Capitolo 16

791 71 16
                                    

Jennie non riusciva a darsi pace, intenta com'era ad esser torturata dall'ansia e dalla miriade di pensieri che popolavano la sua mente.

Camminava avanti e indietro per la propria stanza, cacciando di tanto in tanto un'occhiata allo schermo del telefono spento, mentre il panico le toglieva il respiro. Fuori dalla finestra le tenebre avevano già preso il posto della luce e la Luna scintillava tranquilla nel cielo, eppure nonostante la quiete della notte, Jennie continuava a torturarsi da sola con svariati pensieri spaventosi.

Nel profondo dell'animo sapeva di dover lasciar perdere, se Lisa voleva stare da sola allora doveva lasciarla fare, eppure sentiva dentro di sé una sorta di allarme, come se fosse perfettamente consapevole che qualcosa non andasse. Di tanto in tanto si fermava per riflettere sul da farsi, non sapendo bene cosa scegliere di fare, in seguito ricominciava di nuovo a camminare avanti e indietro, nel vano tentativo di convincersi che tutto andasse bene.

Fuori dalla sua finestra il buio regnava sovrano, avvolgendo ogni casa ed edificio, senza lasciare nulla scoperto, e in lontananza si sentiva un accenno di tuoni, come se il cielo minacciasse di scoppiare in un pianto tragico, addolorato anch'egli per la perdita di un amore a lui troppo caro. La luna splendeva alta, eppure tra non molto sarebbe stata inghiottita dalle nubi, le quali avrebbero sicuramente oscurato tutto il suo splendore. Di sotto la voce altisonante della matrigna rimbombava tra le quattro pareti del salotto, probabilmente nuovamente impegnata a chiacchierare al telefono con coloro che con false parole chiamava amiche.
Nella penombra della sua camera, alla luce di un'elegante lampada, la sua figura sembrava più grande di quanto lo fosse in realtà, disegnando Jennie come una gigante in un mondo tanto minuscolo. Afferrando il telefono, notò che era ormai tardi, quasi le undici e mezza, e Lisa non le aveva ancora risposto, nonostante le svariate chiamate senza risposta. D'un tratto, senza secondi pensieri, prese la sua giacca ed uscì in fretta e furia dalla casa, beccandosi un urlo da parte di Melanie, la quale confusamente l'aveva vista scappare con la coda dell'occhio e le aveva forse gridato qualcosa dietro, ma Jennie non capì, intenta com'era a camminare più in fretta che poteva.

Le strade buie le incutevano timore e di fatto, procedendo con passo svelto, cercava di non pensare ad ogni singolo pericolo che stava correndo in quel momento. Era una donna sola in una via tenebrosa, per quanto tentasse di esser coraggiosa, non sarebbe mai riuscita a fermare una qualsiasi violenza da parte degli uomini. Tuttavia, la sola cosa che la faceva andare avanti era l'immenso desiderio di rivedere Lisa. Non l'aveva vista da neanche un giorno, sentendone la mancanza, le era pressoché impossibile andare avanti normalmente. Fosse maledetto il cielo per averla fatta innamorare così follemente.

Dopo qualche minuto raggiunse il grigio condominio nel quale viveva la minore, corse per la scale tanto in fretta da arrivare davanti al portone del suo appartamento con il fiato in gola, suonò e bussò per un bel po', ma nessuno rispose. Senza forza si lasciò cadere a terra sul gelido cemento del corridoio buio e puzzolente di muffa, sola e addolorata. Non sapeva quanto ancora avrebbe aspettato, non poteva dire con certezza se valesse la pena distruggersi in tal modo o se fosse un'opzione migliore vivere nel menefreghismo, ignorando le parole del cuore per poter seguire i consigli della ragione.
Le mancavano le tiepide mattine passate a fianco a Lisa, avvolte dalle morbide lenzuola, aveva nostalgia delle notti trascorse tra una risata e l'altra, aveva paura di dimenticare il dolce profumo dei suoi capelli e lo splendore dei suoi occhi, la sua pelle vellutata e l'incantevole sorriso. Era incredibile come, per una semplice frase, il suo intero mondo fosse crollato, le alte mura che aveva eretto nel tempo fossero state abbattute con un semplice soffio e il suo cuore completamente massacrato, sanguinante e colmo di amarezza. Il suo cervello sconvolto non le permetteva di veder nulla eccetto la disperazione oramai che la sua regina l'aveva abbandonata. La sua immagine non faceva altro che perseguitarla, apparendo nella mente non appena ella avesse chiuso gli occhi, ed un ulteriore pensiero di lei l'avrebbe senza dubbio ucciso, turbandone l'intera esistenza.

𝕴𝖓𝖘𝖎𝖊𝖒𝖊 𝖈𝖔𝖓𝖙𝖗𝖔 𝖎𝖑 𝖒𝖔𝖓𝖉𝖔 || JenLisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora