CAPITOLO 9: FINALMENTE L'ALBA

3 0 0
                                    

C'erano solo polvere e detriti, sparsi nell'intero piazzale, che fino a un giorno prima ospitava il palazzo reale di Goldsand. Gli abitanti non avevano il coraggio di aprire una sola finestra, per vedere la situazione attuale. Gli bastava sapere di essere vivi per udire i continui boati.

Nel piazzale devastato, Hunter fu il primo a rimettersi in piedi, confuso e sfiancato dall'esplosione. Provò a cercare qualcosa che non fossero desolazione o macerie, e la sola cosa che fu capace di scorgere fu la sua spada. Era lì, distesa, perfettamente intatta, un paio di metri davanti a lui. La guardò con aria seria e preoccupata, finché la sua attenzione fu attratta da qualche pietra che cominciò a smuoversi qualche metro da lui più a sinistra: era Never, alzatosi anche lui con la stessa sensazione di confusione e stanchezza.

«Never!» lo chiamò Hunter, mentre il compare si grattava la nuca dolorante: «Sì... sto bene, non preoccupar...» interruppe la frase, non appena riuscì a identificare David, appena rialzatosi da terra una decina di metri davanti a loro. Hunter mantenne la serietà e allungò il braccio sinistro senza voltarsi: il Clefstar si materializzò subito nella sua mano, sparendo dal suolo.

«Se non vuoi tornare in te da solo, ti ci farò tornare io a forza di legnate» disse con tono deciso, puntando la spada sull'amico, che mantenne quell'espressione vuota e seria. Il suo unico gesto fu alzare il braccio sopra la testa, con cui evocò il martello rosso dalle ali verdi. Con altrettanta serietà puntò Hunter e cominciò ad avanzare lentamente. Non appena Never fece per sguainare i kukri, Hunter allungò la mano. La sua intenzione era chiara: voleva battersi da solo, come per anni avevano fatto per gioco.

«Dopo tutto è la tua battaglia. Vedi soltanto di non farti ammazzare» Dopo quell'avvertimento, Hunter avanzò verso il suo nuovo avversario. Accelerarono il passo l'uno verso l'altro. Sotto gli occhi di Never, i Clefstar diedero luogo al loro primo urto. David ebbe la giusta rapidità per spezzare il contatto e iniziare a colpire Hunter, che deviava gli attacchi con forza. All'ennesima mazzata rotolò dietro David e con una spazzata della spada, lo portò a terra. Gli sferrò un pestone, ma David alzò il martello all'altezza del viso e frenò il piede, riuscendo a sollevarlo. Si levò agilmente dopo aver destabilizzato Hunter che fu costretto a tornare sulla difensiva; David non gli lasciava il tempo di respirare, con la velocità dei colpi, nonostante il peso dell'arma. Appena uno dei suoi attacchi atterrò Hunter, questo si rialzò immediatamente, infuriato, e cominciò a spiazzare David con fendenti rapidi e potenti. Il ragazzo cominciò a indietreggiare; il duello si stava ribaltando. All'ennesimo colpo, gridò con vigore, costringendo addirittura David a spezzare la retroguardia e lo colpì all'addome. Never aveva assistito a quella scena già la sera precedente, contro Stain, senza che la sua sorpresa fosse diminuita. L'esito fu però lo stesso, infatti David strisciò veloce sul terreno per alcuni metri, fino a urtare le macerie, innalzando un polverone.

In quell'istante, mentre Never si godeva lo scontro, non poté fare a meno di percepire un'oscura ombra alle sue spalle, definibile come "spettrale". Prima che essa potesse sferrare uno dei suoi raggi oscuri, Never la sorprese con la sua voce: «È finita, Stain»

«Chi lo dice? Ucciderò te, poi mi occuperò del ragazzo. Adempirò la mia missione, una volta per tutte» Never ribatté puntando semplicemente il pollice dietro di loro, dove i soldati impegnati nella difesa delle mura erano prossimi a raggiungerli. La battaglia alle porte, forse era finalmente terminata. Alla vista di quella marmaglia, Stain si voltò, furioso: «Loro non cambieranno nulla. Non questa volta!» gridò nervosamente.

«Ma io sì!» sussultò una voce in lontananza, decisa, severa, femminile, ma proveniente da una duna da tutt'altra parte rispetto i cancelli. Era niente meno che Nadline in persona. Ergendosi in lontananza con imponenza, l'Imperatrice rimase in piedi, fiera, a capo di un intero contingente di soldati provenienti sicuramente da Nazira. Si fece avanti con ordine e il marchio del sole delle loro armature riempì il deserto dietro Goldgrain. Gli uomini di ritorno dalle porte della capitale facevano sì che Hunter e i suoi persecutori fossero completamente circondati. Cominciarono ad alzarsi e lo strillo di Makumba fece sobbalzare chi ancora non l'aveva fatto, come Kroda.

(SM1) Skymoon - le lame perduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora