capitolo 16

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Sento ancora le sue mani stringermi la gola, come se fossero ancora li, la mano destra fa male, il taglio non è molto profondo ma sanguina ancora, e brucia come se avessi la mano sul fuoco; arrivo alla sede del Black Ring e scendo dalla moto. Corro nella tenda, prendo qualche garza, bende e un po' di disinfettante, me la medico e la avvolgo in una garza. Prendo una sigaretta dal pacchetto sul tavolo, la metto tra medio e indice posizionandola poi tra le labbra dopo averla accesa; faccio qualche tiro, i muscoli del mio corpo si rilassano lentante, butto la testa all'indietro e chiudo gli occhi mentre espiro. Abbiamo peggiorato le cose! La morte del fratello lo ha reso più cattivo e senza nulla da perdere, e qualcuno senza nulla da perdere diventa pericoloso. Butto a terra la parte rimanente della sigaretta, la calpesto, devo stare un po' da sola, oggi non ho neanche mangiato e il mio stomaco inizia a brontolare. Ordino una pizza per telefono e la vado a prendere, salgo sulla moto con la pizza tra le gambe e parto verso il mio posto, la bolla di pace e tranquillità, quando arrivo scendo e mi siedo a terra, la pizza sulle gambe e la schiena contro il tronco. Mangio un paio di tranci, ripenso a Liam a terra morto, a James, e tutto questo in quanto? Tre settimane? Un mese? Poi ci si mettono anche le ragazze a scuola come se non fosse abbastanza! Una volta non sapevo cosa voleva dire fare il capo, salvare gli altri da loro stessi, gestire qualcuno, essere responsabile di qualcuno. La brezza serale mi scompiglia i capelli accarezzandomi il viso, mi ricordo ancora cosa mi disse Mary la prima volta che lo vide, anche se non sapeva nulla di lui lo amava, il cosiddetto colpo di fulmine. Io non credo più di tanto nell'amore, non voglio innamorarmi, è tutta una sofferenza, se dicessi queste cose alla mia migliore amica mi prenderebbe a calci, secondo lei, c'è un lieto fine per tutti, tutti sono destinati a trovare la propria anima gemella. Per una ragazza come me sarebbe fin troppo difficile da trovare e anche se lo trovassi, sono troppo orgogliosa per ammetterlo e per perdonare, di conseguenza distruggerei tutto. Quando siamo piccoli ci raccontano le favole della buonanotte, nelle quali il coraggioso principe azzurro salva la principessa e vivono tutti felici e contenti; ma raramente una ragazza trova il proprio principe azzurro. La domanda che ci si pone spesso tra amiche è: "quale sarebbe il tuo ragazzo ideale?" Io ho sempre risposto con delle semplici caratteristiche fisiche; ma la verità è che nessuno sa qual'è il proprio ragazzo ideale fin quando non lo incontra. Una persona con il coraggio di restarti a fianco nonostante tutto, nonostante gli errori, le sfuriate, una persona che ti ama con tutto il cuore, una persona che non ha paura di dirti "ti amo" se ci crede. Ormai queste due parole si usano talmente tanto frequentemente, le prendiamo con leggerezza, ma se qualcuno ci crede sono l'arma più forte di tutte. James era questo per Mary, l'ho capito dal modo in cui parlava di lui ma in un fottuto mese è andato tutto in frantumi. Prendo il cartone della pizza, ormai vuoto, e lo lancio a terra con tutta la forza che possiedo, salgo in moto, metto il casco e parto. Quando entro in casa sono tutti seduti su i divenenti che mi fissano, compreso Dylan;

<che ci fai tu qui?> gli chiedo

<ha detto che vuole Mary> risponde

<Sam?> chiedo

<si> risponde Logan

<lei dov'è?>

<sta dormendo in camera tua, la sta controllando Brian> risponde Ethan

<vuole lei per arrivare a me, ma tu cosa ci fai qua?> chiedo di nuovo

<vuole aiutarci> risponde Logan

<tu, il capo della gang rivale vuoi aiutarci?> lui annuisce

<dov'è mio fratello?> chiedo

<in camera sua> risponde Logan

<ragazzi io sono a pezzi, sceglietevi una camera e andate a dormire. Ci penseremo domani mattina> annuiscono e io mi butto a peso morto sul divano.

