CAPITOLO 11: LA FENICE VERDE

3 0 0
                                    

La Halos scorreva veloce, distanziata parecchio dalla Hevartz. Il vantaggio sull'inseguitore era netto, ma non per questo, Stain era rilassato, al contrario del goffo collega.

«Mettiti in contatto con Nethora» ordinò Stain a Makumba, mentre si versò altro vino.

«Subito. Avvio immediatamente il contatto» rispose pronto, il troll. Non appena premuta una sequenza di tasti, dopo qualche squillo sonoro all'interno del veicolo, la voce offuscata di Ras echeggiò nella cabina di pilotaggio: «Halos! Era ora che vi faceste sentire. Allora, avete il bottino?»

«Affermativo, puoi riferire a Nethora» rispose Stain con tono calmo e sicuro.

«Ricevuto, lo farò senz'altro. Si può sapere come mai ci avete messo tutto questo tempo?»

«Abbiamo avuto qualche complicazione con dei Deathlight e...»

«Dov'è Zeira?!» si intromise Hunter, gridando, al che Stain gli sferrò un violento pugno all'addome che gli tolse il fiato.

«Dannazione! Questi cosi ampliano il volume a livelli estremi! Chi è, il pivello?»

«Purtroppo, sì» rispose Stain, scuotendosi la mano, mentre Hunter restò in ginocchio con una mano poggiata a terra per sostenersi e una sullo stomaco; lo sentiva come schiacciato.

«Vuole sapere come sta la nostra ospite»

«Ah, che non si preoccupi. La sua amichetta è in ottime mani, l'ho lasciata con le governanti. In questo momento è chiusa nella sua stanza, insieme ad Esra»

«Bene, ne siamo tutti contenti. Saremo lì tra un'ora, stiamo per entrare nell'orbita di Kiliroth. Halos chiudo» La trasmissione cessò e Stain non si degnò nemmeno di chinarsi, spostando Hunter con un calcetto per tornare a sedersi sul divanetto.

«Sei davvero uno screanzato. Non ci si intromette mentre gli adulti parlano» disse Stain con aria irritata, mentre si riempì ancora una volta il calice di vino rosso. Intanto le stelle e il fascio azzurro del ponte etereo svanirono, lasciando il panorama cosparso di nubi grigie e verdastre. Erano entrati nell'orbita dell'ultimo mondo che li separava da Wisar.

Poi, mentre attraversavano il cielo nuvoloso, per raggiungere l'ultimo ponte, ecco che Stain riprese a parlare, con tono calmo e rilassato: «Piuttosto, vorrei farti una domanda...» continuò, mentre Hunter dava cenno di rialzarsi dopo il colpo subito «Quel ragazzo col martello... Chi è per te?» chiese con tono interessato.

«Che t'importa?!» ringhiò Hunter, ancora dolorante.

«Per il semplice fatto che possiede un Clefstar anche lui. Non ti pare buffo che ne avesse uno?» concluse sorseggiando dal calice.

«Cosa vuoi che ne sappia, io? Non so neanche perché ne ho uno io» Stain era infastidito: «Non terrai segreti a lungo, almeno finché non incontrerai Nethora di persona» disse lo spettro con tono provocatorio, quasi divertito.

«Volevi sapere chi è la mia signora? Bene» Tenne fermo il calice nella mano e il suo sguardo si perse davanti a sé, continuando a parlare, quando Hunter si fece attento, salendo il divano che in quelle condizioni, pareva una montagna: «La mia signora è in grado di entrare nella tua mente. Non esiste anima che i suoi occhi non possano varcare, pensiero che lei non possa scovare. Il suo solo riflesso sulla tua mente o sui tuoi occhi ha il potere di congelare il tuo cuore. Il tuo sangue diviene incapace di scorrere lungo il tuo corpo. Gli impulsi si fermano e nessun pensiero riscontra significato; non c'è più nesso con la realtà. Esiste solo il suo sguardo e la tua anima, nuda e fredda, sotto di esso. Non puoi sottrarti ai suoi occhi, né al suo potere, né ai suoi servi. Lei è Nethora, Signora dei Draghi, la vera Imperatrice di Wisar e tu sei solo un bambino che crede di poter scappare».

(SM1) Skymoon - le lame perduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora