capitolo 1

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La scuola è un dannato inferno, odio ogni singolo istante passato tra queste quattro mura, mi sento in trappola, costantemente controllata, costretta a indossare la maschera della sfigata, di quella debole che si fa prendere facilmente in giro da quelle popolari.Mio fratello fa perennemente finta di non conoscermi, ma non sa chi sono, lo spessore e la falsità della maschera che sono costretta ad indossare; lui è uno di quelli considerati fighi assieme al suo migliore amico Ethan. Ogni giorno, a scuola, posso contare solo su Mary, la mia migliore amica, solo lei sa di quello che sono e che faccio fuori da scuola, mi chiamano Bad Girl, quasi nessuno sa la mia seconda identità, indosso sempre cappucci o occhiali da sole. In poco tempo sono diventata il capo di questo giro che gestisce e organizza le gare clandestine, li sono libera, libera di essere me stessa, libera di essere viva. Siamo alla quinta ora del lunedì, già non ne posso più, ho chiesto il permesso di andare al bagno alla prof che ha acconsentito e quindi eccomi qua a vagare per i corridoi sella scuola con i miei soliti vestiti larghi e orribili che servono a completare il camuffamento. Le porte delle classi sono tutte chiuse, i corridoi sono fortunatamente deserti, la porta della classe di mio fratello si spalanca rivelandomi una ragazza con i capelli biondi ossigenati, lisci, che le arrivano a metà schiena, labbra visibilmente rifatte, occhi marroni scuro; snella e alta, indossa una minigonna nera a vita bassa con delle calze a rete e degli stivaletti neri, il top rosa evidenziatore che le arriva poco sotto l'ombelico. Il trucco pesante che le contorna gli occhi, e le labbra tinte di rosa antico, Megan. Lei si crede la fidanzata di Ethan, anzi lui glielo fa credere. Esce dalla classe seguita da Ethan stesso, perfetto! Cerco di farmi notare il meno possibile non guardandoli e andando dritto per la mia strada. Lei si appoggia al muro, lo tira a se per il colletto della maglia, con la coda dell'occhio noto che mi lancia un'occhiata, poi lo bacia, se così possiamo dire, in poche parole si stanno letteralmente mangiando la faccia a vicenda. Lui le stinge i glutei, sono tentata di dirgli "prendetevi una stanza" ma mi mordo la lingua per non farlo.

<ecco la mia sfigata preferita> alzo gli occhi al cielo per l'affermazione di Ethan e continuo a camminare, li prenderei a schiaffi dalla mattina alla sera figuriamoci se posso avere con loro una conversazione civile. Chiudo gli occhi e mantengo la calma come faccio da due anni.

<non hai sentito sfigata> continua Megan, mi prudono le mani, ma continuo a camminare. Succede tutto in una frazione di secondo, una mano sulla mia spalla e io sul pavimento a pancia in giù, un dolore lancinante al labbro, mi faccio forza con le braccia mettendomi a sedere, porto la mano sinistra al labbro mentre quella destra rimane appoggiata a terra. Accarezzo il labbro inferiore con il dito medio, lo allontano e vedo il sangue, passo la lingua sulle labbra e la mia bocca viene innondata da un sapore ferroso. Ci appoggio sopra il dorso della mano e mi alzo in piedi. Megan mi guarda ridendo per poi guardare male Ethan quando mi chiede

<come stai?> protrae la mano nella direzione della mia spalla e io faccio un passo indietro.

<non ho bisogno del t-tuo aiuto> dico fingendomi timida e trattenendo l'acidità nata spontaneamente nella mia voce,

<adesso hai iniziato a balbettare?> chiede divertita Megan, è...è...una vipera!

<ti piace Ethan, vero?> me ne devo andare da qua prima che compia azioni delle quali potrei pentirmi,

<no> rispondo unendo le labbra che diventano un linea dritta.

<poverina, mi dispiace che non sia una cotta ricambiata...anzi che dico non mi dispiace> ride divertita dalle sue stesse parole, al posto di prendere in giro me sarebbe meglio che si guardasse allo specchio per una buona volta.

