La luce riempì l'aria ancora una volta, quando Hunter si svegliò su un letto cosparso di lenzuola bianche. Era la terza volta che perdeva i sensi nell'arco di pochi giorni. E come le altre, non sapeva perché; ricordò non appena piegò la testa, facendo ricadere l'attenzione su una fasciatura che gli avvolgeva l'addome. La memoria della lama volante lo assalì letteralmente, rammentando la paura e il dolore di quel gesto di follia. Da lì, il ricordo fluì velocemente: "Dove sono Never e Pickub?" pensò. Era quello che gli importava al momento. "Stain" era un altro nome che ricordò e con esso sopraggiunsero rabbia e odio, ma soprattutto l'immagine di Pickub in quelle drammatiche condizioni. Quello fu lo stimolo che lo spinse ad alzarsi, senza perdersi in troppe domande, ma qualcosa gli impediva di muoversi, all'esterno della sua mente; non erano le ferite, ma corde strette a polsi e caviglie, sottili eppure così dure da spezzare. Ebbe modo di poter analizzare meglio la stanza in cui si trovava, da pareti bianche con lineamenti dorati e bronzei. Sul pavimento in mattonelle decorate con rosse pitture floreali e aquile dorate, c'era soltanto quel suo umile lettino con gli angoli in legno. Entro poco tempo, si aprì una porta, per fare spazio alla figura di un uomo dalla pelle scura, con indosso un camice bianco svolazzante e una tunica grigia, su cui era dipinto un aquilotto giallo. Le maniche della tunica non raggiungevano i gomiti dell'uomo che le indossava, dai cortissimi capelli neri e occhi di altrettanto colore; all'avanbraccio sinistro aveva legato una sorta di calamaio grigio e marrone, senza dubbio l'aspetto più caratteristico di quel buffo personaggio. La sua espressione era decisamente seria e attenta, scrutando la faccia interrogativa di Hunter. Portava in mano un taccuino e prima che potesse far cenno di scrivere, d'un tratto fischiò. Senza smuovere lo sguardo dal ragazzo dubbioso, fischiò all'improvviso e dal calamaio, schizzò fuori una piuma bianca che attraversò il braccio, fino a recarsi alla sua mano. L'uomo cominciò a parlare e senza muovere un dito, il foglio del suo presunto rapporto cominciò a macchiarsi d'inchiostro; la penna agiva per conto proprio, come per siglare una deposizione, che quell'uomo pronunciava con voce scura, parola per parola: «Ore 17:14, paziente G4 sveglio» concluse di muoversi quel buffo oggetto, per riporsi con velocità, esattamente nel calamaio da cui era schizzata, sotto gli occhi intontiti di Hunter.
«Grazie, Liz. Allora...» esordì probabilmente il medico.
«Gran bella penna»
«Grazie, ora veniamo al dunque...»
«Dove l'hai presa?»
«Un vecchio regalo»
«Carina...»
«Lo so, difficile trovarne in giro»
«Dove mi trovo?» Hunter interruppe il botta e risposta, isolato da ogni contesto logico. L'uomo scoppiò in una leggera e ironica risata: «Certo che sei un tipo loquace... strano e loquace, non me l'immaginavo. Siamo nel palazzo reale di Goldgrain, comunque»
«Come stanno i miei amici?»
«Presentano condizioni stabili. Quello più basso era messo piuttosto male. Anzi, in tutta sincerità mi sorprende che sia ancora vivo. Dal rapporto consegnatomi circa quattro ore fa, per inciso quando vi hanno spedito da me, pare che foste tutti e tre a Karajh. È un vero postaccio» disse con aria quasi beffarda, mentre Hunter cominciò a preoccuparsi: «Che vuol dire, come stanno?»
«Te l'ho detto, sono fuori pericolo. L'uomo più alto aveva giusto qualche lesione allo stomaco e un bel bernoccolo in testa. L'immancabile tatto delle guardie, suppongo...» sospirò con un briciolo di imbarazzo e fastidio: «Quello basso è stato soggetto a un intervento massiccio fin dalla vostra deportazione, anche se a dirla tutta è ancora in corso. L'ho presidiato io stesso fino ad ora, finché... Beh, non ti sei svegliato. Non appena me l'hanno riferito, mi sono recato qui. Sta' tranquillo, è in buone mani»
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(SM1) Skymoon - le lame perdute
Adventure"Skymoon" narra le vicende di Hunter, un giovane orfano cresciuto a Desworld, un pianeta del nord, nel sistema dei Nove Mondi. Questa galassia è formata da otto pianeti che compongono un anello attorno al leggendario sole lunare noto come "Skymoon"...