1.Judson

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Clare.

"Vieni qui!"

Saltellai su un piede all'altro per infilarmi le scarpe il più velocemente possibile.

Pannocchia, il Jack Russell che i miei genitori mi regalarono prima della partenza, diventava magicamente sordo quando gli veniva voglia di scappare di casa.
La staccionata del giardino non l'avevo ancora riparata e quella sorta di pulce a quattro zampe finiva dai vicini tutte le volte.

"È scappato di nuovo lo stallone?" Urló Arya dall'altra parte della strada.

"Prendilo, prendilo!" Con l'agilità di un elefante, Arya riuscì a prendere Pannocchia al volo.

Sospirai nel tentativo invano di infilarmi le scarpe.
Arya mi raggiunse all'entrata del mio villino con Pannocchia in braccio.

Da quando ero arrivata in America le mie conoscenze si aggiravano attorno ad educatori, assistenti sociali, poliziotti, psicologi, medici ed infermieri. Arya faceva parte della cricca di psicologi. L'avevo conosciuta un anno prima al centro d'accoglienza. Mi inquadrò immediatamente, dicendo: "Voi educatori, uno più complicato dell'altro! Mai che ce ne mandano uno sano. Sei italiana vero? Sei carina e scommetto che sei fottutamente brava. Sembri anche tutta stramba!"

All'inizio non l'avevo sopportata, avevo pensato fosse pazza, e non avevo tutti i torti, ma dopo qualche pomeriggio passato da sole a lavorare con il cuore pieno per i nostri ragazzi del centro, eravamo diventate inseparabili.
Non che io non fossi strana, ahimè, ma Arya mi batteva, e come se mi batteva! Fu assunta nel centro di accoglienza sei anni prima con il massimo dei voti. Il direttore si fidò subito di lei e gli affidò il pieno incarico del centro. Insomma, era una donna cazzuta. Arya era l'unica a sapere la mia storia e mi aveva capita all'istante, probabilmente per merito della sua professione. Finalmente dopo tanto tempo sentii di potermi fidare di qualcuno. Il fatto che fosse una psicologa non significava il fatto che lei fosse del tutto indipendente. Stava combattendo anche lei una battaglia interiore per colpa di Chris, il suo ex, che la lasciò dopo quattro anni di relazione.

"Mi dispiace che non gli fai svuotare i testicoli" Mi disse Arya appoggiando a terra il mio cane.

"Lo ha già fatto una settimana fa con la barboncina della signora Smith" Le raccontai mentre le indicavo di entrare "Ora quella povera vecchietta non mi saluta più"

"Secondo me è invidiosa perché il suo cane scopa e lei no" Risi alla sua battuta.

"Arya... Avrà ottant'anni" Le risposi.

"Il desiderio sessuale non invecchia mai Clare, dovresti averlo studiato..."

Mancavano un paio di mesi all'ultima sessione d'esami ma io ero ancora in alto mare. Il primo mese di lavoro mi portò via anche il tempo che mi prefissai per terminare il trasloco e quindi alla fine non riuscii a concludere nemmeno le cose più necessarie: come riparare la staccionata.

"Certo che l'ho studiato, almeno quello..."

Mi diressi in cucina a preparare il tè. Arya appese la sua giacca dietro la porta d'ingresso e mi raggiunse.

"Hai cambiato tutto qua dentro" Disse guardandosi intorno.

Il villino che avevo preso in affitto era davvero bello. Si trovava a Judson, una frazione vicino Greenville, in Sud Carolina. I mobili erano pochi ma riuscii a comprare le ultime cose necessarie e a trasformare l'ambiente a mio piacimento. Cominciai a sentire la casa più mia, così che vivere da sola sarebbe stato più semplice. Non che mi facesse paura ma... Non amavo vivere da sola.

"Oh, si, ho fatto un salto da Ikea"

"Mi piace questo!" Si lanciò su un nuovo cuscino del divano, era rosa ed era il mio preferito.

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