Capitolo 8- Netw Blake

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Quel pomeriggio era sul letto sdraiato a pancia all'aria. Pensavo a Lidia.

Era una ragazza speciale. Non passavamo molto tempo insieme, ma messaggiavamo spesso. E quando parlavamo provavo qualcosa che non avevo mai provato, una sensazione a dir poco inspiegabile.

Per non parlare degli sguardi che ci lancaivamo in corridoio. Quando mi guardava il mio cuore faceva una capriola. E infondo so che anche per lei era così, lo capivo dai suoi occhi.

Gli occhi... Gli occhi nocciola di quella ragazza stavano diventando il mio punto debole. Riuscivo a capire quando era felice, triste, arrabbiata, pensierosa, da un solo sguardo. Anche se non la conoscevo così bene, avevo imparato a conoscere i suoi occhi.

Mentre ero immersa nei pensieri bussò il citofono.

"Vado io!" urlò Jane passando fuori casa mia e dirigendosi verso la porta.

"Oh mio dio Will!!" urlò mia sorella.

Will era tornato a casa?
Era scappato dopo che Jane gli aveva voltato le spalle. Quel ragazzo era sempre stato così, non poteva stare da solo, aveva bisogno di qualcuno che lo appoggiava, e fino a quel momento c'era Jane. Ma ora si era ritrovato solo contro l'intera famiglia.

Anche se a mio parere il suo comportamento non aveva senso, rimaneva sempre mio fratello ed ero preoccupato per la sua scomparsa.

Scesi al piano di sotto e lui era seduto sul divano con lo sguardo abbassato sul pavimento. C'erano anche Lidia, il fratello e Michel. Mia mamma era in cucina a preparare qualcosa da mangiare a Will. Jane era accanto a lui e lo guardava preoccupata. Papà era in piedi davanti a lui con le braccia incrociate.

"Bentornato a casa" gli dissi con un caldo sorriso.

Lui alzò lo sguardo su di me, mi fece un breve e freddo sorriso e tornò a guardare il pavimento.

"Voi che ci fate qui?" chiesi a Lidia.
"Lo hanno trovato loro" intervenne Jane.
"Grazie" sussurrai con le labbra ai ragazzi.
"Ragazzi rimanete a cena? Ci tengo. E poi non potete tornare a casa da soli a quest'ora, chiameremo i vostri genitori"disse mia mamma.
I ragazzi annuirono.

La cena si svolse in silenzio e molto velocemente. Successivamente papà ci chiese di andare al piano di sopra, così lui e la mamma avrebbero potuto parlare con Will.

Andammo tutti nella stanza del biliardo.
Jane iniziò a parlare con Michel e Jace.
Io mi avvicinai a Lidia, che aveva lo sguardo perso.

"Tutto bene?" chiesi.
"Oggi ho avuto una discussione con mio fratello" rispose.
"Perché?"domandai.
"Non si fida di me" mi guardò.
Fissai i suoi occhi per un po', poi mi svegliai dalla trance.
"Ci tieni a lui eh?" dissi.
"Cosa? Oh sì, è la persona più importante della mia vita" disse, anche lei sembrava essersi svegliata da un trance.

Rimanemmo a fissarci in silenzio per non so quanto tempo.

Quando finalmente riuscì a far intrecciare le nostre mani, suonò il citofono.

Ci svegliamo entrambi dalla trance e sciogliemmo le mani abbassando lo sguardo imbarazzati.

"Saranno mamma e papà, andiamo" disse Jace a Lidia.

Scendemmo al piano di sotto, e proprio in quel momento mamma aprì la porta, che rivelò due persone.

Un uomo alto, con gli occhi color nocciola e lo sguardo provocante: la versione maschile di Lidia;

E una donna, con una coda alta e gli occhi marrone chiaro che lasciavano traspirare sapienza: la versione femminile di Jace.

"CLARKE??? BELLAMY??" ulrò la signora Murphy.

"ODDIO RAVEN, MURPHY CHE CI FATE QUI?" urlò mia mamma.

"La vera domanda è che ci fate VOI qui" disse il signor Murphy.

"È sempre bello vederti Murphy" disse mio padre.

"Vi conoscete????" chiedemmo in coro io Jace, Jane, Will e Lidia.

"Si, eccome se ci conosciamo" rispose mia mamma continuando a sostenere lo sguardo della signora Murphy o 'Raven'.

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