Il giorno seguente...
È stato... diverso direi, si è sicuramente la parola giusta da usare.
Per la prima volta non ho sognato nulla. Non sentivo qualcosa che mancasse nella mia vita, come se tutte le buche oramai fossero state otturate con del cemento.
Sembra tutto normale, soltanto con una estrema felicità. Mentre Amber prepara la colazione, che tanto ha insistito di voler preparare, si volta verso di me e sorride, scambiandoci degli sguardi quasi imbarazzanti.
La sento mia, come se nulla potesse portarmela più via.
Dopo aver fatto il primo pasto del giorno, riordiniamo un po' casa, siccome mamma ,sia per la stanchezza che per il mancato tempo, ha trascurato i doveri di casa.
Non mi è mai piaciuto fare faccende di casa, ma farle con lei è tutt'altra cosa.
L'ultimo calzino che è a terra deve essere alzato e tutti finalmente sarà in ordine.John: Tranquilla faccio io..
Amber: Lo Prendo io John..Nessuno dei due si tira indietro per raccogliere l'ultimo indumento e finiamo per darci una testata.
Dal disagio e dalla preoccupazione di averla fatta male mi alzo frettolosamente, e con la mano le accarezzo la fronte.John: Mi dispiace!!! Non ti sei fatta niente vero? Sono davvero un...
Ambsr: Imbranata, come lo sono anch'io d'altronde.
John: Aspetta, ti curo io.
Amber: Mhh??Le do un bacio sulla fronte..
Amber: Perché questo?
John: Sai è una domanda che anch'io volevo farti ieri sera. Ma siccome mi hai fatto dormire sereno e tranquillo, pensavo fosse un modo per curare le ferite.
John: Che ferite avevi? Mica hai battuto la testa sul comodino?
-
John: Ma no stupida, è che da un po' non riuscivo a dormire come si deve, e stanotte è stata la dormita migliore di sempre.
Amber: Sicuramente non è per merito mio.
John: Certo che lo è, anzi..Le do un altro bacio in fronte.
John: Così l'effetto curativo dovrebbe essere al 100%.
Mi guarda con occhi dolci e mentre si avvia per prendere le ultime cose, si avvicina all'orecchio e mi sussurra...
"GRAZIE..."
Quasi rimango infreddolito, ma ad un certo punto la guardo e non riesco a smettere di sorridere.
Intanto ci avviamo a quel che è l'ultimo giorno di scuola.
Una piccola cerimonia di ringraziamenti da parte del preside e qualche buffet per intrattenere le famiglie.John: Mamma ha detto che farà tardi, è molto stanca e ha deciso di riposare un altro po'. Sta facendo turni un po' pesanti. I tuoi verranno?
Amber: Si John, o almeno dovrebbero. Sanno che oggi c'è la cerimonia, ma sto tranquilla. Non è da loro mancare in queste occasioni.
John: Non vedo l'ora che passi questa giornata. Non appena andremo via da qui saremo finalmente liberi di goderci questa estate.
Amber: Effettivamente è una cosa che ci meritiamo dopo il duro lavoro di quest'anno.Entriamo e dalla grande confusione non riusciamo a trovare i nostri amici.
Dopo qualche giro di troppo riusciamo a trovare Greg, che stranamente sta parlando con quel tizio dai capelli corti che ha cercato di aiutare Amber alla festa. Si.. l'amico di quel coglione.John: Che ci fa Greg con quell'individuo, forse gli starà dando fastidio!
Amber: No John aspetta. Lo conosco.
John: Come lo conosci?
Amber: Beh più o meno. Ci siamo presentati nella limousine prima di venire alla festa, è stato molto gentile con me.
John: Vedremo.Mi avvicino a Greg con l'intenzione di sapere perché è lì a parlare con quel ragazzo, e mentre sono quasi li riesco a sentire..
Greg: non smetterò mai di ringraziarti.
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Crossed fates - destini incrociati
Literatura KobiecaEra il 1997 quando a Rochester, una piccola città metropolitana della Contea di Monroe, nello stato di New York, nasceva Jonh Taylor; Nel frattempo, nel reparto accanto, piangeva un'altra piccola anima, Amber Smith. La coincidenza volle che non sol...