Ero così ferita in quel momento, così delusa.
Tornai a casa con la consapevolezza che non appena avrei varcato la soglia, l'unica cosa che sarei stata in grado di fare sarebbe stata sprofondare con la testa sul cuscino.
《Domani andrà meglio》pensai.***
"Nuova compagna di stanza c'è per caso qualcosa che dovrei sapere sulla tua routine quotidiana?" mi domandò Shelby aiutando a rifare il letto.
"Si, non so come funzionasse con Alex ma se becco te e Caleb sul mio letto io..."
"Ricevuto, ricevuto, stop!" urlò Shelby coprendosi le orecchie.
"Bene, sono felice che abbiamo trovato un accordo" risposi vittoriosa.
Shelby sorrise,
"Guastafeste!" sussurrò accompagnando il tutto con una smorfia.
"Lo so, sono davvero la sorella migliore al mondo"
"Tecnicamente credo che..."
Bussano alla porta,
"Disturbo?" sussurra entrando la direttrice Shaw.
"No signora, prego" risponde Shelby sorridendole.
"Signorina Wyatt se non le dispiace vorrei restare sola con..."
"Oh si certo, nessun problema" risponde prima di andare via chiudendosi la porta alle spalle.
"È tutto okay direttrice Shaw?" domandai.
"Si Eve, non preoccuparti.
Volevo solo chiederti una cosa"
"Certo, mi dica pure, come posso aiutarla?" chiesi curiosa ed allo stesso tempo preoccupata.
"La prossima settimana vorremmo tenere una lezione sulla Costituzione Americana e sui suoi emendamenti.
Ho parlato con la senatrice ma nonostante si sia subito dimostrata entusiasta all'idea di tenere questa lezione personalmente, ha dovuto smentire la sua partecipazione qualche giorno fa.
Perciò mi chiedevo se potessi contattare per noi, per me, tuo fratello Clayton.
So che al momento è fuori per lavoro, non vorrei disturbarlo, ma magari se..."
"Certo, signora.
Non appena avrò sue notizie la farò contattare.
Mi occuperò personalmente di farle avere una risposta nel minor tempo possibile"
"Grazie Eve, quando sarà ti aspetto nel mio uffico.
Ehm...sai che non mi sono rivolta a Caleb perché..."
"Si, assolutamente.
Se ci sono due cose che mio fratello Caleb non adora particolarmente, sono le leggi e Clay quindi..."
La direttrice Shaw rise,
"Supremazia tra fratelli, cosa vuoi farci.
Gli uomini sono così, ma credo tu lo abbia già capito"
"Sfortunatamente si. Senza alcun dubbio!" risposi alzando le braccia al cielo in segno di disperazione.
"Anche se sono certa tu sia più che in grado di gestirli entrambi"
"Si, devo ammettere di essere molto brava in questo" scherzai sorridendole.
"Questo è lo spirito giusto signorina Haas!
Buona giornata e grazie ancora" rispose aprendo la porta.
"Nessun problema direttrice, buona giornata a lei"***
"Andiamo maledizione!
Parti!
Andiamo!" urlai dopo l'ennesimo tentativo a vuoto.
Erano dieci minuti che provavo inutilmente a far ripartire l'auto.
"Accidenti!" ripetei prendendo un sospiro.
"Mi meraviglio che tu non le abbia tirato un calcio, sul serio" sentii dire alle mie spalle.
Mi voltai e vidi un'auto accostarsi,
"Ci ho provato, non funziona" risposi facendomi da parte.
"Allora è davvero grave" sussurrò Clay aprendo del tutto il finestrino della sua auto.
"Questo è il mio buongiorno, perciò...
e tu che ci fai da questa parte della città?
Il tuo albergo è..."
"Non ricordi?
Questa sera c'è la partita!
Ho preso la strada interna per evitare il traffico"
"Oh già, dimenticavo.
Fortunatamente per te sei quasi giunto a destinazione!" urlai sbattendo lo sportello.
"Andiamo sali" sussurrò lui facendo scattare la sicura delle portiere.
