CAPITOLO 14: IL PRIGIONIERO DI BLACKBIHOTZ

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«Che cosa è stato?»

«Non ne ho idea»

«So io cos'era, la nostra occasione!» Falena prese la chiave e la girò nella serratura, in fretta e furia. Aveva ragione nell'approfittarne. Hunter attraversò quello stesso corridoio, nel momento in cui la loro porta si aprì, ma quando loro misero lo sguardo fuori, aveva già varcato l'angolo, in cerca di un'uscita. Le tre sorelle uscirono in tempo per scorgere soltanto la possente figura di Makumba, sorpreso di vederle: «Come avete fatto a uscire voi tre? Ora vi sistemo io!» borbottò, minaccioso, al che Falena gli assestò un calcio tra le gambe, costringendolo in ginocchio. Esra prese un'ascia dal cadavere dell'orco vicino e la puntò alla gola del troll.

«Ma tu guarda il caso...» disse Falena con la testa del troll fra le mani: «Stavamo proprio cercando una guida» al che il troll ringhiò, stizzito: «Strega!»

«Ah... non ti consiglio di provocarmi!» ribatté lei, con tono raggelante, mentre Makumba deglutì nervoso, con la lama pungente alla gola.

«Noi andremo nelle segrete e tu verrai con noi» disse Merylia.

«Sentito, bestia? Muoviti!» terminò lei, iniziando a farsi strada. Davanti agli orchi, Makumba si sarebbe dimostrato uno scudo più che efficace, malgrado fosse ben altro, il loro bersaglio tra i corridoi e le sale della fortezza.

Hunter era un bambino sperduto in una giostra grande un palazzo. Quel labirinto di corridoi tappezzati di lunghi nastri viola e dipinti non lo aiutavano gran che a orientarsi; a ogni angolo e ogni porta, c'erano solo orchi ad attenderlo, ma almeno la spada si dimostrò un prezioso alleato in quella continua corsa.

Dietro la luce dei corridoi, dal punto di partenza, Stain era fermo insieme a Nethora: «State tranquilla, mia Signora. Non andrà lontano» disse lui, adagiando la donna sul letto. Nethora riaprì l'occhio rubino, capace di risplendere ancora davanti a quelli dorati.

«Vai...» sussurrò Nethora con voce esile: «Portalo da me» ripeté con più vigore, per quanto poteva in quelle condizioni. Stain deglutì, serio e riuscì a separare le sue mani dalla signora dei draghi. Aveva una nuova missione da compiere in suo nome. Lasciò a passo spedito la stanza, incrociando una squadra di orchi: «Ordini, signore?»

«Che nessuno osi entrare qui dentro!» ringhiò senza voltarsi, con soli occhi per la sua preda, al che gli orchi risposero con un timoroso annuire. Bastarono pochi passi perché lo spettro si soffermasse su una porta che non doveva essere aperta. Si arrestò e notò la stanza dalle pareti rosa, vuota. Pose mano sulla radio: «Makumba! Makumba, ci sei?» Da qualche parte, lontano da quel corridoio, la voce metallica di Stain rimbalzava sul fianco di Makumba, attirando l'orecchio di Merylia. Non appena vi prese mano, la donna la portò alla bocca del troll: «Prova a dire una parola sbagliata...» lo minacciò Falena, al che Makumba rispose tremante: «Tutto bene»

«Per niente! Le Cylinder sono scappate! Pensa a loro! Io mi occuperò del ragazzo»

«Si può sapere che succede?» intervenne la voce di Ras nella comunicazione.

«Dove diavolo sei, tu? Quando servi...» ringhiò Stain.

«Rilassati, ectoplasma, ero andato a verificare lo schianto»

«Schianto?» ribatté Stain con gran sorpresa.

«Pare che un'altra nave della Havoc Bullet sia arrivata qui, con un atterraggio tutt'altro che impeccabile» Stain si paralizzò per un attimo

«Ehi, Stain!»

«Sopravvissuti a bordo?» ridiede segni di vita.

«Negativo, i miei non ne hanno riportato alcuna notizia. Non mi sorprende» disse Ras, lasciando Stain profondamente turbato e sospettoso.

(SM1) Skymoon - le lame perduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora