Still

drunk

Ashton e Michael erano già seduti ad uno dei tavoli della mensa, con i loro vassoi colmi di cibo davanti. Stavano chiacchierando del più e del meno, nell'attesa che anche gli altri due ragazzi facessero il loro ingresso e li raggiungessero per mangiare.

"Come sta tua madre?" Gli domandò Michael, infilzando un pezzo di hamburger con la forchetta di plastica e portandoselo alla bocca.

"Sta bene, Mike, ha solo qualche dolore ma il medico dice che è normale" Rispose, alzando appena le spalle. Michael conosceva la sua situazione famigliare, gliene aveva parlato. Si trovava bene con lui, erano entrati subito in confidenza, sin dal primo momento in cui si erano conosciuti, soprattutto grazie al fatto che avessero molto in comune. Gli era mancato, avere un amico del genere.

"Sappi che non ho detto nulla a Calum e Luke a riguardo" Aggiunse, mangiando un altro pezzo del suo cibo. Il riccio annuì, rabbuiandosi improvvisamente. Rimase con la sua forchetta appesa a mezz'aria, mentre nella sua mente cominciarono a farsi spazio scene del passato, una dietro l'altra, prendendo il sopravvento sui suoi pensieri.

Ashton non era mai stato tipo da biblioteca. Preferiva studiare in camera sua, in un ambiente a lui più familiare e consono. Eppure, quel pomeriggio si era ritrovato ad andarci, visto che i suoi fratelli non la smettevano di litigare e fare casino. Se ne era lamentato con sua madre, ma neanche quella donna riusciva a controllarli. Erano due pesti e, se non fosse stato per il test del giorno dopo, li avrebbe anche assecondati, ma non poteva permettersi un'insufficienza. Non si aspettava, però, di trovarci il ragazzino del primo anno a cui, insieme al suo migliore amico, non faceva altro che dare del filo da torcere. Pur avendo quindici anni, quei due avevano fegato. Nessuno, in tre anni di liceo, era riuscito a tenere testa ad Ashton ed al suo migliore amico. Loro, invece, si. Si avvicinò lentamente, con un ghigno sul viso, e origliò la loro conversazione. Stavano parlando della festa di Kevin, un tipo del quarto anno, famoso nel loro istituto per le sue feste. I suoi genitori non c'erano mai e, come minimo, ogni due settimane organizzava qualcosa in casa sua, permettendo ai ragazzi che vi entravano di fare qualsiasi cosa.

"Dai, magari ti trovi qualcuno con cui scopare" Lo prese in giro il più grande, dandogli una spallata.

"Sei disgustoso" Disse giocosamente l'altro, simulando una smorfia di disgusto. Lui scoppiò a ridere, facendo per rispondergli, ma si immobilizzò nel momento in cui udì la voce di Ashton aggiungersi alla conversazione.

"Ed anche troia, se posso aggiungere" Ridacchiò, passandogli davanti, intenzionato solo a fare un piccolo commento, ma poi il ragazzo lo bloccò.

"Almeno io scopo a differenza tua, Irwin" Sbottò innervosito, facendolo fermare. Si girò a guardarlo, allargando il ghigno presente sul suo viso. Sapeva che non gliel'avrebbe fatta passare liscia, non era il tipo da non rispondere alle provocazioni.

"E chi te lo dice? Solo perché non cerco disperatamente qualcuno che mi fotta, non vuol dire che io non faccia sesso" Sputò fuori in modo acido, facendo solo aumentare la collera del minore. Quel ragazzo sapeva essere talmente irritante che gli veniva voglia di colpirlo e mandarlo in ospedale con il naso rotto.

"Scommettiamo?" Chiese con tono di sfida, incrociando le braccia al petto. Un sorriso soddisfatto comparve sulle sue labbra, quando vide il riccio abbastanza confuso da quella proposta. In realtà, non era l'unico.

"Stasera, alla festa di Kevin. Chi fa sesso con più persone vince. Chi perde paga pegno" Propose, mentre l'amico accanto a lui si batteva una mano sulla fronte, chiedendosi mentalmente come facesse il suo migliore amico ad essere così tanto stupido.

"Ci sto, ragazzino. Preparati a perdere" Accettò lui, incrociando le braccia al petto. Il più piccolo sbuffò una risata sarcastica, scuotendo appena la testa. Se pensava che avrebbe vinto con così tanta facilità, si sbagliava. Era disposto a tutto, pur di non perdere quella sfida, anche perché aveva in mente una bella penitenza da fargli fare.