"Oh no...non preoccuparti...posso aspettare il..."
"Quale? Mezza città è chiusa per la..."
"La partita!" urlai scuotendo la testa.
"Facciamo così, tu sali e mentre andiamo a lavoro chiami il carroattrezzi.
Ci stai?" domandò Clay indicandomi il sedile passeggeri.
"Okay" risposi chiudendo la mia macchina.
Dopo neanche cinque minuti di tragitto e diverse telefonate, ecco il famoso traffico che Clay aveva così disperatamente evitato presentarsi avanti a lui.
"Ditemi che è uno scherzo" dissi piegando la testa di lato per poggiarla sul finestrino.
"Dai, dovresti esserci abituata!
Atlanata non era così?"
"No, cioè si, ma io odio il traffico.
Lo odio da morire!" esclamai con un po troppa enfasi.
Clay si fermò in coda,
"Hey tigre, tutto okay?
Mi sembri molto suscettibile questa mattina, è per caso quel..."
"Non provare a prendermi in giro!
E anche se fosse non sono affari tuoi!"
Clay sorrise,
"Lo prenderò come un si.
Tu sei sempre così incline al cambiamento di umore in quel periodo.
Cioè credo di saperlo bene ormai..
Sono cresciuto in una casa con tre donne ed adesso..."
"Clay attento!" urlai afferrando il volante con entrambe le mani e ruotandolo verso destra.
La fila dinanzi a noi aveva iniziato lentamente a procedere quando una macchina dal senso opposto di marcia aveva perso il controllo arrivando nella nostra direzione.
La macchina deviò verso destra per qualche metro prima che Clay risucisse a stabilizzarla ed io con la testa colpii leggermente il finestrino prima che ciò avvenisse.
"Stai bene?" mi domandò Clay portando la mano sul mio viso,
"Si io sto bene, tu?" gli chiesi ancora scossa.
"Io...io...si io credo di si..." sussurrò guardandosi, come se per un attimo si fosse dimenticato di essere anche lui in quella macchina con me.
"Sicuro?" domandai sfiorandogli il petto con una mano,
"Si" sussurrò lui strabuzzando gli occhi.
Senza perdere altro tempo entrambi slacciammo le cinture di sicurezza e scendemmo dall'auto.
L'altra macchina era ferma poco più dietro rispetto a noi, sospirai accorgendomi fortunatamente che non fosse accaduto niente.
Le altre auto si erano fermate per venirci incontro, così come per dirigersi dall'altra parte.
Una donna, visibilmente traumatizzata, era aggrappata ad alcuni uomini che si occuoavano di farla uscire dalla sua auto.
"Signora, signora, lei sta bene?" urlò Clay correndole incontro.
"Lei sta bene?" mi domandò una ragazza avvicinadosi,
"Si, la ringrazio io sto bene.." dissi notando qualche altro fare lo stesso con Clay.
"Oh mio dio!
Mi scusi, mi perdoni, io non..." urlò la donna che aveva perso il controllo della sua auto, raggiungendo Clay.
"Signora lei sta bene?" domandò Clay.
La signora si fermò faccia a faccia con lui e scoppiò in lacrime.
"Mi dispiace così tanto, io non volevo...io...tu...con te c'era un'altra..."
"Signora si, sto bene" risposi avvicinadomi di corsa a lei dopo essermi resa conto che stesse per svenire.
Clay la prese e cercò di reggerla,
"Signora si sente bene?" domandai aiutando Clay.
"Si..." rispose lei singhiozzante.
"Chiama il 911, ci penso io" sussurrai a Clay.
Lui fece cenno di si e dolcemente lasciò andare la signora che si gettò tra le mie braccia per abbracciarmi.
"Signora come si chiama?" le domandai mentre un'altra donna arrivava portando un bicchiere d'acqua.
"Io...io...io...mi chiamo Robin.
Robin Keith" sussurro lei ancora tremante.
"Robin io sono Eve.
Posso chiederle se le va di sedersi?
La vedo stanca, perché non si siede e beve questo bicchiere d'acqua Robin?" chiesi cercando di essere il più gentile possibile.
