CAPITOLO 12: IL MONDO SPEZZATO

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La Hevartz filava rapida, e finalmente, Pickub poteva scorgere Kiliroth in lontananza; a breve, avrebbero potuto abbandonare il ponte etereo.

«Ehi, vuoi il cambio? Stai guidando da un pezzo, e dopo tutto quello che hai passato, non ti farebbe male riposare» disse Never, porgendo una mano sulla spalla di Pickub.

«Ma no, figurati...»

«Pickub»

«Sì?»

«Levati» Pickub ricambiò un sorriso rassegnato e cedette i comandi.

«Riposati un po', ne hai bisogno» disse Never, mentre si sistemò in postazione. Pickub era sconvolto, segno che si lanciò sul divanetto posto dietro la postazione di comando. Ora che era rilassato, pose maggiore attenzione alla navetta, magari per distrarsi, dato che ovviamente pensava a quello spettacolo misterioso quanto sorprendente.

Nella stanza dietro la cabina di pilotaggio c'era un divanetto rosso su un pavimento blu scuro e qualche lampada sparsa qua e là nel soffitto azzurro. All'angolo di quella stanzetta, era posizionata la cabina di pilotaggio a due posti. Dietro, dalla parte opposta, c'era una porta che collegava la stanza alla misteriosa cabina di Never. Pickub vi porse un occhio curioso, conscio che difficilmente sarebbe riuscito a entrare senza farsi tagliuzzare a pezzi dai kukri del compagno.

«Certo che quei comandi sono davvero strani. Non li ho mai visti» disse Pickub, mentre era coricato.

«Non mi pare che la cosa ti abbia creato troppi problemi» puntualizzò Never, ironico.

«Questo lo devo alla mia esperienza» poi continuò: «Come te la sei procurata?»

«Un regalo» disse secco Never, al che Pickub capì non voleva andare nel dettaglio per l'ennesima questione.

«Cosa credi che fosse? Quel bagliore laggiù, intendo» chiese afflitto, mentre Never attorcigliò le sopracciglia: «Non lo so, ma scommetterei che ha a che vedere con Hunter» rispose serio, notando l'angoscia di Pickub.

«Ehi! È un tipo in gamba, se la sa cavare. Ti preoccupi troppo. Potrebbe sorprenderti come ha sorpreso me»

«Lo conosco da anni... È impulsivo, e la cosa lo rende fastidiosamente imprevedibile. Non finirà mai di sorprendermi, Never» disse arreso, al che Never si lasciò scappare un sorriso, che istantaneamente svanì, non appena diede uno sguardo al localizzatore di Hunter. Il suo volto fu preso dall'ansia, perché l'immagine era chiara, ferma e questo voleva significare solo una cosa: Hunter era sul pianeta. Deglutì ansioso, perché era indeciso se confidarsi con Pickub. Sarebbe stato certamente giusto per lui saperlo, ma era già evidentemente stressato. Finora, era stata una settimana piuttosto snervante, tuttavia, era difficile non notare che la nave si sarebbe abbassata di quota nel pianeta più temuto e desolato del sistema. Anche la loro nave era entrata infatti nel temporale. Anche la Hevartz era giunta su Kiliroth.

Appena la pioggia e i tuoni si fecero rumorosi, battendo sulla carrozzeria metallica, Pickub diede un'occhiata, incapace di addormentarsi: «Siamo dove penso che siamo?» disse con una mano sulla fronte.

«Temo di sì. Siamo arrivati a Kiliroth»

«Ti prego, cerca di accelerare. Prima lasciamo questo pianeta, meglio è» sospirò mentre era coricato sul comodo divanetto.

«Temo di non poterlo fare»

«Perché?» chiese mentre Never era visibilmente imbarazzato: «Perché lui è ancora qui»

«CHE COSA?» sobbalzò dal divanetto all'improvviso.

«Datti una calmata!»

«Ma calmati tu! In questo mondo aleggia la morte dietro ogni angolo e uno dei miei ragazzi è là sotto, con uno spettro e un troll, circondato da chissà cos'altro! Come credi che potrei mai riuscire a calmarmi?!»

(SM1) Skymoon - le lame perduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora