Epilogo

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Dylan's pov

Apro gli occhi di scatto svegliandomi di soprassalto, sono completamente sudato, mi guardo attorno disorientato con il respiro affannato. Sono in camera, sdraiato sul letto, sospiro di sollievo, chiudo gli occhi per regolarizzare il mio battito cardiaco, li riapro e guardo mia moglie al mio fianco che è abbracciata a me.

<tesoro, stai bene?> mi chiede con voce impastata dal sonno e gli occhi chiusi,

<si, stai tranquilla> le sussurro dandole un bacio in testa,

<il solito incubo, vero?> mi chiede; mi conosce troppo bene

<si> ammetto sincero, lei sorride

<sono qui con te, non ti preoccupare> mi dice stringendomi più forte a se.

<lo so Ariel, lo so. Solo che durante il coma ho sognato quel cazzo di funerale e io...>

<shhh...non ci pensare> dice interrompendomi mentre mi mette un dito sulle labbra. Cinque anni fa, dopo quella cazzo di sparatoria hanno, prontamente, rianimato Ariel facendole una trasfusione di sangue, l'hanno operata ed ora eccola tra le mie braccia. Mi sono svegliato dal coma due settimane prima di lei. Avevo perso le speranze ma si svegliò, andai a comprarle un cazzo di anello, e le chiesi di sposarmi in ospedale. Lei accettò con le lacrime agli occhi, avevo troppa paura di perderla per aspettare anche solo un secondo si più, ma ogni tanto, quell'incubo di merda, torna e ogni volta ho sempre più paura che accada realmente.

<non te ne andare...MAI> le sussurro accarezzandole i capelli e facendole appoggiare la testa al mio petto.

<non ti preoccupare, dove vuoi che vada dopo cinque anni? Ma ora dormi, sono le quattro> mi dice divertita, rido assieme a lei, un pianto isterico proveniente dalla stanza accanto interrompe la nostre chiacchierata notturna.

<vai tu> dice lei,

<ma dai, Ruby...> inizio ma mi interrompe,

<Ruby è nostra figlia, prima sono andata io, ora vai tu. Voglio dormire> mi ordina girandosi dall'altra parte; sorrido e vado dal diavoletto nell'altra stanza.

<Tesoro> dico alla bambina nella culla, la prendo in braccio, la coccolo un po'

<shh...> continuo a dirle finché non smette di piangere, le dò un bacio sul piccolo naso a patata.

<perché non dormi mai, eh?> le chiedo divertito,

<da quando sei così dolce?> mi chiede Ariel dietro di me, mi giro. È appoggiata allo stipite della porta, con le braccia conserte che sorride. Mi avvicino a lei con la bimba di sei mesi in braccio, le dò un bacio a stampo e andiamo in camera. Ci accolliamo sul letto con la bambina al centro, guardo le mie piccole che sono crollate dalla stanchezza,

<vi amo> sussurro prima di chiudere gli occhi. Mi fa strano pensare che cinque anni fa ero un teppista e ora io e mia moglie abbiamo una famiglia e uno studio legale. Spero che la felicità, questa felicità, duri per sempre.

Bad GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora