AMBER POV
Mi sento davvero in colpa per aver mentito ai miei amici, soprattutto a John, ma avevo il presentimento che non avrebbe reagito poi così bene.
Dopo stasera glielo dirò. È un peso troppo grande da portare e poi non ho mai mentito a john...
Ma cos'ho fatto? Devo dire che mentire non fa proprio parte della mia indole, ed ora ne ho la certezza.
Torno da scuola e non faccio altro che guardarmi allo specchio. Oggi sono avvolta da sensazioni negative, non sono molto sicura di me stessa altrettanto del mio fisico.
Passo il pomeriggio a farmi condizionare dalle pessime scelte che ho preso, fino a che non arriva quasi il momento dell'appuntamento con Mark.
È davvero carino, gli ho dato una chance anche se so che il mio cuore non ne è attratto così tanto.
Forse è perché comunque non lo conosco, e sono davvero curiosa di uscirci, non mi capita spesso quindi meglio cogliere l'attimo.
Finalmente sono pronta, dovrei andare bene con questo vestitino, non dovrei essere troppo volgare.
Nel dubbio meglio mettere queste scarpe basse.Amber: Mamma, Papà, io esco!-
Papà: Mi raccomando signorina, alle 23:30 a casa. Per quanto grande possa farti , resti sempre la nostra piccolina.-
Amber: Certo papà non preoccuparti sarò puntuale. Ci vediamo, a dopo.-
Mamma: Buona serata, non divertirti troppo!-
Ho dato appuntamento a Mark all'incrocio della strada.
Non volevo che i miei genitori pensassero che uscissi con qualcuno..
Sono opprimenti certe volte.
Arrivata all'incrocio, ecco che Mark già mi stava aspettando.Amber: Scusa, aspetti da molto? Mi dispiace, sono un disastro.!-
Mark: Sei bellissima.-
Amber: Cosa?-
Mark: Davvero, sono sorpreso, ti si addice questo colore.-
Amber: Il rosa dici? è il mio colore preferito. Grazie comunque.-
𝘾𝙤𝙢𝙚 𝙪𝙣𝙖 𝙨𝙘𝙚𝙢𝙖 𝙖𝙧𝙧𝙤𝙨𝙨𝙞𝙨𝙘𝙤, 𝙚 𝙞𝙣𝙞𝙯𝙞𝙤 𝙖 𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙖.
Mark: Dove ti va di andare? Sono a piedi, spero che per te non sia un problema camminare un pò. La macchina ha avuto qualche intoppo all'ultimo, ma ho pensato di non rimandare e che comunque fosse una buona occasione per uscire. Dunque, ti va di andare a mangiare qualcosa?-
Amber: Figurati, mi rilassa passeggiare. Riguardo alla fame non ne ho poi così tante e poi non saprei scegliere dove andare.-
Mark: Allora facciamo così. Ti porto in un posto dove fanno il miglior frappè in circolazione.-
Amber: Si certo, sorprendimi.-
Inizialmente manco ci avevo pensato a che posto si riferisse.
Iniziamo a camminare fino a quando, stiamo per avvicinarci ed ecco che si accende la lampadina.
Speravo non fosse Bob o ero nei guai. Ma allo stesso tempo non potevo dire di no. Era troppo sospettoso soprattutto al primo appuntamento e non volevo fare nessuna figura.
Purtroppo la fortuna non è dalla mia parte stasera, perché andiamo proprio da Bob. Che iella. In realtà il frappè è veramente il più buono, ma spero di non incontrare i miei amici. Oddio che ansia..
Arrivati in gelateria, ci siamo seduti e abbiamo iniziato a parlare tanto..Mark: Sai Amber..-
Amber: Dimmi Mark!-
Mark: Volevo chiederti di uscire già da un pò, ma qualcosa mi frenava.-
Amber: Tipo cosa? Non mangio mica.-
Mark: Dai sciocca, non intendo tu. Il fatto è che pensavo già fossi occupata in una relazione.-
Amber: Non ti seguo. Io occupata? E con chi dovevo esserlo scusa?-
Mark: Quel tuo amico. State sempre, e pensavo che foste per davvero inseparabili. anche per quanto riguarda l'amore.-
Parlava chiaramente di John, è soltanto il mio migliore amico.. è molto premuroso, gentile, affascinante, forte per aver superato difficoltà, modesto e..
Mark: Ei Amber? Ci sei ancora?-
Amber: Ehm si certo, scusa mi ero distratta. Comunque c'è da dire che questo frappè è davvero buono.-
Mentre cerco di distrarmi sul cibo, penso costantemente a cosa potesse provare John per me.
Ceh io.. sento davvero tutte queste emozioni per lui? Non è possibile, non dovrei nemmeno pensarle certe cose.
Intanto la stranezza del momento, è che non ho visto i miei amici. Meglio così forse avranno cambiato idea.𝙄𝙣𝙩𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙚𝙡𝙖𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖..
Nicole: Ragazzi guardate.. quella è Amber.-
Mich: Come è possibile? Perchè ci ha mentito, ma soprattutto chi è quello?!-
Greg: è un ragazzo del suo corso, credo di averlo già visto. -
Mich: Cazzo Greg. Non ci aveva mai mentito. Soprattutto non aveva mai mentito a John. -
Nicole: Cosa facciamo?!-
Greg: John è anche il mio migliore amico, credo sia giusto dirgli la verità. Non gli voglio mentire anche io. Quindi meglio adesso.-
Nicole: Concordo con te. Perchè non gli invii una foto? Ti crederà sicuramente.-
Greg: Si, giusto. Ottima idea.-
Mich: Spero che almeno lui non ci abbia mentito!-
Greg: Tranquilli glielo chiederò. John non sa mentire.-
Usciti dalla gelateria passeggiamo per un bel po'.
Mark è stato davvero molto carino e gentile con me.
Ma decisamente non è il mio tipo. Non è scattata la scintilla che volevo, sarà stato perché pensavo ad altro.
Da gentiluomo, mi accompagna verso casa.Amber: Mark va bene qui.-
Mark: Ti sei trasferita? Non abiti più avanti?-
Amber: Si, hai ragione. Però preferisco qui. Sai, non voglio che i miei genitori si intromettono troppo.-
Mark: Tranquilla posso capirti. Allora come è stata la serata? Spero sia stata di tuo gradimento.-
Amber: è andata bene. Sei carino.-
Che imbarazzo, non so proprio cosa dirgli per non far vedere che magari in realtà non è stata come uno normalmente si potrebbe aspettare, non vorrei che s'illudesse.
Mark: Ah si?.. Beh anche tu lo sei.-
Mark si avvicina, non so che fare. Vorrei scappare!! Non voglio baciarlo. Vorrei che ci fosse qui.. John. Non appena penso a lui prendo coraggio e indietreggio da lui, così senza alcuna spiegazione di questo mio gesto, gli do la buonanotte e inizio a camminare a passo svelto verso casa.
Mi affretto a tornare a casa, non saluto nemmeno i miei genitori, dalla confusione mi lancio sul letto con ancora il trucco e mi addormento sperando di fare chiarezza, almeno nei miei sogni.
STAI LEGGENDO
Crossed fates - destini incrociati
ChickLitEra il 1997 quando a Rochester, una piccola città metropolitana della Contea di Monroe, nello stato di New York, nasceva Jonh Taylor; Nel frattempo, nel reparto accanto, piangeva un'altra piccola anima, Amber Smith. La coincidenza volle che non sol...