticale, pareva vi fossero timidi raggi di luce, fili bianchi che brillavano nel buio infinito. David non aveva la minima idea di dove fosse finito. Sapeva per certo di essere lontano dalla Baia, molto lontano. Camminando, non capiva quanta distanza avesse fatto, né per quale direzione. Ad un certo punto la solitudine del buio si spezzò nel forte rumore del mare, dove un'ombra colossale iniziò a scuotere quelle che sembravano due pinne gigantesche, pronte a ricadere sul mare da cui erano spuntate. Lo spettacolo cui David poté assistere fu spaventoso, perché a brillare in quell'enormità cadente, furono due giganti sfere azzurre brillanti. David si fermò e cadde a terra per il verso che ne seguì, come il canto di una balena. Davanti a sé, questa volta a pochi metri, vide crescere un buio più intenso che coprì il suo campo visivo. Da esso si fece spazio un occhio azzurro titanico. David, immerso nello splendore indescrivibile di quella scena, si pietrificò seduto sulla sabbia a bocca aperta. Il canto melodico di quella creatura accompagnava l'oscurità. Ad un certo punto, si immerse nuovamente, avvolta ancora dai canti e gli stridii. David impiegò dei minuti, forse ore, difficile dirlo, a metabolizzare la scena e ritrovare la lucidità per rialzarsi.

Finalmente il giovane si alzò, ancora incapace di realizzare ciò che aveva osservato. Lungo il cammino trovò davanti a sé, nuove sfere azzurre, più piccole questa volta. Occhi di bestie delle sue dimensioni, dalla nera pelle, dalle sembianze di linci.

"Linci e balene davanti una spiaggia, ma dove diamine mi trovo? Che succede?" pensò tra sé e sé. Impavido e spaventato, alzò le mani sui fianchi e non appena una lince ringhiò su di lui, al suo braccio comparve quel bagliore familiare, come alla Baia era stato per Hunter. Dal nulla si era materializzato nel buio profondo, un'arma dalle sembianze di un lungo martello, con una piccola e affilata lama ricurva alla sua testa rossa. Non appena lo tenne in mano dal lungo manico, ornato di piccole ali verdi, le creature sembrarono intimidite e seppur incapace di capire cosa fosse, David usò quell'arma più che abilmente per difendere la propria vita. In pochi attimi una lince si scagliò su di lui e riuscì a staccarle di netto la mandibola con una mazzata. Non appena uccisa, gli occhi azzurri si spensero e il suo corpo scomparve nel nulla. Così fu anche per le altre che imitarono la bestia.

David osservò l'arma con attenzione dopo averla maneggiata con grande destrezza. Si fece avanti nell'oscurità con molta più sicurezza, roteando quel martello tra le braccia, come fosse un giocattolo con cui passare il tempo, senza che tuttavia il dubbio su quell'arma o su dove si trovasse lo lasciassero. La sua destrezza non era comunque così stupefacente, dato che David aveva sempre mostrato una strabiliante forza fisica, ben nota ai suoi amici. L'unico problema in questo momento, era che fosse un attributo utile ma insufficiente per sfuggire a quella situazione: non c'era un piano, non c'era spiegazione, né tanto meno una direzione verso cui andare. Cominciò a camminare lungo la sterminata costa buia alla luce delle stelle, fiducioso di trovare la fine di quel posto. Qualcosa c'era all'orizzonte in effetti, lievi luci soffuse. Bisognava presumere che fossero della stessa appartenenza di quelle creature ostili?

C'era solo un modo per scoprirlo.

A Sailroon intanto, continuavano incessanti le operazioni di ricerca alla Baia. Decine di soccorritori spostavano travi su travi, nella speranza di trovare qualcuno. Fu in quel momento, che Never comparve tra le vie della città e si recò al ponte distrutto, dopo aver compiuto l'atterraggio al confine della città. Non appena si portò sul ponte, delle guardie lo fermarono: «Mi spiace signore, devo chiedervi di farvi indietro. Sono in corso operazioni di recupero, solo personale autorizzato»

(SM1) Skymoon - le lame perduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora