capitolo 24

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Io guardo lei che alza le spalle

<non so cosa sia, era sul tavolo al giro e sulla busta c'era scritto Bad Girl>

<ci andrò> dico in un sospiro

<ci andremo tutti insieme> mi corregge Brian. Io annuisco anche se poco convinta

<ragazzi se vi succede qualcosa io...>

<non è una tua decisione> mi interrompe Mary, annuisco, ripongo la tovaglia, vado a cambiarmi e scendo a prendere la moto partendo. Una volta in strada accelero, sento l'aria accarezzarmi le braccia, scompigliarmi i folti capelli castani che escono dal casco e riempirmi il cuore di una strana gioia che provo quando sono in moto. Affianco a me ci sono: Mary, Logan e Brian in macchina e Dylan in moto alla mia sinistra. Sono le otto e cinquanta di sera, puntuali come al solito, arriviamo alla fabbrica, lasciamo le moto e la macchina fuori dall'entrata principale assieme ai caschi; entriamo, non c'è nessuno, chiacchieriamo sulla prossima gara da fare e contro chi, quando arriva una macchina nera con i vetri oscurati. Dal posto del guidatore esce Sam con una pistola in mano, non mi era neanche passata per la mente questa possibilità, mi sembrava strano che mi avesse lasciata andare così facilmente.

<cosa vuoi Hopper?> chiedo mettendomi davanti ai miei amici

<qualche giorno fa, ovvero ieri l'altro, ti ho fatto una proposta, te la ricordi?> chiede

<si> rispondo secca con noncuranza

<penso di avere intuito la risposta> dice

<quale proposta?> chiede Mary confusa, io guardo lei poi Sam che sorride divertito

<volevo che venisse a far parte della mia gang> dice

<e io ho detto di no> ride amaramente

<puoi andartene hai avuto la tua risposta> continuo

<se ti ricordi la proposta ti ricorderai anche quello che ho detto dopo> mi avrebbe uccisa

<io non sono più in quello stanzino, non puoi fare niente, quindi vattene>

<no, io sono qui per onorare la parola data> dice secco con un ghigno inquietante sul volto. Punta la pistola verso di noi e fa un cenno a qualcuno alle nostre spalle, degli uomini bloccano tutti i miei amici tranne me e Dylan. Me la punta contro di nuovo,

<sono qua per te, non me ne vado> sorride

<cosa stai facendo?> gli chiedo guardando la pistola e alzando le mani in segno di resa

<butta la pistola che hai in tasca> mi dice Prendo la pistola e la getto lentamente a terra lontano da me.

<non deve più morire nessuno Sam, mettila giù> gli dico e lui risponde facendo un cenno ad un'uomo che afferra Dylan impedendo ogni suo movimento. Sposto nuovamente lo sguardo al ragazzo davanti a me, le urla dei miei amici che cercano di liberarsi si fanno disperate.

<Sam stai facendo una cazzata> gli dico con calma e "gentilezza", il mio ragazzo riesce a liberarsi dalla presa ferrea di quell'uomo, avanza convinto verso di me, ma non riesce a fare più di due passi che un proiettile gli si pianta nella spalla destra. Urlo e le lacrime iniziano a scendere lentamente sulle guance, lui cade a terra, rivolgo il mio sguardo infuocato a Sam che ricambia compiaciuto mentre mi punta la pistola al petto.

<puoi uccidermi, uccidere i miei amici, ma non puoi cambiare le cose, devi capire che non tornerà da te!> gli confesso con voce spezzata, lui carica il colpo in canna

<Sam...> sussurro, lo sto pregando di non farlo.

<saluta mio fratello da parte mia> dice, le urla dei ragazzi si fanno più forti e disperate quando preme il grilletto e il colpo mi perfora il torace facendomi cadere a terra. Le mie braccia sono lungo i fianchi, sono a pancia in su, la mia vista si appanna e le lacrime scivolano sulle tempie. Apro la bocca per inalare più aria possibile, ma i miei respiri sono spezzati da deboli colpi di tosse che fanno si che il sapore ferroso del sangue si impossessi della mia bocca. I suoni sono sempre più lontani, come se fossi sotto una campana di vetro che mi isola da tutto il resto. Giro lentamente la testa verso Dylan che è alla mia destra, i nostri sguardi si incontrano, ha gli occhi lucidi e le lagrime gli sgorgano dagli occhi come un fiume in piena. Con tutta la forza che mi rimane, protendo il braccio nella sua direzione, lui ricambia il gesto facendo si che le nostre dita si sfiorino; alcune lacrime mi bagnano i capelli castani mentre le forze abbandonano il mio corpo. Gli sorrido debolmente, ora, siamo solo noi, io e lui, cerca di avvicinarsi molto lentamente

<t-ti amo> riesco a sussurrare con un filo di voce, la gola secca, la bocca asciutta, l'aria ai polmoni è insufficiente e sono in una pozza del mio sangue color rubino. Sbatto un paio di volte le palpebre, Dylan è riuscito ad avvicinarsi a me, sta parlando, vedo che muove le labbra ma non lo riesco a sentire. Sento la vita che sta abbandonando il mio corpo esile. Guardo gli occhi del ragazzo che amo, consapevole che sarà l'ultima volta, con un profondo dolore al cuore chiudo gli occhi cedendo, smettendo di lottare per la vita e lasciando cadere, sulle tempie, le lacrime che erano intrappolate nelle mie lunghe ciglia. L'ultima cosa che sento sono le sue labbra sulle mie, poi...il buio. 

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