broken heart

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Nel vederlo in quello stato, il riccio non potè fare a meno di seguirlo, sotto gli sguardi silenziosi di Luke e Michael. Non volevano ostacolarlo, perché sapevano alla perfezione cosa stesse accadendo, ma allo stesso tempo volevano che Ashton capisse, che non gli facesse del male involontariamente. Calum era fragile, non era più come una volta. Una parola di troppo, detta in modo sbagliato, l'avrebbe fatto crollare definitivamente. Soprattutto se fosse stato lui a dirgliela. Tuttavia, non lo fermarono, credendo che quella fosse la cosa giusta da fare: lasciare che il destino facesse il suo corso. Non erano nessuno per intralciare il suo volere. Lasciarono che Ashton lo seguisse, li persero di vista, mentre loro rimanevano fermi, davanti al cancello. Non dissero nulla. Si limitarono a guardarsi, comunicandosi più di mille parole solo con una semplice occhiata. Calum, nel frattempo, si era accorto che qualcuno lo stesse seguendo, e sapeva anche chi fosse. Non gli serviva girarsi a guardare per capirlo. Per questo, decise di cambiare la sua meta e, invece di imboccare la strada che portava a casa sua, camminò dritto, verso il parco. Non ci andava da un po', in realtà, e non sapeva se fosse una buona idea o meno quella di tornarci insieme a lui, ma poco importava. Arrivato lì, non perse tempo a sedersi su una delle altalene, ignorate dai bambini lì presenti, che a giudicare dalla folla preferivano di gran lunga lo scivolo. Ashton si sedette accanto a lui, senza proferire parola. Aspettava che fosse lui a parlare, che fosse lui a dirgli qualcosa, qualsiasi cosa. E, sorprendentemente, lo fece.

"Sai qual è il suono più brutto dell'universo, Ashton?" Domandò, mentre teneva i suoi occhi scuri puntati al cielo, dove il Sole splendeva, accompagnato da candide nuvole bianche che non osavano oscurare la sua luce. Il riccio non rispose. Lo sapeva. Sapeva quale fosse il suono più brutto dell'universo, ma voleva che fosse lui a parlargliene. Voleva che fosse Calum a dirlo, ad esprimersi. Lui non ne aveva il diritto.

"Un cuore che si spezza, Ashton. È questo il suono più brutto dell'universo" Disse, accennando un sorrisino amaro, forse ricordando il giorno in cui aveva avuto la sfortuna di udire un suono così brutto, devastante.

"Un sordo crack, percepibile solo dalla persona stessa, ma non da coloro che la circondano. Basta un attimo. Un attimo e ti ritrovi con il cuore spezzato in due" Il suo tono di voce divenne improvvisamente cupo, spaventando quasi il ragazzo accanto a lui.

"Strano come tutto questo possa dipendere da un solo gesto o una sola parola, vero? È strano come due cose semplici come queste possano segnarci, lasciarci con un vuoto dentro da colmare e delle lacrime da asciugare" Il più grande strinse gli occhi, cercando di contenere le lacrime che minacciavano di uscire. Dolore.

"Un solo istante. Basta davvero poco, per far cadere qualcuno in pezzi. Per fargli perdere l'appetito, per tenerlo sveglio di notte, per spegnere il suo sorriso, per renderlo insicuro ed instabile. Non avrei mai pensato che potesse fare così male. Pensavo che tutti quelli dal cuore spezzato esagerassero, che gli piacesse ingigantire la cosa per ricevere compassione dagli altri, ma dopo averlo provato posso dirti che non è così. Le persone possono distruggere il tuo cuore in mille pezzi senza che neanche tu te ne accorga. Possono renderti una nullità, con mille pensieri e paranoie per la testa" Il moro abbassò la testa, non riuscendo più a tenere lo sguardo fisso sul cielo, troppo limpido per il dolore che stava provando in quel momento.

"Inizi a pensare che sia tutta colpa tua, che tu abbia sbagliato, che tu non sia stato all'altezza, che te lo meriti, quel cuore spezzato. Inizi a piangere nel riguardare le foto, quelle Polaroid rovinate tenute nella cover del cellulare fin troppo tempo, chiedendoti se avessi potuto fare qualcosa per evitare tutto quello, anche quando magari non è così. Inizi a chiederti se l'altra persona sente le stesse cose, se anche lei sta soffrendo come te, prima di realizzare che non potrebbe mai, perché sei tu quello sbagliato tra i due, perché sei tu che l'hai portato a fare ciò che ha fatto, a spezzarti il cuore" Un singhiozzo sfuggì al suo controllo, mentre la gola cominciava a chiudersi, rendendogli quasi impossibile continuare quel monologo.

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