<andiamo amore> continua, lo prende per mano e se ne vanno facendo echeggiare per i corridoi del rumore dei tacchi degli stivaletti di lei. Mi porto nuovamente la mano sul labbro che sanguina ancora e che brucia al contatto con le mie dita, mi rifugio davanti allo specchio del bagno delle ragazze, la gocciolina di sangue che è appena scesa dal labbro ha già raggiunto il mento e sta per cadere a terra. Prendo una di quelle salviette che servono per asciugarsi le mani e me la adagio sulla parte dolorante per poi andare dalla bidella.

<oh tesoro! Santo cielo cosa hai fatto?> mi chiede Ana mentre fruga nella cassetta di primo soccorso, abbiamo avuto varie occasioni per conoscerci a causa del comportamento delle ragazze come Megan.

<il solito> dico sospirando e alzando gli occhi al cielo

<te lo dico sempre che devi reagire! Tiri sempre in ballo scuse stupide!> se solo sapessi Ana, se solo sapessi...

<lo sai come sono fatta> le dico sedendomi sulla sedia che mi ha accennato

<è una scusa, lo sai anche tu, devi farti valere se no...> è molto dolce e apprensiva, soprattutto nei miei confronti anche se non ne ho bisogno, ma lei non lo sa.

<io non ci riesco, per favore smettila peggiori la situazione> le confesso dolcemente mentre si avvicina con il cotone, impregnato di disinfettante, in una mano. Inizia a tamponare il batuffolo sulla ferita, sento un lieve bruciore, nulla di drammatico, ma molto fastidioso; prende una garza da un sacchetto di plastica e la passa sopra il labbro per poi buttare il tutto nel bidone.

<ecco fatto! Come nuova, e mi raccomando eh...>

<si, si...certo> il "certo" lo dico ironicamente e talmente piano che non riesce a sentirmi, per fortuna aggiungerei...devo tornare in classe. Apro la porta, entro, me la chiudo alle spalle, torno al mio posto, prendo nuovamente la matita in mano e ricomincio a fare i miei splendidi disegnini sui bordi delle pagine del libro di storia. Stasera vado al giro, ho bisogno di un po' di libertà, dopo scrivo alla mia best, il suono della campanella che suona mette fine ai miei pensieri, spero che quel depravato di mio fratello mi dia un passaggio a casa. Esco dalla classe con il cellulare in mano, scrivo un messaggio a Mary usando il nostro linguaggio in codice, nel caso qualcuno vedesse il messaggio

Stasera andiamo a comprare le caramelle?

Certo come potrei rinunciare! Facciamo come al solito?

Si

La sua risposta arriva subito, perfetto! Scrivo un messaggio anche a Brian (colui che organizza le gare e fa da "presentatore")

Prepara la moto

Mi limito a scrivere solo questo, penso che capisca. Arrivo alla macchina di mio fratello e lo aspetto li

<che ci fai qua mocciosa?> dice dirigendosi verso di me con Ethan e le due gatte morte

<mi daresti un passaggio a casa?> ride malignamente

<no, ho una reputazione da mantenere> secondo te io no?

<o-okay> abbasso lo sguardo e esco dal grande cancello nero della scuola. Percorro il marciapiede, vedo la macchina di mio fratello passarmi a fianco, Megan abbassa il finestrino e urlando

<SFIGATA> e mi lancia a dosso dell'acqua. Resto pietrificata, fa freddo e sono incazzata, chi si crede di essere, la regina Elisabetta? Io non credo! Ricomincio a camminare ma una macchina nera rallenta e mi segue, il guidatore abbassa il finestrino

<come si è ridotta la nostra Bad Girl?> mi giro ed ecco Logan, grazie al cielo

<Lasciamo perdere, come te la passi?>

<non mi lamento, Brian mi ha detto che ci onorerai della tua presenza stasera>

<simpatico! Comunque si, devo rimettermi in sesto>

<sali che ti do un passaggio> salgo furtivamente,

<grazie>

<Bad Girl che ringrazia?>

<la falsa dell'adolescente timida mi fa male> rido

<ci manchi>

<sta volta torno e non me ne vado, novità?>

<i Diabli non stanno nel loro territorio, solita roba> la nostra gang rivale

<ne parliamo sta sera> annuisce ed arriviamo. Scendo, battiamo il pugno, cenno con la testa ed entro in casa. 

Bad GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora