XXIII: Lotta senza speranza

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"Mai più," disse Ron, rialzandosi a fatica. "Mai, mai più... è stata la peggiore..."

"La prossima volta ci Smaterializziamo," concordò Chris, mentre passava dal verde acido al suo colorito normale.

Hermione e Ginny arrivarono al loro fianco; Neville saltò giù tremando; Luna scivolò lungo il fianco del Thestral con fluida eleganza.

"E adesso dove andiamo?" Mi chiese con educato interesse, come se si trattasse di una gita di piacere. 

"Da questa parte." Precedetti gli altri verso la vecchia cabina telefonica e la aprii.

"Dentro!" Li incitai, vedendoli esitare. Ron, Ginny e Chris obbedirono; Hermione, Neville e Luna si strizzarono dietro di loro. "Il più vicino al ricevitore faccia il numero sei due quattro quattro due!"

Ron eseguì, e per riuscirci dovette torcere il braccio; nella cabina risuonò la solita fredda voce femminile. "Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore dichiarate il vostro nome e il motivo della visita."

"Harry Potter, Ron Weasley, Hermione Granger, Ginny Weasley, Neville Paciock, Luna Lovegood, Chris Cole... Siamo qui per salvare qualcuno, a meno che il Ministero ci riesca prima di noi"

"Grazie," disse la fredda voce femminile. "Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla sul vestito," Mezza dozzina di spille rotolarono fuori dalla fessura di metallo che di solito sputava le monete di resto. Sopra la mia c'era scritto: Harry Potter, Missione di Salvataggio. "Il visitatore del Ministero ha l'obbligo di sottoporsi a perquisizione e di presentare la bacchetta perché sia registrata al banco della sorveglianza, all'estremità dell'Atrium."

"Bene!" Gridai, mentre la cicatrice ricominciava a pulsare. "Adesso possiamo muoverci?"

Il pavimento della cabina vibrò e il marciapiede scivolò al di sopra delle pareti di vetro; le tenebre si chiusero sopra le nostre teste mentre calavamo nelle viscere del Ministero della Magia. Una fessura di soffusa luce dorata toccò i nostri piedi e si allargò, alzandosi fino a illuminarli completamente.

L'Atrium sembrava deserto. I camini incassati nei muri erano spenti, ma quando l'ascensore si fermò senza un sussulto vidi che i simboli dorati continuavano a muoversi sinuosi sul soffitto blu scuro. "Il Ministero della Magia vi augura una piacevole serata," disse la voce femminile.

La porta della cabina si spalancò; ruzzolai fuori, seguito a ruota da Neville e Luna.

"Venite," sussurrai, precedendoli di corsa oltre la fontana. Ero sicuro che ci dovesse essere qualcuno di guardia, e altrettanto sicuro che la sua assenza fosse un brutto segno.

Chiamai il più vicino, premendo il pulsante discesa: arrivò quasi subito, e la grata si aprì con un gran fragore. Schiacciai il pulsante numero nove. Il giorno che ero venuto col signor Weasley non mi era reso conto di tutto quel rumore; ero certo che avrebbe messo in allarme gli addetti alla sorveglianza nell'edificio, eppure quando ci fermammo la fredda voce femminile annunciò "Ufficio Misteri," e la grata ci mostrò un corridoio deserto. 

Guardai la nuda porta nera davanti a me. Finalmente, dopo averla sognata per tanti mesi, era lì.

"Ora, sentite," dissi, fermandomi a un paio di metri dalla porta. "Forse... be', qualcuno dovrebbe restare qui... di guardia..."

"E come facciamo ad avvertirti, in caso di pericolo?" Chiese Ginny, inarcando le sopracciglia. "Potresti essere chissà dove."

"Lasceresti indietro il tuo miglior duellante? Ritiro ciò che ho detto sul buon capo," disse Chris, facendoci alzare tutti gli occhi al cielo.

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