capitolo 13

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Arriva una moretta che da il via, partiamo entrambi alla massima velocità, ci infiliamo nel boschetto, la strada è sempre più sterrata e insidiosa, tengo il manubrio a fatica, prendo una buca e perdo il controllo della moto cadendo a terra. Sbatto la testa, e rotolo per un paio di metri per poi finire sdraiata a pancia in su; faccio fatica a respirare, non riesco togliere il casco, l'aria inizia a scarseggiare, la vista si appanna. Sto per chiudere le palpebre che si fanno sempre più pesanti, due braccia forti mi sollevano da terra a mo di sposa, mi riappoggia con la schiena contro un'albero, mi toglie lentamente il casco permettendomi di inalare più aria. Porta poi le sue mani sul mio collo accarezzandomi le guance con i pollici; apro lentamente gli occhi che avevo chiuso, vedo i suoi occhi nocciola che mi scrutano attentamente.

<grazie> sussurro,

<sei tu, Megan> rido divertita mentre tossisco,

<n-non mi chiamo Megan, sono Ariel> rido debolmente,

<allora sei tu Bad Girl> annuisco,

<nessuno sa la m-mia identità, non voglio che nessuno lo sappia> annuisce comprensivo,

<perché ti fai trattare male?>

<la copertura, non voglio rischiare, da questa sera non sarò più Bad Girl> mi sento meglio, ho ricominciato a parlare normalmente, mi alzo in piedi, ho lividi ovunque, mi fa male la gamba, perdo l'equilibrio e lui mi afferra. Le sue mani sono salde sulla mia vita, le mie sono sulle sue spalle

<grazie> in lontananza sentiamo le sirene della polizia.

<che cazzo succede?!> gli urlo,

<la polizia>

<aiutami a tirare su la moto>

<assolutamente no, tu sali con me>

<no> tira su la moto

<ecco>

<grazie> afferro la moto e monto, lui parte e se ne va, non si accende, merda, lui se ne è andato, scendo dalla moto, corro dietro un'albero, mi ci appoggio con la schiena, sento un bruciore alla pancia. Abbasso lo sguardo vedo la maglia piena di sangue, la sollevo, la ferita si è riaperta, merda; come faccio? Sento le macchine della polizia passare, mi rannicchio su me stessa e chiudo gli occhi. Sento una moto e un ragazzo che dice

<sali, sbrigati> apro gli occhi Dylan, salgo e lui parte. La mia presa sulla sua vita si allenta, lui se ne accorge e mi afferra le mani. Quando siamo abbastanza lontani gli illustro la strada per casa mia. Quando arriviamo mi porta in casa in braccio, mi appoggia sul divano, prende garza e disinfettante, inizia a tamponare la piccola ferita e ci appiccica un cerotto.

<ti ringrazio per l'ennesima volta, ma da domani dovremmo essere nemici>

<non siamo mai stati amici>

<non stavo dicendo questo, intendevo che domani non dobbiamo andare d'accordo> annuisce. Mi fa un cenno con la testa ed esce da casa. Mi addormento sul divano. Mi sveglio la mattina seguente, mi alzo, mi cambio e vado a scuola. Quando incontro lo sguardo glaciale di Ethan sembra sollevato, viene verso di me e mi abbraccia, rimango spiazzata da questo gesto, siamo in mezzo a tutti, mi sussurra

<pensavo che ti avessero presa>

<no, non ti preoccupare>

<vado in classe> gli dico prima di allontanarmi. Prendo un libro dallo zaino ma vado a sbattere contro qualcuno

<scusa> dico con la testa bassa parecchio imbarazzata per l'accaduto,
<Guarda dove vai!> dice seccato il ragazzo, alzo lo sguardo, Dylan. Mi ricompongo subito, lo sorpasso, ma mi afferra il polso e mi fa girare verso di lui, ed io pensavo che bastasse chiedere scusa.
<Bene, bene, bene, la ragazzina> dice acido, vedo che ieri sera mi ha presa in parola,
<Ragazzina?!> chiedo incredula in un sussurro,
<si esatto hai sentito bene> dice divertito.
Cerco invano di divincolarmi, speravo che mi lasciasse ma ottengo la reazione opposta a quella desiderata

<Lasciami andare> sentenzio scocciata nel modo più minaccioso possibile, il ghigno che aveva sul viso si allarga ulteriormente,
<se no che fai?> mi guardo attorno, il corridoio è vuoto

<tu sarai il capo dei Diabli, ma io ero Bad Girl>

<eri?>

<non sono affari tuoi> gli rispondo brusca ricordando quello che è successo a James. Tiro il braccio fino a liberarmi dalla sua presa ferrea, lo spingo via e me ne vado. Ma guarda che sfacciato! Sento il telefono vibrare nella tasca, lo estraggo e leggo il messaggio da parte di Logan

Devo parlarti del giro, chiamami subito.