Lei iniziò a prendere dei respiri profondi e lentamente mi lasciò andare.
"Ecco tenga" sussurrò la donna che le aveva offerto da bere,
"Venga" dissi facendole segno di sedersi sul marciapiede.
Lei si sedette ed iniziò a bere,
"Le vuole bere signorina?" mi domandò poi la donna,
"Oh no, la ringrazio.." risposi.
"...posso allontarmi un secondo, resta lei con..." aggiunsi notando Clay stesse tornando.
"Si certo, vada pure.
Resterò io con la signora"
"Grazie"
Mi diressi verso Clay,
"Come sta?" domandò lui,
"Credo bene, ma penso anche sia molto stanca.
Quando è scivolata non credo fosse a telefono, piuttosto è stata la stanchezza..."
"Si, penso anche io.
Non mi sembra un'incosciente che metterebbe a rischio la sua vita e quella degli altri" confermò Clay.
"Già, hai sentito i..."
"Si, l'ambulanza sta arrivando, così come le autorità competenti.
I ragazzi volevano venire ma ho detto loro di aspettarci all'attico.
Noi stiamo bene, non volevo creare ulteriore..."
"Si hai fatto bene"
"Hey...ho trovato questo in auto...penso ti sia caduto..." aggiunse mostrandomi uno degli orecchini che avevo indosso quella mattina.
Fino a quel momento non mi ero accorta mancasse, eppure era così.
"Si, grazie" esclamai sorridendo.
"Aspetta, ti aiuto" disse spostando i capelli e facendosi più vicino.
Io alzai le braccia e raccolsi i capelli indietro.
"Eve tu..."
"Clay, è Maxine.
Rispondile o si preoccuperà inutilmente" lo interruppi notando la chiamata in arrivo.
Lui sollevò il telefono e rispose indietreggiando.
"Signorina" mi chiamò la donna seduta al fianco di Robin.
"Si, eccomi" risposi dirigendomi verso di loro.
"Vorrebbe parlavi" aggiunse tenendo Robin per mano.
"Robin, ditemi" dissi piegandomi sulle ginocchia.
"So che quello che è successo poteva causare danni ancor più peggiori, mi creda io lo so.
Non ci sono scusanti ma la realtà è che...
Io lavoro fuori città, stavo tornando a casa dopo il turno di notte.
Ho guidato senza sosta dalle prime luci dell'alba perché una delle mie figlie è a casa di mia sorella con la febbre molto alta.
Quando me l'ha detto mi sono spaventata, io sono sola.
Mio marito ci ha lasciate anni fa.
Ero sovrappensiero, la strada era bagnata ed io..."
Le poggiai una mano sulla gamba,
"Robin sua figlia starà bene, mi dispiace soltanto che abbia dovuto prendere questo altro spavento"
"A lei dispiace?" domandò Robin accennando un flebile sorriso mentre cercava di nascondere le lacrime.
"Lei è stata così gentile con me, lei ed il suo fidanzato mi avete..."
"Oh no Robin, lui è mio fratello.
Anche noi stavamo andando a lavoro" spiegai.
"Perdonami non..."
"Oh no figurati" la rassicurai.
La signora che era seduta accanto a lei sembrava aver apprezzare la mia idea di far parlare Robin il più possibile in modo da darle il tempo per tranquillizzarsi.
"Che lavoro fate Eve, giusto Eve?" mi domandò poi.
"Si Eve, io sono..."
"Agente Haas, mi perdoni se la interrompo ma..." mi chiamò uno dei poliziotti appena arrivati.
"Si signore, arrivo"
"Agente?!" domandò sbalordita Robin.
"È tutto okay Robin. Te l'ho detto" sussurrai con l'intento di non farla preoccupare.
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If Rome Is Gonna Burn | Clayton Haas [ Da Revisionare ]
FanfictionÈ proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto e si viene a creare un sottile equilibrio che la storia si fa più complicata. Una parola, un gesto e la corda si spezza. 《 When this is all over we'll see if this was just an end of the world...