<cos'hai fatto al collo> mi chiede con tono accusatorio Dylan,

<è il sangue di Liam, Hopper ha cercato di strangolarmi> mi mette due dita sotto al mento cercando di farmelo sollevare, l'indice dell'altra mano mi accarezza la gola provocandomi una marea di brividi

<ti aiuto a toglierlo> mi dice, accompagnandomi in bagno, bagna la punta dell'asciugamano e lo strofina sul mio collo. L'acqua trascina via con se il sangue che cade nel lavandino, spegne il getto del lavandino e mi asciuga la parte che si è bagnata. Incrocio il mio sguardo allo specchio, mi faccio schifo da sola, le lacrime cominciano a bagnarmi le guance offuscandomi la vista,

<quando finirà tutto questo?> gli chiedo soprappensiero, lui mi racchiude tra le sue braccia accarezzandomi i capelli.

<presto> sussurra. Rimango immobile e spiazzata per un istante però poi ricambio lo abbraccio, è la persona più sbagliata di tutte, è l'unico che non posso lasciare avvicinare, ma è l'unico in grado di farmi sentire meglio con un solo abbraccio. Continuo a piangere bagnandogli la maglietta, mi allontano di poco, lui mi mette una mano sul collo accarezzandomi con il pollice la guancia e fa scontrare le nostre fronti. Chiudiamo entrambi gli occhi, quando li riapro lui mi sta guardando, i suoi occhi sono marroni, ma contengono un oceano intero tra emozioni e ricordi. I nostri nasi si sfiorano, i brividi si impossessano del mio corpo, mi mette una mano sulla vita facendo scontrare, poi, i nostri petti; porto le mie mani sul suo collo. Sorride poi azzera le distanze tra noi facendo scontrare le nostre labbra, due mondi paralleli, due capi di due gang diverse, troppo diversi ma in fondo troppo simili, due parti che si completano a vicenda, un perfetto errore. Il contatto delicato e leggero si trasforma in un bacio passionale e famelico; mi lecca il labbro inferiore per poi morderlo delicatamente, inseguito chiede con la lingua l'accesso alla mia bocca picchiettando sul labbro inferiore. Glielo concedo, le nostre lingue danzano l'una con l'altra, il mio cuore minaccia di uscire dal petto, per quanto possa essere sbagliato, ora lo percepisco estremamente giusto. Ci allontaniamo di poco l'uno dalle labbra del altro, mi sento stranamente bene, mi sento protetta. Poi realizzo.

<io..noi...non si può fare> balbetto insicura, lui si acciglia e mi scruta attentamente

<mi stai dicendo che non lo vuoi anche tu?> mi chiede cercando il mio sguardo.

<ti sto dicendo che tu sei il tipo di ragazzo che fa il pettiniere, e non è di questo che ho bisogno, non ora> gli dico onestamente,

<e di cosa avresti bisogno scusa?> chiede divertito

<ho bisogno di un punto fermo, di qualcuno che mi stia accanto ad ogni costo, è morto sia il mio ex che il mio ex migliore amico. Non ho affatto bisogno di una relazione occasionale. In più devo proteggere la mia migliore amica da uno squilibrato che mi vuole morta> gli dico, mi sono liberata di un peso enorme.

<calma, era solo un bacio, non significa nulla> sento qualcosa rompersi dentro di me, non capisco neanche il perché, o forse si. Perché ho capito di essere solo un gioco anche per lui, era solo un bacio, magnifico.

<si, infatti. Scusa è che sono stanca e incazzata> gli dico mentendo spudoratamente, non voglio che pensi che mi sia offesa, anche se è così. Vado in camera mia, chiudo la porta alle mie spalle, mi stando nel letto affianco a Mary che dorme, chiudo gli occhi, sono troppo stanca per pensare e mi addormento. Mi sveglio di soprassalto, nel letto, sudata, mi guardo attorno, quel terribile incubo è finito; c'era James che mi guardava poi, io contro la mia volontà, gli sparavo in testa. Scuoto la testa per dimenticare quelle immagini, asciugo le lacrime, non voglio che Mary faccia la stessa fine, dobbiamo andarcene, è l'unica opzione, ora. Prendo un borsone dall'armadio, ci metto dentro dei vestiti alla rinfusa, prendo qualche trucco, due pistole e due caricatori, dei soldi che tenevo per un'emergenza, il cellulare, e chiudo tutto. Sveglio la mia migliore amica

<ancora un po'> biascica,

<svegliati> la scuoto e apre, finalmente, gli occhi

<cosa c'è?> mi chiede con la voce impastata dal sonno

<dobbiamo andarcene, alzati>

<Perché?> mi chiede

<tu fallo, poi ti spiego> annuisce, si alza e si cambia. Io scrivo un bigliettino che appoggio sul letto

Mi dispiace ragazzi, vi vogliamo bene

Ariel & Mary 

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