Non me ne dovrebbe più fregare niente ma loro sono la mia famiglia, vado nel bagno, chiudo la porta a chiave. Dopo un paio di squilli risponde

<sei stata più veloce del previsto>

<cosa dovevi dirmi Logan>

<abbiamo ricevuto un'offerta da parte dei Diabli, se noi accettiamo un'unione con loro, cedendogli i territori, diventeremo come loro, un'unica squadra se no se li prenderanno con la forza>

<perché avrebbero fatto questa offerta?> chiedo sospettosa

<hanno saputo che non abbiamo più Bad Girl>

<stronzi> penso ad alta voce

<io e Brian rifiutiamo se tu torni con noi> James è morto per una discussione sui territori, la ragione che mi ha spinto ad allontanarmi mi spinge a dire

<tornerò, ma mandateli a cagare> lo sento ridere.

<ci vediamo stasera, ci saranno anche loro per scoprire la nostra scelta>

<avranno una bella sorpresina>

<ciao> ricambio il saluto e attacco. La moto! Esco da scuola anche se non potrei, corro a casa ed entro in garage, tolgo il telo che sta sopra a quella di riserva, la mia Ducati nera opaca. È sempre stata la mia preferita, la più veloce, quella che tenevo per le occasioni speciali. A pensarci bene è da un bel po' che non vado a vedere come vanno i nostri territori di spaccio, mi cambio e scendo. Arrivo nel quartiere in questione, rallento e ci passo in mezzo guardandomi attorno, intravedo la chioma bionda di Liam, me la paga quel coglione, freno, scendo, vado verso di lui, lo prendo per l'orecchio destro e lo tiro via con me, afferro la pistola e gliela mostro

<se ti muovi ti sparo Hopper> si irrigidisce alle mie parole.

<sali> gli ordino quando arriviamo alla moto, lui esegue e salgo anche io

<qualsiasi mossa avventata e ti sparo hai capito?> annuisce intimorito, partiamo, arriviamo in poco tempo al raduno, non c'è ancora nessuno, infondo sono solo le undici di mattina. Lo porto dentro la tenda, gli lego mani e piedi mentre gli punto la pisola alla tempia, mi tolgo il casco, gli prendo il telefono e lo perquisisco velocemente togliendogli un coltellino svizzero. Appoggio il tutto sul tavolo, rivolgo nuovamente l'attenzione a quel verme che è a terra, gli afferro i capelli con una mano tirandogli indietro la testa e puntandogli la pistola sotto il mento

<dov'è tuo fratello?> sorride, lo colpisco con la mano in cui ho la pistola

<dove cazzo è tuo fratello?> gli chiedo di nuovo.

<non te lo dirò mai> rido amaramente, gli lascio i capelli e comincio a riempirlo di calci nell'addome, emette qualche colpo di tosse, è sdraiato a terra sul fianco sinistro; mi abbasso alla sua altezza,

<dov'è. Quel. Coglione. Di. Tuo. Fratello?> lui ride, ma che problemi ha? La rabbia prende li sopravvento mentre rivedo le immagini della sera in cui è morto James. Gli tiro un calcio dritto in faccia, sputa del sangue a terra e sorride mostrando il sangue sui suoi denti bianchi.

<sei sempre stata una stronza> dice con un filo di voce

<e io ti ho sempre detto di non farmi incazzare> gli tiro un'altro calcio nella pancia, poi uno nella schiena.

<perché ti ostini a difendere tuo fratello?>

<non capirai mai>

<l'unica cosa che so e che capisco perfettamente è che Sam ha ucciso un mio caro amico> dico tirandogli un'altro calcio.

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