Clare.
Atterrammo in terra italiana alle 20 in punto. Ero rimasta sveglia per tutto il viaggio ed ero riuscita a scrivere il primo capitolo della tesi. Qualche ora prima avevo affrontato un discorso delicato che, anche se avessi voluto, non mi avrebbe fatto riposare.
Contrariamente a quanto pensassi, un po' di entusiasmo di essere in Italia mi venne. Ero contenta che i ragazzi avrebbero avuto la possibilità di visitare il paese più bello del mondo, a mio parere.
"Terraaa!" Arya si inginocchiò facendo finta di baciare il pavimento "Non ne potevo più di volare"
"Io sto morendo di fame" Si lamentò Matthew con una mano sulla pancia.
"Non preoccuparti, tra poco andiamo a mangiare" Gli diedi un bacio sulla fronte e controllai che la sua giacca, e quella di tutti gli altri, fosse ben allacciata.
Dietro di me una voce inconfondibile imprecò. Quando mi voltai vidi Brook combattere contro la ruota della sua carrozzina che si era incastrata sulla pedana. Lo raggiunsi velocemente, lo spinsi indietro e lo scastrai. Lui mi guardò con un'espressione severa per ricordarmi cosa gli avessi promesso qualche ora prima. Dovevo fidarmi di lui.
"Scusa..." Sussurrai lasciando che raggiungesse i ragazzi da solo.
Un gruppo di assistenti, che ci avrebbero aiutato per tutta la settimana, venne a darci una mano per ritirare tutte le valigie e caricarle sul pullman che ci avrebbe portato in hotel. Ero certa che dietro a tutti quei servizi e premure ci fosse lo zampino di Jack. Mi dispiaceva che Brook la pensasse diversamente da me rispetto a quel ragazzo. Il suo giudizio non mi era indifferente.
Un'ora dopo dall'atterraggio varcammo l'ingresso dell'hotel che ci avrebbe ospitati a Milano per i successivi tre giorni. Non avevo mai visto così tanto lusso in vita mia, uno dei tanti quadri appesi a quelle pareti sarebbe bastato per farci vivere di rendita.
Un addetto alla reception ci accompagnò nelle rispettive camere.
"Tutto il primo piano sarà vostro" Disse l'uomo "Come da vostra richiesta abbiamo assegnato una stanza per i ragazzi e una per le ragazze" Ci indicò due porte a destra "Mentre per voi è stata richiesta la stanza più grande"
"Cosa?" Luke, che aveva dormito per tutto il viaggio, sembrò magicamente essersi risvegliato "Noi educatori staremo tutti insieme?"
Il receptionist ci aprì la porta della nostra stanza. Ricamato di colore oro c'era inciso un numero: 19.
"Wow" Urlò Arya quando entrò.
La porta conduceva a un grande ingresso che separava due camere da letto a dir poco enormi. Le due stanze erano collegate tra loro da una porta mogano che dava un ulteriore tocco di eleganza all'ambiente. Io e Arya scegliemmo quella con il bagno più grande.
"Che sia chiaro" Appena il receptionist se ne andò, Luke si voltò verso di Brook con un dito puntato "Apri la finestra, pulisco tutto, metti in ordine e andremo d'accordo, ok?"
Scoppiammo a ridere. Luke viveva sempre in solitaria, era ovvio che per lui fosse più difficile quella convivenza.
"PSS!" Arya mi diede una gomitata "Hai visto il numero della stanza?"
"Sí" Quel numero era diventato una costante per me.
"È un segno!" Esclamò contenta.
Mi venne da alzare gli occhi al cielo.
"Cosa è un segno?" Ci chiese Brook.
"Oh, una cosa fighissima!" Gli rispose Arya "Ovunque Clare vada, c'è un 19! Sai questa stanza che numero è?"
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Full Of Emotions
ChickLitBrook Carlton ha trascorso la maggior parte dei suoi giorni su una sedia a rotelle, senza dipendere da nessuno. La sua perseveranza lo ha portato a diventare l'uomo che è oggi: indipendente, sportivo, con un ottimo lavoro e con la voglia di camminar...