XXVII: Tra bacchette rubate e pozioni fortunate

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Chiariamo una cosa; non sono una cleptomane.

Jason esagera sempre quando parla della mia presunta 'condizione'. Non ho rubato la sua bacchetta. Volevo solo provarla un po'. Ecate ci aveva spiegato che la magia non riesce bene con la bacchetta di un altro, e volevo verificare se fosse vero. E poi, la sua è più carina della mia.

Vedi? Non ho rubato nulla. Va bene, magari potevo chiederglielo, ma...andiamo, è il mio ragazzo! Non conta come rubare.

[Piper...]

[No, discorso chiuso.]

Ci incamminammo verso il castello, e notammo fin da subito quanto fosse stretta la sicurezza. I professori ed il custode controllavano tutti i ragazzi che entravano, ed un numero indefinito di incantesimi di protezione circondava la scuola. L'effetto era quello di una cupola di vetro; non te ne accorgi se guardi di sfuggita, ma se lo sai noti subito la differenza.

Arrivati al cancello avremmo dovuto subire i controlli, ma grazie alla complicità dei professori (quelli che erano nell'Ordine almeno) e con un pizzico di lingua ammaliatrice, riuscimmo a passare senza problemi.

Meno male, dato che io portavo meno armi di tutti, ed avevo il mio pugnale, una spada e quattro coltelli da lancio.

Un po' esagerato? Forse, ma volevo imparare a combattere anche con armi che non fossero Katoptris, e quale posto migliore per farlo di una scuola in cui non frega a nessuno se studio oppure no?

Arrivammo fuori la Sala Grande. Chris e Claire ci salutarono ed entrarono, mentre noi avremmo dovuto aspettare l'annuncio del Preside. Jason ne approfittò per parlare dell'argomento più scomodo che potesse scegliere.

"Posso riavere la mia bacchetta ora?"

Mi sentii subito in colpa. Non volevo che pensasse che avevo ricominciato. Non sapendo che dire, feci finta di niente. "Sì, tieni."

"Mi dici cosa c'è che non va?"

"Niente, perché?"

"Perché erano mesi che non rubavi le mie cose-"

"Non ho rubato!"

"-Ed abbiamo stabilito tempo fa che lo fai quando sei nervosa. Quindi," disse mentre mi abbracciava. "Vuoi dirmi cosa c'è che non va, e se posso fare qualcosa? O dobbiamo fare come due anni fa?"

Touché...quando ci mettemmo insieme la prima volta, io negavo sempre di rubare le cose, e lui si arrabbiava con me. Mi ci sono voluti mesi per dirgli finalmente la verità, o meglio quella che sospettavo fosse la verità.

Dopo tanta insistenza, finalmente mi portò da un medico (questo è successo un mesetto prima della partenza sull'Argo II), ed effettivamente diagnosticò che soffro di cleptomania.

Paradossalmente, però, scoprirlo non fu umiliante o altro. Va bene, un po' sì, ma soprattutto fu una liberazione. Alla fine avevo paura di ciò che avrebbero potuto pensare gli altri di me. Chi vorrebbe essere amico di una ladra?

Ed invece tutti i miei amici, Jason in primis, sono stati comprensivi e mi hanno aiutato a capire esattamente quando e perché provavo quell'impulso. Certo, i risultati non sono stati immediati, soprattutto con una guerra di mezzo, ma pian piano, poco alla volta, ho imparato a controllare l'istinto, e non rubavo quasi mai. Nell'ultimo anno mi ero sentita molto più a mio agio con me stessa.

[Adesso hai capito perché la tua premessa di poco fa era inutile?]

[*sospira* Hai ragione, Jason, ma non sappiamo chi sentirà questa cassetta. Non voglio che pensi che sia tutta una scusa.]

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