Capitolo 36.

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"Perché...perchè lo hai fatto...." ripeté Ryan continuando a fare pressione sul mio torace.
"Tu...tu..." provai a parlare ma la voce mi si spezzò in gola ed in men che non si dica mi sentii nuovamente mancare il respiro.
Iniziai a chiudere gli occhi, ero stanca, molto stanca.
"No! No! No!
Non farlo, non chiudere gli occhi!" urlò Clay in preda dal terrore.
La sua maglia era ricoperta di sangue, così come le sue mani.
"Non è...non può..."
La voce di Caleb era vuota, spenta.
Nonostante avessi perso i sensi ricordavo come fosse andata, come d'istinto senza pensare alle cose sequenze, avessi preso tutta l'energia che mi era rimasta per scaraventarmi e fare da scudo a Ryan.
L'uomo che mi teneva ferma non ebbe il tempo di imperdirmelo perché gli spararono in quel preciso istante.
Un colpo, poi un altro e improvvisamente tutto intorno il mondo parve scomparire.
E fu in quel momento, momento durante il quale i proiettili mi attraversarono, che sentii le urla lanceranti di Cassandra.
Le sue grida disperate furono l'ultimo suono che udii prima di perdere lucidità mentre cadevo rovinosamente al suolo.
Deglutii e mi sforzai di finire la frase.
"...sarai....brav...bravo padre..." sussurrai iniziando a piangere.
Ryan si voltò verso Alex che non potè fare altro che restare in silenzio mentre il suo visto continuava a rigarsi di lacrime.
Nessuno lo sapeva, nemmeno lui.
Alex guardò sua madre e poi si piegò su se stessa.
"A..." la madre le si avvicinò ma lei le fece segno di allontanarsi.
Ryan barcollò e fu Harry ad afferrarlo.
Lo stesso Harry che con Jocelyn, Owen e Caleb era tornato indietro non appena gli era stato possibile.
Disarmata la bomba che avrebbe dovuto ucciderli erano giunti in soccorso senza sapere che loro tempismo si sarebbe però rivelato fatale.
"Eve...Evie...mia sorella...lei..."
Cassandra iniziò a balbettare.
"Cassandra respira" le intimò Shelby.
"Io...io..."
"Cassandra adesso devi..." la voce di Shelby si fece più insistente.
Owen che non si era fermato nemmeno un momento continuava disperatamente a tenere premuto sulla seconda ferita avvisò Jocelyn che fosse quasi l'ora di procedere con un massaggio cardiaco.
Il dolore che sentivo era devastante e ogni secondo che passava sopportarlo diventava per me più difficile.
"Guardami Eve.
Non puoi lasciarmi, non puoi lasciarmi!
Eve!"
Era Clay, riconobbi la sua voce nonostante avessi chiuso gli occhi.
"...Clay devi allontana..."
"Eve!
Ti prego!
Io non potrei sopportarlo...
Se tu adesso mi fai questo cosa..."
"Clay ti preg..."
La voce di Mike sembrò non scalfirlo nemmeno.
"...Cla...io..."
Lo avvertii come si avverte un brivido che ti percorre la schiena e che non ti lascia scampo.
La stessa adrenalina che avevo visto in Clay, la stessa adrenalina che mi aveva tenuta in vita fino ad allora mi abbandonò.
"No!" urlò Clay e prima che Jocelyn potesse procedere con la manovra lui prese il suo posto.
"Lei...lei è..."
"Guardami Cassandra...guarda me..."
Shelby la tirò a se e la strinse il più forte possibile.
"Andiamo Eve!
Andiamo!" urlò tremante Clay mentre imperterrito non smetteva di premere.
"Andiamo!
Ti supplico resta con me!
Ho bisogno di te...ho bisogno di te Eve..."
"Clay..."
"No" rispose lui prima di provare con la respirazione bocca a bocca.
"Sono arrivati!" avvisò la sorella di Mike.
"Sono qui!" ripeté correndo ad aprire la porta per permettergli di entrare.
"Amore...amore mio..." sussurrò accarezzandole la fronte e quando i paramedici fecero irruzione si ritrasse per lasciare loro spazio.

If Rome Is Gonna Burn | Clayton Haas  [ Da Revisionare ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora