capitolo 25

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Dylan's pov

Il proiettile mi colpisce la spalla facendomi cadere violentemente a terra. Sbatto la testa sul freddo pavimento, sono disorientato per qualche istante ma riprendo lucidità quando sento un altro sparo. Mi giro nella direzione del suono, vedo la mia Ariel cadere a terra, il tempo si ferma, la scena va a rallentatore fino a quando la sua schiena non entra in contatto con il pavimento. La macchia di sangue che si è formata sul pavimento si allarga a macchia d'olio. Piango come un bambino, sento la terra sotto di me scomparire, crollare, un po' alla volta, crolla come le certezze della mia vita. Il mio punto fermo, il mio unico punto fermo, è sdraiato a terra e lotta tra la vita e la morte. Il dolore alla spalla svanisce, lasciando posto a quello emotivo. Si gira lentamente verso di me permettendomi di guardare quegli occhi verde smeraldo che mi hanno fottuto, allunga la mano nella mia direzione e io ricambio il gesto. Le nostre dita si sfiorano, un contatto così piccolo ma allo stesso tempo così intimo, provo a strisciare verso di lei mentre il mio cuore sta morendo con lei. Con un flebile sospiro e un filo di voce mi sussurra

<t-ti amo> le mie lacrime escono come se avessi aperto un rubinetto, il cuore si sgretola. Riesco ad arrivare da lei, le accarezzo i capelli,

<ti prego, ti prego, resta con me, ti prego-o-o> le sussurro mentre mi perdo nei suoi occhi profondi.

<resta con me, ti prego Ariel, ho bisogno di te, resta con me, fallo per noi> la mia mi nasce un nodo in gola che mi impedisce di parlare.

<io..> sospiro stingendo i denti

<ti chiedo solo questo ti prego> stringo le labbra in una linea dritta

<io non potrei farcela senza di te> le sussurro sconsolato mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi guarda intensamente, sul suo viso si dipinge un debole sorriso, sbatte un paio di volte le palpebre, sospira tra i colpi di tosse e chiude gli occhi. Le crepe sul mio cuore sono diventati veri e propri burroni, mi avvicino lentamente alle sue labbra e la bacio, un bacio che contiene più di mille parole, parole mai dette. Mi allontano, le metto una mano sul petto per provare a fermare il sangue, no sento più il battito del suo cuore, il petto non si alza e si abbassa più e le lacrime hanno cessato di scorrere al contrario delle mie che aumentano disperate.

<noh...> biascico sussurrando, non è vero, il pianto mi provoca qualche colpo di tosse,

<ti prego torna da me, non posso perderti> le sussurro accasciandomi sul suo corpo privo di vita.

<TI PREGO!> urlo in preda alla disperazione guardando il soffitto, il pezzo più grande del mio cuore è morto con lei. Poso nuovamente gli occhi su di lei; i capelli spettinati e bagnati dal sangue distesi sul pavimento, gli occhi chiusi, le lacrime quasi asciutte sul suo viso, le labbra socchiuse e leggermente screpolate. Tiro su con il naso

<ti prego torna da me...> sussurro supplicandola anche se sono pienamente consapevole del fatto che lei non potrà tornare da me mai più, non sentirò più la sua dolce risata, la sua voce, non vedrò il suo sorriso, mai più...mi inumidisco le labbra con la lingua e alzo lo sguardo sentendo, anche se ovattato, le sirene dell'ambulanza e della polizia. Prendono Ariel, la mettono su una barella portandola sull'ambulanza

<lui è sotto shock, per la ragazza serve il defibrillatore!> urla una ragazza che penso sia un'infermiera.

<riportatela da me> sussurro prima di perdere i sensi.

***

Oggi c'è il suo funerale, siamo tutti davanti all'entrata del cimitero, i grandi cancelli di ferro sono aperti. I miei occhi sono gonfi, ancora non ci credo, è morta, la mia piccola è morta, è difficile non cercarla tra le persone, sapere che non c'è più e io non ci posso fare niente, sapere che quel vuoto rimarrà per sempre. Mi sento inutile, impotente, sono sempre stato abituato a avere il pieno controllo su tutto, e la consapevolezza che non tornerà è devastante. Quando vado a fare una semplice passeggiata guardo in giro, la cerco con lo sguardo, è automatico, e fa più male di quanto potessi immaginare. La cosa più brutta di tutto questo sono i ricordi, che  si presentano ad ogni attimo di debolezza; ovvero per tutto il giorno, non fanno altro che scavare ancora più in profondità la voragine che ha lasciato lei. Varco l'ingresso del cimitero, Megan mi sbarra la strada

Bad GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora