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Martina uscì dalla cucina con le fette biscottate con la marmellata e il latte per Jazzy, non le serviva arrabbiarsi con Jorge per il fatto che fosse un idiota, da quel momento avrebbe cercato di non arrabbiarsi per le cose che diceva... lui davvero pensava che lei si fosse azzardata anche solo a pensare di andare a letto con lui? L'avrebbe cacciata dalla sua vita alla seconda o terza notte, così come aveva fatto undici anni fa.

||Flashback||

-Jorge!- lo chiamó Martina, il moro si girò e si avvicinò a Tini.

-Che c'è, Martina?

-Ehy, l'hai dimenticato no?- gli chiese quando lo vide con l'uniforme da calcio.

-Dimenticato cosa?- chiese stranito.

-Hai dimenticato che mi avresti dovuto accompagnare a pattinare, non ricordi? Mi hai detto di sì.

-Oh... quello... scusa Tini, ma ho già detto ai ragazzi che sarei andato con loro.

-Ed è stato prima che mi dicessi che saresti venuto con me?- chiese triste.

-Davvero mi dispiace... ti prometto che la prossima volta ci sono.

-Jorge, mia mamma dice che promettere qualcosa, è sacro.

-Certo, lo so.

-Però mi hai già promesso tante cose- disse -Non ricordi? Preferisci loro a me?

-Non dire così, bella, non è così.

-Non importa, Jorge- lei sospirò -Buona fortuna con la tua partita.

||Fine flashback||

Questa fu l'ultima conversazione che hanno avuto. Martina si era arrabbiata e aveva deciso di non parlargli, pensando che forse Jorge si sarebbe scusato con lei o qualcosa di simile, però non ha fatto che ignorarla maggiormente, ed é per questo che l'amicizia di oltre 5 anni finì completamente.

Ora non erano più dei bambini, avevano 19 anni ed entrambi andavano all'università; con il tempo, il dolore che le aveva lasciato Jorge si era tramutato in un profondo rancore, però non poteva odiarlo, per qualche strana ragione proprio non poteva.

-La tua colazione, principessa- disse Martina piegandosi per raggiungere il tavolino verde di plastica dove era seduta Jazzy.

-Mmm, che bel culo, bella.

Martina spalancò gli occhi, senza poterci credere che lui lo avesse detto. Jazzy si tappò la bocca scioccata.

-Jorge non si dice!- lo sgridò la sua sorellina.

-Scusa, non ho sentito bene... cosa hai detto?- chiese lei minacciosamente.

-Beh, pensavo che se ti infastidisse il fatto che ti chiamassi bella non ti avrebbe infastidito se ti avessi detto questo- sorrise prendendo in giro.

-Sappi che non ti farò nulla solo perché c'è tua sorella- grugnì lei.

-Mmm, e cosa mi faresti una volta che mia sorella non ti può vedere, bambolina?- le sussurrò all'orecchio con tono malizioso -Mi stai facendo pensare male.

-Non voglio che tua sorella veda come ti colpisco, Jorge- sbuffò-Però torna a dire un altro dei tuoi commenti non richiesti e scoprirai quanto può essere forte il mio pugno quando voglio.

-Mmm, mi ecciti quando sei così selvaggia, sai?

-Guarda Jazzy- le parlò alla bambina -Quando un ragazzo ci proverà esageratamente con te quando sarai più grande, dovrai fare solo questo

Martina schiaffeggiò la guancia di Jorge con forza. La piccola applaudì divertita.

-Ahia, non sei un po' piccoletta per picchiare così forte?- chiese strofinandosi la guancia -Normalmente le ragazze non fanno questo...

-Tu stesso lo hai detto, sono un adolescente degli anni 50.

-Con la differenza che loro rimanevano vergini fino al matrimonio.

-Smettila di metterti in mezzo! Non dovresti neanche saperlo.

-Evidenziavo solo qualcosina, Tinita.

-Non parliamo più di quello ora?-  lei corrugò la fronte -Smettila di chiamarmi così.

-Così era come ti chiamavo prima, ora ti infastidisce?

Se prima aveva voglia di colpirlo, ora aveva voglia di ucciderlo per quanto fosse cinico. Pensava di avere il diritto di chiederle se ora la infastidisse? Certo che la infastidiva! Non si rendeva conto di quanto l'avesse ferita?

Sisi, aveva sofferto molto per colpa sua anche se aveva solo 10 anni, perché era piccola e Jorge è stato il suo primo amico, dato che i suoi genitori cambiavano di città costantemente, fino a che non trovarono un lavoro stabile qua in California, dove non significava che non dovessero viaggiare.

Un'altra cosa su Jorge che non voleva ricordare? Non le piaceva pensare a questo, però lui era anche stato il primo ragazzo di cui si era... innamorata? No, certo che no, a 10 anni non si ha la minima idea di cosa sia l'amore, però anche così, lui le piaceva e tanto; non capiva come fosse passato dall'essere il ragazzo più dolce, sensibile e affettuoso dell'universo, all'essere il più narcisista, donnaiolo e porco. Come si era azzardato? Dirle che aveva un bel culo? Dove era rimasto il Jorge che diceva che amava i suoi occhi e il suo sorriso? Nascosto in qualche posto utopico della realtà; non era lì.

Però nonostante volesse urlargli il motivo per il quale non le piacesse che la chiamasse così, che volesse chiedergli perché lo avesse fatto, perché si era allontanato, perché si era convertito in quello che era adesso, non gli avrebbe dato il lusso di fargli sapere quanto l'avesse ferita e quanto ancora la feriva.

-Semplicemente non farlo, mi chiamo Martina, per te e per tutti.

-Sei così con me o con tutti, Tinit... Martina?

-Non lo so, pensa quello che vuoi- disse e si girò.

-Dai andiamo, sei ancora arrabbiata con me per quello che è successo tanto tempo fa?

Martina che continua a soffrire a distanza di 11 anni e Jorge che continua a fare il coglione... Jorge TI PREGO usa il cervello, pensa a quello che avete vissuto e a come tu hai mandato a quel paese un'amicizia duratura per una sciocchezza...

Ups, capitolo notturno perché in giornata non sono riuscita a pubblicare *faccina imbarazzata che chiede perdono* giuro che dopo posto un altro capitolo!

Come al solito se il capitolo vi è piaciuto, commentate e lasciate una stellina💫

ricordo che la storia è stata scritta originariamente in spagnolo quindi io la sto traducendo...in ogni caso la storia in lingua originale è sempre sul mio profilo!<3

La babysitterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora