capitolo 8

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<te lo scordi, se non mi ascolterai come amica sono obbligata a dirtelo nei panni di Bad Girl. Porterò con me Ethan> mi alzo, metto il casco, ed esco dalla tenda;

<Ethan, questa sera verrai con me alle otto, faremo un giro di ricognizione al raduno dei Diabli.> salgo sulla moto e parto. In poco arrivo alla vecchia fabbrica abbandonata, entro con la moto, devo scaricare la rabbia in un modo che non sia nocivo per le altre persone, tolgo il casco, metto le chiavi in tasca, prendo una spranga di ferro e comincio a colpire il muro facendo finta che sia la faccia di Hopper. La rabbia lascia il posto alla tristezza, al rimorso, dò un ultimo e debole colpo al muro per poi lasciar cadere a terra la spranga di ferro, appoggio i palmi delle mani alla fredda parete, poi gli avambracci prendendomi la testa tra le mani. Le calde lacrime scorrono sulle guance, mi giro appoggiando la schiena alla parete, mi lascio scivolare giù fino a sedermi a terra, i gomiti sulle ginocchia, e le mani immerse nei miei capelli castani.

<ti salverò Brian a qualsiasi costo> sussurro, lo dico come se lui potesse sentirmi; anche se so che non è così, Hopper me la pagherà cara, porterò via il mio amico dalle sue grinfie ma si deve aspettare un, pesante, contrattacco. Hanno superato ogni limite. Lascio cadere le mani in avanti e appoggio il capo al muro, gli occhi sono chiusi, non voglio vedere niente in questo momento, anche un'altra minima cosa fuori posto potrebbe farmi perdere la testa. Non vado fiera del mio passato, ho fatto cose terribili, ma una cosa di cui non mi sono pentita è stato aver nascosto e nascondere tutt'ora la mia identità, è un'arma che si può usare contro di me, è frustrante inventare balle su balle per nascondere il mio vero carattere. È frustrante resistere alle provocazioni di Megan o Roxane senza poter rispondere a tono; prima o poi mi toglierò questo dannato cappuccio ma solo quando sarò pronta, e quando saprò che nessuno rischia a causa mia. Le lacrime cessano di scendere e si asciugano sulle guance leggermente arrossate.

<come mai siamo così arrabbiati oggi? È solo mezzogiorno> mi si ghiaccia il sangue nelle vene quando sento quella voce, la voce che non sentivo da tanto tempo, quando apro gli occhi incrocio i suoi occhi azzurri come il cielo. La rabbia sovrasta tutte le emozioni, mi alzo in piedi e mi dirigo verso il ragazzo che mi ha portato via Liam, suo fratello Sam.

<Sam che cosa vuoi da me? Ti avverto, oggi posso essere parecchio pericolosa> gli dico a un palmo di distanza dal suo naso

<mi hanno detto che hanno preso il nostro caro Brian Foster> dice compiaciuto

<se vedi quel coglione di tuo fratello digli che ho finito di scherzare> gli dò una spallata e lo oltrepasso.

<la bambina è cresciuta a quanto vedo> rido amaramente,

<no, no ti sbagli; la bambina non è cresciuta, si è incazzata, c'è differenza> monto sulla moto.

<sappiate che mi riprenderò Brian a tutti i costi> infilo il casco, faccio una sgommata per poi partire uscendo dalla fabbrica, vado a casa. Vado direttamente in camera mia, mi cambio e torno in salotto da mia mamma che sta guardando la televisione.

<sono a casa nel caso non lo avessi notato>

<io e tuo padre non torneremo a casa per quattro mesi, Ethan verrà ad abitare con voi, vi terrà d'occhio e ci riferirà tutto>

<no, mamma perché?>

<non mi fido a lasciarvi da soli>

<ma ha solo un'anno in più!>

<non discuterò con te di questo, i suoi genitori sono via, vi terrete compagnia a vicenda. Arriverà tra 5 minuti, ho deciso di anticipare la partenza. Le valige sono già in macchina> da una parte sono felice che se ne vadano per quattro mesi, ma Ethan vivrà con noi...mi complicherà la vita. Suona il campanello, avanzando lentamente vado ad aprire. Eccolo li impalato con le valige in mano

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